Le confraternite hanno costituito per secoli un tessuto connettivo nel nostro paese, tra spirito devozionale, religione e laicità. Ecco quali sono le più importanti
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Le confraternite della Chiesa cattolica sono associazioni pubbliche di fedeli che si dedicano principalmente al servizio liturgico, all’incremento del culto pubblico e all’esercizio di opere di carità, di penitenza e di catechesi. Un’altra delle occupazioni a cui le confraternite si dedicano è la promozione di una maggiore partecipazione dei fedeli alla liturgia e alla preghiera comune. L’obiettivo principale e distintivo di queste associazioni è dunque il servizio liturgico, che comprende la sostituzione dei ministranti durante le celebrazioni eucaristiche, nonché la presidenza e la guida della liturgia delle ore.
Le confraternite possono anche essere coinvolte nell’esercizio di opere di penitenza, come pratiche di digiuno, preghiera e mortificazione, al fine di crescere nella vita spirituale.
Infine, le confraternite svolgono un ruolo importante nella diffusione della catechesi, promuovendo la formazione religiosa e spirituale dei fedeli attraverso l’insegnamento della dottrina cattolica.
Queste associazioni sono regolamentata dai canoni 298 e successivi del Codice di diritto canonico in vigore.
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Anticamente esistevano associazioni paragonabili alle Confraternite: le Discipline. Esse prendevano il loro nome dalla Disciplina, una frusta usata come strumento di penitenza corporale. La sua funzione era quella di “disciplinarsi”, ovvero flagellarsi le spalle e la schiena come forma di espiazione per le proprie colpe e come atto di supplica per ottenere la misericordia divina.
Durante l’epoca carolingia, a partire dall’VIII secolo, le confraternite conobbero un forte sviluppo in Francia e nel resto d’Europa. Si trattava di associazioni miste, che coinvolgevano ugualmente sia consacrati sia laici. Spesso infatti i disciplini, o disciplinati non erano né frati né monaci, ma laici che mantenevano la loro vita familiare e lavorativa. Tuttavia, osservavano una “regola” e cercavano di perseguire la perfezione della vita cristiana propria degli ordini monastici e conventuali. In largo anticipo rispetto agli ordini religiosi che si sarebbero formati sufficientemente praticavano opere di carità e misericordia, costruendo ospedali, case di accoglienza, ostelli, cimiteri e oratori, e si impegnavano nell’incremento del culto pubblico e della pietà popolare, con opere di assistenza agli infermi, ospitalità ai viandanti, suffragio dei defunti, ma anche elemosine per orfani e vedove e assistenza religiosa ai condannati a morte e ai detenuti. Spesso i membri di queste associazioni sceglievano anche di vivere insieme, proprio come in un ordine religioso.
Nel Medioevo queste forme di partecipazione dei cittadini alla vita sociale e religiosa assunsero un’identità più definita. Nel XIII secolo si diffusero in tutta Europa come un vero e proprio tessuto connettivo della società, in cui la motivazione religiosa si accompagnava spesso al bisogno di considerazione sociale e di sicurezza. È possibile individuare almeno quattro tipologie di confraternite:
- confraternite di devozione, che radunavano coloro che erano attratti dalla stessa forma di pietà, ad esempio il culto dell’eucaristia o del rosario;
- confraternite dei penitenti, come la Compagnia dei Disciplinati o i Flagellanti;
- confraternite di mestiere, come le cosiddette Arti, univano i membri di una stessa professione attorno al culto del santo patrono;
- confraternite di beneficenza, che offrivano specifici servizi di assistenza, come la gestione di ospedali e la cura dei defunti.
Dal punto di vista religioso, le confraternite rappresentavano lo sforzo dei laici di trovare uno spazio tra la gerarchia ecclesiastica, i monaci e il popolo dei fedeli. L’importanza delle confraternite continuò a crescere nel tempo, trasformandole rapidamente in centri di potere indipendenti dall’autorità vescovile. Anche gli ordini religiosi iniziarono a mostrare interesse per il fenomeno e alcune confraternite vennero istituite da frati, come le confraternite del Carmine dei frati carmelitani, le confraternite della Cintura degli eremitani di Sant’Agostino, le confraternite del Rosario promosse dai Domenicani.
Verso la metà del XIII secolo, in Italia centrale, si verificò anche l’emergere del movimento noto come i flagellanti. A questo movimento aderivano molti membri di ordini religiosi e confraternite. Il movimento era caratterizzato dall’organizzazione di processioni che attraversavano le città, durante le quali i penitenti si colpivano il corpo fino a far scorrere il sangue. L’obiettivo di queste azioni era espiare i peccati dell’epoca e preparare l’avvento di un nuovo regno spirituale. Anche le confraternite organizzavano processioni dedicate ai santi, alla Madonna e a Cristo, e alcune erano molto cruente, come quelle nelle quali veniva rievocata la Passione.
