Quali sono i nomi di Dio

Quali sono i nomi di Dio

I nomi di Dio non sono solo modi di rivolgersi a Lui e di venerarlo, ma espressioni della Sua essenza e un tentativo, da parte dell’uomo, di coglierne l’incommensurabilità

I nomi di Dio non sono solo termini, modi per definire e rendere comprensibile qualcosa di altrimenti troppo incommensurabile per essere circoscritto all’esperienza umana.
Nel corso della storia e delle molteplici tradizioni spirituali, l’umanità ha assegnato alle sue divinità una vasta gamma di nomi e attributi, che si sono evoluti col passare dei secoli, di pari passo con l’evoluzione della civiltà. Questi tentativi di definizione riflettono il rapporto che ognuno ha con l’assoluto, e che la comunità umana cerca da sempre di razionalizzare.

Prendendo in esame solo le maggiori religioni monoteiste, nel mondo Islamico il termine Allah è ampiamente utilizzato come il nome principale per indicare Dio. Esso rappresenta l’unità e la completezza di Dio nell’Islam, sottolineando l’assoluta divinità e il suo ruolo come creatore e custode dell’universo.
Gli Ebrei mantengono una pratica rispettosa riguardo al nome divino, evitando la sua pronuncia diretta. Invece di nominarlo, si rivolgono a Dio con termini come “Hashem”, che significa il Nome, o durante le preghiere, usano “Adonai”, che si traduce come il Signore. Solo nei testi sacri, il termine “YHWH”, conosciuto come il Tetragramma, è utilizzato per riferirsi a Dio in modo sacro e venerato.

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Ma dobbiamo sempre considerare le profonde connessioni all’interno delle grandi religioni monoteiste. Basta pensare che Allah ha radici storiche e geografiche comuni con Eloah, forma singolare di Elohim, uno dei nomi con cui viene definito il Dio degli ebrei nell’Antico Testamento.

Anche i nomi attribuiti al Dio dei cattolici incarnano i vari aspetti dell’essenza divina, e offrono differenti approcci e chiavi di lettura attraverso cui osservare e comprenderla, sempre nei limiti della percezione umana. Ma questi nomi portano con sé anche un significato più profondo. Ognuno di essi rivela un aspetto di Dio e può influenzare la relazione personale di un individuo con esso. Nella tradizione cristiana, Dio è conosciuto attraverso una varietà di nomi che sottolineano diversi aspetti della divinità. Padre, Figlio e Spirito Santo rappresentano la Santissima Trinità, mentre altri nomi come Il Misericordioso, Il Salvatore, Il Pastore e molti altri rivelano aspetti specifici della natura e della relazione di Dio con l’umanità.

La varietà dei nomi di Dio riflette la ricchezza della diversità umana e delle esperienze spirituali. Ogni tradizione offre una prospettiva unica sulla divinità, arricchendo così il panorama spirituale globale.
Questa diversità non solo consente un’esplorazione più ampia della spiritualità, ma anche la possibilità di trovare punti di contatto e di connessione tra culture e credenze diverse. Attraverso il rispetto reciproco delle varie denominazioni di Dio, si può promuovere un dialogo interreligioso più profondo e un senso di unità tra i popoli. I nomi di Dio vanno al di là di semplici parole, incarnando significati profondi e relazioni intime con il divino. Esplorare questa diversità non solo arricchisce le nostre esperienze spirituali individuali, ma anche promuove la comprensione e l’armonia in un mondo ricco di varietà e pluralità.

Nel Vecchio Testamento e nella tradizione ebraica

Nelle Sacre Scritture Dio viene chiamato con vari nomi e appellativi. In molti casi i nomi di Dio nella Bibbia sono presi dalla tradizione e dalla cultura ebraica, a cui il cattolicesimo è debitore per molti aspetti, primo fra tutti il già citato Tetragramma, ovvero le 4 lettere dell’alfabeto ebraico che poste in successione compongono il nome proprio di Dio: YHWH, poi Yahweh, in italiano Jahvè. Il Tetragramma viene utilizzato per definire Dio nella Bibbia ebraica, e anche nell’Antico Testamento, dove appare più di seimilaottocento volte. Questo sarebbe il nome utilizzato da Dio stesso per definirsi, quando si presentò a Mosè e quest’ultimo gli chiese come doveva chiamarlo davanti ai compagni. Infatti il Tetragramma deriva da EhyehIo Sono, prima persona del verbo “haya”, essere, ed è una perifrasi di: “Io sono colui che sono” (Esodo 3,13-15). Col tempo questo è diventato il nome ufficiale di Dio, per gli Ebrei e i Cristiani, col significato di “colui che era, che è e che sarà”.

