San Sebastiano e il suo martirio per aiutare i cristiani perseguitati

San Sebastiano e il suo martirio per aiutare i cristiani perseguitati

San Sebastiano fu un integerrimo militare romano, prima di essere un martire cristiano. La sua storia è un esempio di coraggio e onore ancora oggi

Da alto ufficiale dell’esercito romano a Santo martire, ucciso dai suoi stessi soldati e commilitoni in nome della propria religione, San Sebastiano emerge nel panorama dei martiri cristiani come un esempio di coraggio, onore e fede incondizionata. La sua storia è intrisa di sacrificio e devozione, un’esemplificazione viva dell’ardente spirito cristiano di fronte alla persecuzione, ma dimostra anche il valore e il senso dell’onore di un uomo che non venne mai meno ai propri valori e doveri. Non a caso tra i suoi patronati c’è anche quello degli uomini d’onore, coloro che cercano di vivere con integrità, onestà e dignità nelle loro azioni e relazioni.

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Militare e fervido credente, San Sebastiano fa parte della Militia Christi, ovvero di quei Santi che furono in vita militari, senza mostrare conflitto tra la propria fede cristiana e la professione militare. Oltre a lui, San Giorgio, un militare di carriera, che subì il martirio per il suo rifiuto di sacrificare agli dèi, e San Maurizio, figura di spicco tra i martiri della legione tebea, un soldato che rifiutò  di essere impiegato per perseguitare altri cristiani. Tutti questi Santi sono uniti dalla determinazione a mantenere la coerenza tra la fede e il ruolo militare, facendo delle loro azioni un’espressione coerente dei valori che professavano.

La sua memoria liturgica cade il 20 gennaio, data della sua morte, per la Chiesa occidentale, il 18 dicembre per quella Orientale.

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La vita di San Sebastiano

San Sebastiano Martire visse nel III secolo d.C., sotto il dominio dell’imperatore Diocleziano. Originario di Narbona nelle Gallie, per parte di padre, e istruito a Milano, città da cui proveniva la madre e dove conobbe e venne conquistato dalla religione cristiana, si trasferì poi a Roma, dove scalò rapidamente i ranghi dell’esercito imperiale, fino a diventare tribuno nella prima corte pretoria, in pratica le guardie del corpo dell’imperatore. Proprio grazie a questa carica prestigiosa, quando l’Imperatore scatenò la sua terribile persecuzione contro i cristiani, Sebastiano poté permettersi di aiutare segretamente i compagni imprigionati, proteggendoli e, quando non poteva fare altro, garantendo loro almeno una dignitosa sepoltura. Non solo, forte della propria posizione San Sebastiano si impegnò a diffondere il Cristianesimo tra funzionari e militari di corte imperiale.

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Il martirio di San Sebastiano

Quando Diocleziano scoprì che una delle suoi più fedeli guardie stava aiutando coloro che lui aveva giurato di perseguitare e annientare, la sua ira fu travolgente. Ordinò che Sebastiano venisse legato a un albero sul colle Palatino e trafitto con così tante frecce da coprirlo interamente. Credendolo morto, i soldati lo abbandonarono, ma una matrona cristiana di nome Irene lo raccolse e, accorgendosi che era ancora vivo, lo portò a casa per curarlo.

Quando si fu rimesso in forze, Sebastiano si presentò al palazzo imperiale e accuso pubblicamente Diocleziano per la sua persecuzione nei confronti dei cristiani. L’imperatore, stupefatto nel vederlo di nuovo di fronte a sé, questa volta ordinò che fosse fustigato a morte e gettato nelle fogne della città. Di nuovo fu una donna, Lucina, a recuperare il corpo del Santo e a garantirgli una degna sepoltura cristiana nelle catacombe che poi avrebbero preso il suo nome.

Su quelle catacombe venne eretta poi una Basilica e da lì si sviluppò un importante culto che si estese ad altri luoghi di Roma, con la costruzione di nuove chiese, spesso nei siti menzionati nella Passione di San Sebastiano. Nel X secolo una chiesa dedicata al culto del Santo sorgeva probabilmente sul Colle Palatino, sulle rovine del tempio di Eliogabalo, dove Sebastiano si era eretto ad accusatore di Diocleziano.

Cosa protegge San Sebastiano?

La storia di San Sebastiano continua a essere ancora oggi una fonte di ispirazione per i cristiani in tutto il mondo che affrontano persecuzioni. Il suo coraggio nel fronteggiare la brutalità con dignità e la sua ferma adesione alla fede cristiana sono un faro di speranza in tempi di oscurità. In un’epoca in cui molti cristiani sono perseguitati a causa della loro fede, la figura di San Sebastiano offre conforto e forza.

Oltre che come protettore degli uomini d’onore, San Sebastiano è venerato come patrono anche da altre categorie di uomini, proprio per il suo saper incarnare un’ampia gamma di significati e simboli, soprattutto per chi opera nel campo della sicurezza e della difesa. Infatti è Santo Patrono della polizia locale e dei militari.
Allo stesso modo, Sebastiano è invocato come protettore dei sofferenti, un intercessore per coloro che affrontano dolore fisico o emotivo.

Ancora, ma non meno importante, è il santo protettore degli arcieri, dei balestrieri, degli archibugieri, a causa del suo terribile martirio, e dei tappezzieri, dei tagliatori di pietre, dei fabbri, dei pompieri e dei giardinieri.
La diversità delle categorie che lo considerano patrono sottolinea la sua influenza e la sua capacità di ispirare e proteggere persone provenienti da sfere diverse della vita. La sua venerazione come patrono di queste varie categorie rappresenta l’ampio impatto che la sua storia e la sua devozione hanno avuto nel corso dei secoli.

Nei tempi antichi, San Sebastiano era venerato come protettore contro la peste. Questo a causa delle ferite e delle piaghe che gli deturpavano il corpo. La sua figura era particolarmente cara alle Confraternite di Misericordia, grazie alla sua fama di soccorritore dei sofferenti, guadagnandosi così un posto di rilievo tra i santi invocati contro peste ed epidemie. La connessione tra Sebastiano e la peste può essere attribuita al fatto che le ferite inflitte dalle frecce assomigliano alle lesioni provocate dalla stessa malattia. Questo legame visivo ha contribuito a rafforzare la sua associazione con la protezione contro queste terribili afflizioni, alimentando la sua venerazione e la sua continua invocazione come difensore dalle epidemie. San Carlo Borromeo fece erigere in onore del Santo il Civico Tempio di San Sebastiano, che ancora oggi sorge nelle vicinanze del Duomo di Milano, come “ex voto” per aver salvato la città dal flagello della peste che l’aveva colpita nel 1576.

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Anche se la peste è debellata, le Confraternite di Misericordia italiane rivendicano ancora oggi San Sebastiano come loro patrono, in virtù del suo ruolo di soccorritore dei martirizzati e dei sofferenti, lui che proteggeva e soccorreva i suoi compagni uccisi per la loro fede cristiana. Ancora oggi le Misericordie, ispirate dal suo esempio, continuano a incarnare questo stesso spirito di soccorso e assistenza. Attraverso l’impegno dei loro volontari, gestiscono una vasta rete di servizi socio-sanitari, radicati in valori cristiani, che mirano a supportare coloro che versano in condizioni di sofferenza e bisogno mantenendo vivo lo spirito di compassione e solidarietà del Santo, offrendo sostegno concreto a chiunque ne abbia bisogno, seguendo un’ispirazione profondamente radicata nei principi cristiani di assistenza e amore fraterno.