San Giuda Taddeo, il santo protettore dei casi disperati

San Giuda Taddeo, il santo protettore dei casi disperati

Il 28 ottobre si festeggia la memoria di San Giuda Taddeo Apostolo, patrono dei casi disperati. Ecco come nasce questa credenza

La tradizione vuole che San Giuda Taddeo fosse figlio di Maria di Cleofa, una delle tre Marie, le tre pie donne che accompagnarono la Sua agonia ai piedi della croce, nonché cugina della Vergine Maria. Questo farebbe di San Giuda Taddeo il cugino di Gesù, nonché fratello di Giacomo il Minore, e questa parentela sarebbe ulteriormente avvalorata perché Maria di Cleofa sposò Alfeo, che era a sua volta fratello di San Giuseppe. In ogni caso San Taddeo era dunque imparentato con Gesù, sia da parte di padre che da parte di madre. Nacque a Cana di Galilea, in Palestina, e fu uno dei dodici apostoli, così come Giacomo, uno dei sui fratelli. Successivamente Giacomo divenne anche il primo vescovo di Gerusalemme, e un altro fratello, Simone, fu il suo successore. Un terzo fratello, Giuseppe, era conosciuto col soprannome di Giusto, mentre l’unica sorella, Maria Salome, fu la madre di altri due apostoli: San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista. Una grande famiglia, quindi, strettamente legata alla famiglia di Gesù, al punto che in certi passi delle Sacre Scritture San Giuda Taddeo e i suoi fratelli sono menzionati no come cugini, ma come fratelli del Cristo.

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Poco citato nella Bibbia, San Giuda Taddeo non va confuso con un altro Giuda tristemente famoso. Parliamo naturalmente di Giuda Iscariota, anch’egli apostolo, almeno finché non tradì Gesù per trenta denari. Forse anche per evitare confusione nelle Scritture San Giuda Taddeo viene di solito chiamato solo Taddeo, o in alternativa Lebbeo: Taddeo deriva dall’aramaico “taddajja”, che significa petto, mentre Lebbeo viene dalla parola “libba”, cuore. Quindi il significato del nome di questo Apostolo è in ogni caso “uomo dal grande cuore”.

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Nel Nuovo Testamento è inclusa una lettera di Giuda attribuita a San Giuda Taddeo, datata tra il 70 e il 120 d.C. e composta da 25 versetti, il primo dei quali recita: “Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo”. Inserita nel canone della Bibbia, la lettera trae ispirazione da leggende ebraiche e da scritti apocrifi, come l’Assunzione di Mosè e l’Apocalisse di Enoch.

Martirio e iconografia

Dopo la morte di Gesù, San Giuda si dedicò a predicare la Parola con grande passione e determinazione, soprattutto in Persia. Questo gli inimicò in particolare i due maghi Zaroes e Arfaxat e i sacerdoti pagani, che fecero arrestare lui e l’apostolo Simone Zelota e li fecero portare al tempio del sole. Qui i due rifiutarono di abiurare la loro fede, e San Giuda ammonì i presenti a diffidare dai falsi idoli, poiché in essi albergavano demoni pericolosi. Ciò detto, due demoni apparvero e distrussero il tempio. Furiosi i sacerdoti aizzarono il popolo contro il Santo, che venne trucidato a sassate, mazzate e colpi di lancia. I suoi resti sono custoditi nella Basilica di San Pietro, a Roma, al centro dell’abside del transetto sinistro dedicato a San Giuseppe. Altre reliquie furono portate da un frate a Lanciano, in Abruzzo, e furono oggetto di una violenta disputa tra Venezia e Lanciano, nel corso della quale venne coinvolto per errore anche il Regno di Napoli. Alla fine Venezia riconobbe a Lanciano la proprietà delle reliquie, che ancora oggi sono custodite in una cappella nel convento di Sant’Agostino a Lanciano.

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Nell’iconografia popolare San Giuda è rappresentato con in mano un libro, simbolo della Parola di Dio di cui fu un araldo coraggioso e appassionato, e un’alabarda, una specie di lancia, strumento del suo martirio o in alternativa una mazza, sempre per ricordare la sua morte violenta.

La Chiesa nera

San Giuda Taddeo fu anche il primo Catholicos (patriarca) della chiesa armena. Infatti furono i due apostoli San Bartolomeo e San Giuda a portare il Cristianesimo in Armenia. Anzi, fu qui che il Cristianesimo divenne religione di stato già nel 301 d.C., prima che in qualsiasi altro paese. In una zona montagnosa dell’Azarbaijan, nel luogo in cui San Giuda Taddeo sarebbe morto, sorge il monastero di San Taddeo, chiamato anche Kara Kilise o Qareh Kalisa, “la Chiesa nera“. Inclusa dal 2008 nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, la Chiesa nera è un luogo di pellegrinaggi visitato ogni anno da migliaia di devoti da tutto il mondo.

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Patrono delle cause perse

Insieme a Santa Rita, Santa Filomena e San Giorgio Taumaturgo, San Giuda Taddeo è considerato patrono delle cause perse e protettore di chi è senza speranza. Non si conoscono le ragioni di questa associazione, ma la tendenza a invocarlo in occasione di situazioni disperate è iniziata presto. San Bernardo viaggiava sempre con una reliquia di San Giuda Taddeo con sé, e anche Santa Gertrude lo pregava ogni giorno.

Preghiera a San Giuda

C’è una speciale preghiera a San Giuda Taddeo che può essere recitata per tre giorni quando ci si trova ad affrontare un problema insormontabile. Se la situazione è davvero disperata la si può ripetere per nove giorni, Ecco la novena a San Giuda Taddeo:

San Giuda Taddeo,
servo fedele e amico di Gesù,
tu che sei il benedetto patrono
delle cause difficili e disperate,
prega e intercedi per me con grande impegno,
perché io sono sopraffatto in questo momento di grande miseria.
Mio santissimo San Giuda Taddeo soccorrimi prontamente
non rigettare la mia richiesta, perché io ricorro a te con impazienza e con una grande speranza, sapendo che è grande la tua bontà

Ti prometto San Giuda
di ricordare sempre questo favore e di non dimenticare mai di
onorarti come mio potente protettore e mio grandissimo benefattore.