Indice articolo
Nel mondo moderno siamo abituati a imbatterci in oggetti ornamentali, come ciondoli, orecchini, ninnoli di ogni genere, apparentemente solo graziosi e pittoreschi, ma che nascondono significati molto più profondi e spesso ignorati perfino da chi li indossa. Non si tratta solo della perdita progressiva di storie e tradizioni, della pauperizzazione di simboli, fagocitati dalla costante e vorticosa evoluzione di mode e manie tipica del mondo moderno. In alcuni casi, la storia e il senso di certi oggetti si confonde nell’intrecciarsi di più interpretazioni e letture, fino a perdere qualsiasi identificazione.
Per certi versi è il caso della Mano di Fatima, o Mano di Alo, o Hamsa o Khamsa. Già il fatto che lo stesso oggetto venga chiamato con molteplici nomi dà un’idea della difficoltà a trovare per esso un’interpretazione univoca. Il fatto è che la Mano di Fatima è un amuleto tanto antico, quanto legato a religioni e culture diverse, ciascuna delle quali gli ha conferito un significato e una valenza differenti.
Ma di cosa si tratta?
La Mano di Fatima è un amuleto che ha la forma di una mano con cinque dita. Indice e l’anulare hanno la medesima lunghezza e sono attaccati al medio, appena più lungo. Ai lati dell’amuleto ci sono due pollici inclinati verso l’esterno e di uguale dimensione. Spesso la Mano di Fatima è decorata da incisioni, la più caratteristica delle quali è un occhio aperto nel palmo della mano stessa, nella versione mussulmana (l’Occhio di Allah) e una Stella di David nella versione ebraica.
Anche la posizione in cui viene messa la Mano di Fatima cambia leggermente il suo significato. Collocata verso l’alto simboleggia forza, potere e benedizione, verso il basso attira fortuna, pazienza e amore.
Inoltre può presentarsi con tre dita aperte e due dita simmetriche ai lati; con tutte e cinque le dita aperte; con il pollice alzato e quattro dita aperte.
Storia della Mano di Fatima
Le origini della Mano di Fatima si perdono nei secoli, nel significato attribuito da sempre al numero cinque e all’iconografia della mano da svariate religioni e culture.
È probabile che esso sia stato introdotto dai Cartaginesi intorno all’820 d.C., come simbolo e attributo di Tanit, dea della Luna e della fertilità, sposa del dio Baal.
Un’altra tradizione vuole il motivo ornamentale conosciuto come la “mano di Dio” fosse già presente nell’iconografia ebraica a partire dal 244 d. C.
Ma è probabile che le sue origini siano ancora più arcaiche, collegate al culto sumero di Inanna e a quello Assiro-babilonese di Ishtar, anch’esse dee Dea dell’amore, della fecondità e della bellezza, della fertilità della terra.
Successivamente l’amuleto sarebbe stato recuperato dagli ebrei, che vollero vedere in esso la Mano di Miriam, sorella di Mosè e Aronne, e diffuso anche tra i Berberi e i Magrebini, che lo adottarono come simbolo di potere.
Da questo momento la religione ebraica e quella mussulmana sviluppano due modi differenti, eppure vicini, di considerare l’amuleto. In entrambe le religioni esso diviene espressione della presenza di Dio, che vede, benedice e protegge, o in una parola, della Mano di Dio. In queste accezione, la mano aperta viene utilizzata come protezione dal malocchio e dalla negatività.
Significato della Mano di Fatima
Per gli ebrei dunque l’amuleto rappresenta la Mano di Miriam, che per gli ebrei e i cristiani d’oriente sostituisce in un certo senso la Madonna come figura femminile vicina a Dio. Le cinque dita (hamesh in ebraico) simboleggiano i cinque libri della Torah, o anche HE, la quinta lettera dell’alfabeto, nonché uno dei nomi di Dio. La Mano tra gli ebrei riporta incise preghiere propiziatorie e di benedizione, e spesso reca la Stella di David incisa nel palmo.
Per i mussulmani l’amuleto ha assunto il nome di Mano di Alo o Hamsa o Khamsa (che in arabo significa ‘cinque’) o anche Mano di Fatima, e in questa accezione è simbolo di libertà. Fatima, che in arabo significa “La luminosa”, era la figlia del Profeta Maometto. Si diceva che quando lei andava a pregare nel deserto la pioggia cadesse, facendo sbocciare i fiori. Sposò Ali, cugino del padre e primo imam per lo Sciismo, e lo amò di un grandissimo amore, al punto che, quando lui portò a casa una concubina, come era suo diritto fare, Fatima immerse la mano nella zuppa bollente, e non si accorse nemmeno del dolore, tanto era lo strazio nel suo cuore.
Successivamente, il pianto di Fatima commosse il cuore di Alì al punto da fargli rinunciare alla concubina. Per le donne islamiche la Mano di Fatima porta pazienza e la gioia, fortuna e ricchezza, ed è un simbolo molto caro e prezioso.
Le cinque dita simboleggiano i cinque pilastri dell’Islam e l’occhio nel palmo è l’occhio di Allah.
Sia per gli ebrei, sia per i mussulmani, la Mano di Fatima è soprattutto un portafortuna e una formidabile protezione contro il male e il malocchio. In nord Africa e in parte del Medio Oriente è anche considerato un rimedio infallibile contro la gelosia. In India è chiamata “mano Humsa”.
Per alcune organizzazioni attive per la pace in Medio Oriente la Mano di Fatima è diventato simbolo di pace e armonia tra i popoli, in quanto vedono in essa una conciliazione tra la cultura ebraica e quella islamica.
Per i mussulmani spesso viene usata per indicare spazi adibiti alle donne.
La Mano di Fatima come simbolo non solo religioso
Al di fuori del contesto religioso, la Mano di Fatima ha acquisito nel tempo una valenza simbolica che lo ha reso un amuleto apprezzato anche in altri ambiti, o semplicemente un gioiello particolare da indossare, o ancora un tatuaggio originale da sfoggiare. Marche prestigiose di gioielli ne hanno fatto un decoro per collane, bracciali, orecchini, portachiavi.
Il suo significato esoterico legato alle antiche divinità femminili lo rende ancora particolarmente caro alle donne di ogni cultura e religione, che li indossano come portafortuna e amuleto d’amore.
Viene usata anche come gadget e come oggetto decorativo per proteggere la casa.