5 santi che hanno sofferto per amore - Holyblog

5 santi che hanno sofferto per amore

5 santi che hanno sofferto per amore

Fin dalle origini del Cristianesimo ci sono state storie di santi innamorati che costituiscono esempi di amore, umanità, fragilità. Eccone alcune

Anche i Santi hanno sofferto per amore. O almeno alcuni tra di essi. Dopotutto parliamo di uomini e donne, in quanto tali soggetti ai sentimenti, alle emozioni, alla passione. Perfino al peccato, basta pensare a Sant’Agostino, che, prima di diventare il fulgido esempio di santità e virtù che conosciamo, era dedito al vizio e alla dissolutezza. Ecco dunque che, in vista della festa di San Valentino, dedicata a chi ama, non c’è nulla di strano a voler riscoprire le storie di santi innamorati. Santi che hanno amato, che sono stati sposati, o che hanno perso l’amore della loro vita e hanno avuto il cuore spezzato. Uomini e donne, appunto, vulnerabili, capaci di sentimenti umani e, ciononostante, o forse proprio per questa loro fragilità, santi. Questi stessi santi, secondo la tradizione cristiana, possono essere invocati per chiedere aiuto nei momenti di sofferenza amorosa.

le origini di san valentino

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Vediamo alcune storie di santi innamorati.

San Valentino da Terni

San Valentino da Terni, vescovo romano e martire, è considerato il Santo protettore degli innamorati. Le ragioni di questo patronato sono da ricercare nella storia del Santo, e nelle diverse tradizioni e leggende a lui ispirate. Molte di queste sottolineano il suo impegno in favore dell’amore e dell’unione tra uomini e donne, anche di diverse professioni religiose, come nel caso del matrimonio tra Serapia e Sabino. In altre leggende San Valentino appare come un pacificatore, al quale gli innamorati si rivolgevano in cerca di aiuto, in virtù della sua natura compassionevole e la sua capacità di risolvere i conflitti attraverso l’amore e la preghiera. Queste storie, sebbene leggendarie, hanno contribuito a plasmare la figura di San Valentino come patrono degli innamorati e dei matrimoni, e continuano a ispirare le persone a cercare e celebrare l’amore nelle loro vite. Ma c’è anche un’altra leggenda secondo la quale San Valentino stesso sarebbe stato innamorato di una fanciulla. Imprigionato per aver continuato a celebrare matrimoni tra giovani cristiani nonostante il divieto dell’Imperatore Claudio II, il Santo si era infine innamorato perdutamente della figlia del suo carceriere. Si dice che poco prima della sua esecuzione abbia scritto una toccante lettera d’addio alla sua amata, firmandosi semplicemente con le parole: “Dal vostro Valentino”. Questo gesto romantico e struggente testimonia la profondità dei suoi sentimenti e la sua dedizione all’amore, anche di fronte alla morte imminente. Questa storia aggiunge un ulteriore strato di umanità e passione alla figura di San Valentino, capace di amare come un semplice uomo.

Sant’Agostino d’Ippona

Abbiamo già citato Sant’Agostino d’Ippona, conosciuto per le sue esperienze di amore e passione prima della sua conversione al Cristianesimo. In questo senso Sant’Agostino comprende le sfide dell’amore e può essere un intercessore potente per coloro che soffrono per relazioni perdute. Non a caso egli ha lasciato, tra i suoi innumerevoli e ispirati scritti, una Lettera all’uomo per amare una donna per sempre. Un testo straordinariamente attuale, che ogni uomo innamorato dovrebbe leggere e fare proprio!

sant'agostino d'ippona

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Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.
Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.
Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.
Ama la tua donna senza chiedere altro all’infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.
Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire. Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.
Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.
Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.
Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l’esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio.
E sii sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore.
Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!