Queste rappresentazioni si trasformarono nel tempo, dando vita alle Sacre Rappresentazioni medievali, opere teatrali a carattere religioso spesso interpretate dai membri stessi delle Confraternite. Soprattutto, queste associazioni promuovevano il culto verso la Santissima Eucaristia e organizzavano processioni eucaristiche, durante le quali portavano baldacchini, torce, turiboli, e guidavano i momenti di preghiera.
Durante la Controriforma il ruolo liturgico delle Confraternite si accrebbe. Il Concilio di Trento trasformò la cultura penitenziale, rendendola più spirituale e ridimensionando la pratica della flagellazione. Le confraternite, soprattutto quelle liguri, adottarono nuove regole più precise e assunsero nuovi compiti, andando a colmare il vuoto che si era venuto a creare nella devozione popolare. Col tempo alcune Confraternite adottarono un abito liturgico specifico e furono investite da speciali privilegi, che confermavano la loro importanza nella vita religiosa e sociale dell’epoca. Se all’inizio i confratelli indossavano abiti modesti e cappucci bianchi, nel XVI secolo, anche con la diminuzione del fenomeno della flagellazione, si ebbe un arricchimento delle loro vesti. Vennero introdotti abiti di raso e tessuti pregiati, spesso ricamati in oro e argento.
Le confraternite più popolari nel XVI secolo erano quelle dedite alla devozione mariana, soprattutto dopo che Papa Pio V attribuì la vittoria della Lega Santa contro i Turchi nella battaglia di Lepanto all’intercessione di Maria. Con l’aumento della venerazione mariana si svilupparono sempre più confraternite legate a tale devozione.
Dopo la soppressione dovuta ai decreti napoleonici, e la confisca di tutti i beni degli associati, solo le confraternite con un carattere prettamente religioso riuscirono a sopravvivere e a riprendere in seguito la loro attività.
Non riconosciute in un primo tempo dalla legislazione italiana come entità religiose, conobbero alterne vicende e regolamentazioni, finché nel 28 giugno 1934 venne loro concessa la personalità giuridica, riconoscendo così la loro esistenza legale.
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Come funziona una Confraternita
Le norme ecclesiastiche che regolano le confraternite si trovano nel Codice di Diritto Canonico, nel titolo V intitolato Le Associazioni dei fedeli (CIC 298-329). Queste norme stabiliscono le disposizioni generali che governano l’organizzazione e il funzionamento delle associazioni dei fedeli, comprese le confraternite. Le confraternite acquisiscono una personalità giuridica distinta da quella dei singoli aderenti. In Italia, la Conferenza Episcopale Italiana ha eretto la Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia con un proprio decreto datato 14 aprile 2000. Questa associazione riunisce la maggior parte delle confraternite italiane e ha lo scopo di favorire la cooperazione e la condivisione di esperienze tra di esse.
Ogni confraternita deve essere dedicata a un santo o a un mistero della fede, che rappresenta il focus spirituale della confraternita e ispira le sue attività. Deve essere dichiarato anche uno scopo specifico da perseguire, che può essere legato alla preghiera, all’adorazione, all’assistenza caritativa, alla promozione della devozione verso un particolare aspetto della fede, o ad altri obiettivi spirituali e pastorali. La confraternita può avere una sede fisica che può essere una chiesa, un oratorio o un altare all’interno di una chiesa parrocchiale o di un altro luogo di culto. La sede è il luogo in cui la confraternita svolge le sue attività e celebra le sue cerimonie.
La confraternita viene ufficialmente istituita mediante un decreto dell’autorità ecclesiastica competente. Questa autorità può essere il Pontefice, la Conferenza Episcopale, il Vescovo o il Superiore di un istituto religioso.
Le questioni interne alla confraternita devono essere regolate da uno statuto interno approvato dall’autorità ecclesiastica competente, che regola gli aspetti organizzativi, le norme di partecipazione, i doveri dei membri. I confratelli e le consorelle indossano un abito liturgico particolare durante le cerimonie e le processioni. L’abito può variare a seconda della regione, ma ha una foggia e un colore precisi che identificano l’appartenenza alla confraternita.
Le confraternite sono gestite da un’amministrazione interna, chiamata consiglio o governo, che è composta da diverse figure: il Priore, capo della confraternita e responsabile della sua guida e direzione; uno o due vicari, che lo coadiuvano; diverse figure che svolgono compiti specifici all’interno della confraternita, come il segretario, il cassiere, i provveditori, il fiscale e altri; consiglieri o consultori, i membri del consiglio. Inoltre, ogni confraternita deve avere un Assistente Spirituale, che è un sacerdote o un religioso nominato dall’autorità ecclesiastica competente.
