La tradizione millenaria del Presepe Napoletano

La tradizione millenaria del Presepe Napoletano

La tradizione del presepe napoletano è una delle più antiche e consolidate arti presepiali al mondo. Le sue origini risalgono addirittura al Medioevo e innumerevoli documenti attestano che per tutto il Rinascimento l’usanza di realizzare figurine e scenografie fu molto diffusa e crebbe sempre di più il numero di esemplari e la cura delle lavorazioni.

A Napoli esiste ancora oggi una strada dedicata quasi interamente alle botteghe artigiane specializzate in presepi napoletani. Si tratta di Via San Gregorio Armeno. Inoltre molti musei campani dedicano ampie sezioni alla conservazione di presepi napoletani d’epoca, vere e proprie opere d’arte.

Originariamente i committenti del presepe napoletano erano ordini religiosi o chiese. In un secondo tempo, intorno al 1600, si diffuse la moda tra i nobili di farsi realizzare presepi napoletani per le proprie cappelle di famiglia e dimore patrizie.

Le statuette venivano realizzate in terracotta o legno, e in breve si venne a creare una vera e propria tradizione di scultori di presepi napoletani specializzati in questa particolare forma d’arte.

Per le scenografie, la capanna della natività, le scene con i pastori o i Re Magi, le botteghe e le osterie, si utilizzava il sughero, ma anche il legno e pietre vere, spesso importate dalla Palestina.

Nel periodo barocco il presepe napoletano conobbe un notevole slancio artistico e una diffusione sempre più vasta. Manichini snodabili in legno, prima, e in anima di fil di ferro e stoppa, successivamente, sostituirono le statuine di terracotta e legno. Inoltre prese piede il presepe napoletano smontabile (in precedenza i presepi erano fissi).

Sempre in questo periodo (circa la fine del Seicento) nacque la teatralità del presepe napoletano.

Alla rappresentazione della capanna con la Sacra Famiglia si affianca in modo sempre più prepotente tutto un mondo squisitamente profano, fatto di pastori, commercianti, accattoni, banchi, botteghe, taverne, che richiamano la vivacità delle strade e dei vicoli partenopei. Se prima i committenti nobili amavano far rappresentare se stessi nel presepe napoletano, ora i personaggi che lo animano sono uomini e donne del popolo, spesso affetti da deformità o segni caratteristici (nani, gobbi, etc.), in un trionfo dei poveri e degli umili che riavvicina il concetto stesso di presepe napoletano a Gesù.

Fu il Settecento tuttavia l’epoca d’oro del presepe napoletano. Molti grandi scultori si cimentarono nell’arte presepiale, e molti nobili facevano a gara per creare allestimenti sempre più grandi, sfarzosi e ricchi di dettagli folkloristici.

Ogni personaggio presente nel presepe napoletano ha un significato particolare e rientra in una simbologia ormai codificata nel tempo. Per esempio il pescatore è colui che pesca le anime, mentre i due compari, zi’ Vicienzo e zi’ Pascale, sono la personificazione del Carnevale e della Morte.