Santa Rita da Cascia

Santa Rita da Cascia, protettrice dei matrimoni e delle cause impossibili, visse invece un matrimonio difficile e soffrì la tragica e prematura perdita del marito e dei figli. Prima di abbracciare la vita monastica nel convento agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia, infatti, Santa Rita da Cascia fu data in sposa a Paolo di Ferdinando, un ufficiale ghibellino, per volontà dei suoi genitori. Nonostante il carattere fiero e violento di Paolo, Rita lo amò, e lui riuscì a placare il proprio cuore guerresco per amore di lei. Insieme ebbero due figli e condussero una vita serena e felice, finché, sfortunatamente, il passato turbolento di Paolo tornò a tormentarli, e una notte egli fu brutalmente assassinato.

Nonostante il dolore della perdita, Rita dimostrò una straordinaria virtù di perdono, rifiutando ogni desiderio di vendetta e pregando per la pace e la protezione dei suoi figli. Purtroppo, le sue preghiere furono esaudite in un modo doloroso: entrambi i suoi figli morirono, lasciandola sola e abbandonata, anche dai parenti del marito che aveva convinto a non cercare vendetta. In seguito a queste tragedie, Rita ottenne il permesso di entrare nel convento di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove abbracciò la vita monastica come suora agostiniana. Per queste ragioni a lei è stato associato il patronato dei matrimoni, soprattutto quelli difficili e dolorosi.

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Pier Giorgio Frassati

Il Beato Pier Giorgio Frassati, terziario domenicano, nacque nel 1901 a Torino, all’interno di una famiglia della ricca borghesia. Dotato di un carattere amabile e aperto, fin dai suoi anni di liceo, venne profondamente toccato dall’incontro con la povertà, iniziando a frequentare le Opere di San Vincenzo e dedicando il suo tempo libero alle opere assistenziali a favore dei poveri e dei diseredati. Si unì a diverse congregazioni e associazioni cattoliche e, insieme ai suoi più cari amici, fondò una società dedicata all’aiuto reciproco nella vita interiore e nell’assistenza agli ultimi.
A soli 22 anni, Pier Giorgio incontrò Laura Hidalgo e si innamorò perdutamente di lei. Tuttavia, questo amore rimase segreto nel suo cuore, poiché il ragazzo temeva di causare dolore alla sua famiglia, essendo Laura di estrazione sociale inferiore. Non le confessò mai i suoi sentimenti e alla fine rinunciò a lei. Morì sette mesi dopo di poliomielite il 4 luglio 1925, dopo aver scritto una toccante lettera d’addio, in cui si legge, tra le altre cose: “Ho amato con amore puro, e oggi, rinunciando a lei, desidero la sua felicità. Ti chiedo di pregare Dio perché mi dia la forza cristiana per affrontarlo serenamente.”

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Santa Elisabetta d’Ungheria

Santa Elisabetta d’Ungheria è stata un esempio di dedizione alla volontà di Dio e di amore verso i poveri, nonostante la sua nobiltà e ricchezza. Come principessa ungherese, viveva circondata dal lusso e dal prestigio, ma mantenne sempre un cuore generoso e aperto agli altri, condividendo generosamente le sue ricchezze con i meno fortunati.
Profondamente innamorata del marito, Ludovico IV (detto anche Luigi il Santo), Elisabetta dimostrò un amore sincero che non la distolse mai dalla sua fede e dalla sua dedizione a Dio.
Sposata a 14 anni, Elisabetta rimase vedova a soli 20 anni, quando la morte del marito la colpì duramente. Nonostante il dolore devastante, accettò la volontà di Dio con una fede genuinamente cristiana e dopo la morte del marito abbracciò la vita religiosa nel Terz’Ordine Francescano, dedicandosi con zelo alle opere di carità e alla cura dei più bisognosi. La sua vita di sacrificio e servizio agli altri la condusse a una morte prematura, avvenuta quando aveva solo 24 anni.
Il suo esempio straordinario di umiltà, generosità e fedeltà alla volontà di Dio, ha ispirato generazioni di credenti a seguire il cammino dell’amore e della carità.