Per entrare in una confraternita, è generalmente previsto un anno di noviziato, durante il quale il candidato partecipa alla vita della confraternita e il suo comportamento valutato dal consiglio. Dopo il completamento dell’anno di noviziato, i nuovi membri partecipano a una messa solenne, durante la quale giurano davanti a Dio e a tutti i confratelli, vengono benedetti e viene loro consegnata la cappa consacrata, che potranno indossare durante le processioni e le celebrazioni.
Differenza tra Confraternita e Arciconfraternita
Dopo il 1530, iniziarono a formarsi soprattutto a Roma anche le arciconfraternite, formate da diverse confraternite collegate tra loro. Una confraternita poteva aggregarsi a un’arciconfraternita inviando una presentazione ufficiale di statuti e una lettera del vescovo che attestasse la sua legittimità canonica. Fu Papa Clemente VIII a imporre questo requisito alla fine del 1500 per garantire l’ordine e la regolarità delle associazioni.
Il XVI secolo fu un periodo di grande prosperità per le confraternite italiane, in particolare per le arciconfraternite, chiamate anche “confraternite madri”. Avevano il diritto di aggregare le compagnie locali, che ricevevano tutte le indulgenze e i privilegi concessi all’arciconfraternita madre di riferimento.
Confraternita del Gonfalone
La storia del Gonfalone, confraternita romana, ha radici antiche. Originariamente chiamata “Raccomandati di Madonna S. Maria”, fu riconosciuta da papa Clemente IV nel 1267 e aveva sede presso la basilica di Santa Maria Maggiore. Nel 1351, cambiò nome in “Raccomandati del Gonfalone”. Nella seconda metà del XV secolo, la compagnia dei Raccomandati di Madonna S. Maria si unì a un’altra confraternita già presente nella basilica, dando vita alla Confraternita del Gonfalone.
La Confraternita del Gonfalone fu elevata al titolo di Arciconfraternita nel 1579 grazie al papa Gregorio XIII. Due anni dopo, il pontefice affidò loro l’opera pia del riscatto delle persone catturate dai corsari barbareschi nella penisola italiana, per liberarle e farle tornare alle loro famiglie. Questa opera pia di raccolta fondi per il riscatto dei prigionieri divenne l’attività principale della confraternita durante il XVII e XVIII secolo.
Dopo la soppressione in epoca napoleonica il Gonfalone di Roma riprese le sue attività nel 1823, ma nel corso del tempo si ridimensionò e cadde in uno stato di inattività, mantenendo vivo il ricordo attraverso il suo splendido oratorio. Nel dicembre 2010 l’Arciconfraternita romana ha ripreso l’attività su decreto del Cardinale Vicario, aggiornando gli antichi statuti e iniziando con dodici confratelli fondatori in memoria della fondazione originaria.
Confraternita Santissimo Sacramento
L’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento è una confraternita cattolica dedicata alla venerazione e alla preservazione del culto eucaristico. Le origini di questa confraternita risalgono a un periodo incerto. Ci sono indizi di una sua fondazione già nel 1539, ma la fonte non è certa.
Durante la Controriforma la Chiesa cattolica voleva ribadire la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia in ogni modo. Molte confraternite modificarono il loro nome originale da “Corpo di Cristo” a “SS. Sacramento”, ritenuto più adatto a diffondere la dottrina cattolica sulla presenza eucaristica. Così fu anche probabilmente per la confraternita del Corpo di Cristo a Vico del Gargano.
Confraternita Santissimo Crocifisso
Istituita ad Alessandria nel XIII secolo, la veneranda Confraternita del Santissimo Crocifisso in San Giovannino rientra tra i movimenti penitenziali di cui accennavamo.
Un’Arciconfraternita del SS. Crocifisso venne eretta invece nel 1591 presso la Cattedrale di Agrigento. La sua fondazione è legata alla devozione verso Gesù Crocifisso. La denominazione ufficiale della confraternita era “Santissimo Crocifisso della Carità”, per sottolineare anche l’aspetto caritatevole delle sue iniziative. Oltre alla devozione verso il Crocifisso, la confraternita si dedicava all’opera speciale di carità a favore dei carcerati, dei liberati dalla prigione e ad altre opere di bene.
Con l’approvazione e la conferma sia dalla Curia Vescovile la confraternita divenne Arciconfraternita e in seguito venne affiliata all’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso di San Marcello a Roma.
Confraternita della Misericordia
In generale le Misericordie sono confraternite e arciconfraternite di origine cattolica dedite all’assistenza dei bisognosi. In Italia si trovano fonti che fanno risalire la fondazione della Misericordia di Firenze, una delle più antiche, al 1244. Molte Misericordie si dedicavano anche alla cura dei pellegrini, o all’assistenza dei condannati a morte.
Oggi in Italia sono attive oltre 700 Confraternite di Misericordia, riunite sin dal 1899 nella Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Le loro attività di volontariato spaziano dal soccorso sanitario con ambulanze, alla gestione di centri sociali e residenze per anziani, alla Protezione Civile.