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Per molti studiosi il significato di questo nome è da associarsi anche all’attività creatrice di Dio, e per questo si ricollega con la definizione di Dio Padre, usata ampiamente dai cattolici in relazione alla prima persona della Santissima Trinità.
Restando in ambito ebraico, abbiamo già accennato ad AdonaiMio Signore, un tentativo di racchiudere l’immensità di Dio in un solo, semplice nome.
Poco usato nei testi sacri, ma a suo modo molto suggestivo e significativo, è Abbà, “papà”, presente in Siracide e nel Salmo 103, che rimanda a un concetto di paternità affettuosa e tenera, riportando il Dio il cui nome non può essere pronunciato almeno per gli ebrei, al ruolo di un padre amorevole e attento al bene dei suoi figli.

Nella teologia cristiana

Per i cristiani, il nome di Dio trascende, come abbiamo visto, il semplice concetto di nome, termine o titolo. Nel nome stesso di Dio è racchiusa la Sua manifestazione più profonda, la Sua stessa rivelazione. Di Dio non bisogna pronunciare invano il nome, e, nello stesso tempo, esso viene santificato ogni volta che recitiamo il Padre Nostro: “Sia santificato il tuo Nome”.

Gesù, definito l’Agnello di Dio, porta in Sé un’emanazione della glorificazione del nome di Dio, così come in ogni azione e parola del Cristo, nella Sua breve parabola sulla terra, possiamo leggere modi di glorificare il nome del Padre.

Attributi di Dio

Oltre ai nomi veri e propri utilizzati per definire o per rivolgersi a Dio nelle Sacre Scritture, ci sono poi tutti gli appellativi, gli attributi e i titoli. Oltre al già citato Padre, abbiamo per esempio: Potente, Onnipotente, Eterno, Sovrano, Signore, Divino, Eccelso. È sempre nelle Sacre Scritture che troviamo molteplici riferimenti ai nomi di Dio. In particolare, nel Nuovo Testamento i più importanti sono: Theos (Dio)Kurios (Signore) e Pateras (Padre).

Anche molti degli attributi riferiti a Dio derivano dalla cultura ebraica. Oltre ai già citati:

Il Signore e Maestro – Adonaï
Dio Padre – Abba
Il nome: YHVH

ricordiamo anche:

Dio – Elohim (il Creatore, attributo con cui Dio si rivela per la prima volta nella Bibbia)
Dio onnipotente – El-Shaddaï (il Dio della potenza e della forza illimitate)
L’Altissimo – El-Elyon (Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra)
Il Dio che vede – El-Roï (Dio vede ogni cosa e partecipa delle nostre sofferenze e lotte)
Il Dio d’Israele – El-Elohé-Israël (L’Eterno degli eserciti, il Dio d’Israele)
Il Dio geloso – El-Kanna (“perché io sono Dio e non c’è alcun altro; sono Dio e nessuno è simile a me.” (Isaia 46:9))
Il Dio vivente – El-Haï (Dio, creatore della vita, è anche Dio vivente a sua volta)
Il Dio eterno – El-Olam (Dio esiste da sempre, non è stato creato. “io sono Dio. Prima dell’inizio del tempo io sono sempre lo stesso…” Isaia 43:12-13)
L’Eterno è uno – YHVH Ehad (Dio è eterno e unico)
Dio mio rifugio – YHVH Misgav (“perché tu sei stato una fortezza per il povero, una fortezza per il misero nella sua avversità, un rifugio contro la tempesta, un’ombra contro il caldo, poiché il soffio dei tiranni è come una tempesta contro il muro.” Isaia 25:4))
L’Amen – Amen (esprime la verità e la solidità di Dio. “queste cose dice l’Amen, il Testimone fedele e verace” Apocalisse 3:14)

Molti di questi attributi di Dio contengono la radice EL, che significa forte, onnipotente.