La storia di San Giorgio che uccise un drago

La storia di San Giorgio che uccise un drago

La leggenda di San Giorgio e il drago è divenuta col tempo una parabola della lotta tra il bene e il male. Ma chi era davvero San Giorgio, il santo guerriero?

San Giorgio e il drago. Sembra il titolo di una fiaba. In realtà la tradizione ci tramanda la storia di un martire cristiano, coraggioso soldato, valoroso guerriero, che giunse a divenire una delle guardie del corpo dell’imperatore Diocleziano. Il suo culto antichissimo si sviluppò fin dal IV secolo e si diffuse in tutta la cristianità. Gli Islamici gli attribuirono il titolo di Profeta. E il drago che cosa c’entra?

Storia di San Giorgio

Per comprendere l’evoluzione della figura di San Giorgio dobbiamo considerare che egli visse in un’epoca davvero remota. Secondo la Passio sancti Georgii, un antico codice risalente al XIII secolo decorato da suggestive miniature, Giorgio nacque intorno al 280 d.C. in Cappadocia, nell’odierna Turchia, da padre persiano e madre cappadoce. Furono i genitori a educarlo alla religione cristiana, ma Giorgio crebbe anche imparando l’arte della guerra, tanto che, una volta cresciuto e trasferitosi in Palestina, si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Seppe farsi onore e dimostrare la propria abilità al punto da diventare una delle guardie del corpo dell’Imperatore, ma quando quest’ultimo avviò una feroce persecuzione contro i cristiani anche Giorgio ne fu vittima.

Martirio di San Giorgio

Dapprima Diocleziano, che era affezionato al giovane e ne apprezzava le doti guerresche, tentò di convincerlo ad abbracciare il paganesimo, a sacrificare offerte agli dèi, lo tentò con doni e promesse di potere. San Giorgio rifiutò davanti all’imperatore stesso di abiurare la propria fede, e per questo venne, imprigionato, picchiato e torturato in tutti i modi. Mentre era prigioniero Dio gli predisse che avrebbe subito sei anni di tormenti, e che tre volte sarebbe morto, tre resuscitato. Così avvenne: Giorgio venne tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, ma resuscitò, portando alla conversione il magister militum (comandante dei soldati) Anatolio e tutta la sua guarnigione. Successivamente abbatté con la sola forza del suo soffio tutte le statue di un tempio pagano, e così ottenne anche la conversione dell’imperatrice Alessandra. Mentre intorno a lui le persecuzioni contro i cristiani divenivano sempre più crudeli ed estese, Giorgio venne di nuovo condannato a morte dall’imperatore Diocleziano. Questa volta subì il martirio per decapitazione, non prima di aver garantito protezione a chi avesse onorato le sue reliquie.

Il drago

La leggenda di San Giorgio e il drago è raccontata nella Legenda Aurea, la raccolta di biografie agiografiche composta da Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, in epoca medievale. Secondo la leggenda nella città di Salem, in Libia, c’era uno stagno abitato da un enorme drago perennemente affamato. Gli abitanti della regione cercavano di placarlo offrendogli pecore e capre, ma a un certo punto il bestiame non fu più sufficiente e il drago reclamò in offerta esseri umani. La gente del luogo iniziò così a effettuare un macabro sorteggio tra i propri figli, scegliendo in questo modo chi dovesse venire immolato alla fame insaziabile del drago. Quando anche la principessa Silene, la figlia del re locale, venne sorteggiata, San Giorgio si presentò alle porte della città. Proclamò che Dio lo aveva mandato per sconfiggere il mostro, a patto che tutti gli abitanti di Salem accogliessero la fede in Cristo. Il re e tutti i suoi sudditi accettarono di farsi battezzare, e così San Giorgio affrontò il drago, lo ridusse alla mansuetudine, e lo fece condurre dalla principessa in città, legato con una semplice cintura. Alla vista del miracolo tutti si convertirono e il drago venne ucciso.

Drago San Giorgio
Statua del drago con scudo in ingresso alla città di Londra

Diffusasi soprattutto in epoca medievale, questa storia ispirò molti artisti, da Paolo Uccello a Donatello a Kandinsky, che rappresentarono nelle loro opere San Giorgio e il drago, ma fu anche di ispirazione per la nascita di numerosi Ordini cavallereschi che presero il nome del Santo. La devozione a San Giorgio da parte di Riccardo Cuor di Leone fece sì che egli fosse patrono d’Inghilterra.

La leggenda di San Giorgio e il drago rappresenta la lotta del bene contro il male, dei valori della Cristianità contro il caos e la barbarie. In questo senso venne presa come emblema degli ideali della nascente cavalleria.

La croce di San Giorgio è una croce rossa in campo bianco. Utilizzata dai Genovesi fin dalla fine del VI secolo, divenne il vessillo ufficiale della Repubblica di Genova, ma venne usata anche dai cavalieri crociati per la sua forte valenza simbolica e poi impressa sulle bandiere di molte nazioni.

Festa di San Giorgio

San Giorgio è venerato in molti comuni italiani. La sua festa cade il 23 aprile. A Reggio Calabria il suo culto risale ai primi anni dell’XI secolo, dove è venerato come salvatore della Calabria contro i saraceni. San Giorgio è anche patrono degli arcieri, dei cavalieri, dei soldati, dei boy-scout, degli esploratori e delle guide. Viene fin dall’antichità invocato come molti altri santi contro le malattie della pelle, ma anche la peste e le malattie veneree.

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