Chi erano i 12 apostoli e scopri la differenza tra apostoli e discepoli

Chi erano i 12 apostoli e scopri la differenza tra apostoli e discepoli

Chi erano i 12 apostoli, compagni di Gesù nel breve arco della sua missione e che da Lui hanno ricevuto l’incarico di portare nel mondo la Parola?

Quando si parla della vita di Gesù si tende molto spesso a immaginarlo solo, intento a predicare, a portare consolazione e speranza tra i più sfortunati, a compiere miracoli. Anche ripensando alla Sua Passione e alla morte in croce, poche sono le figure che vengono citate dai Vangeli al suo fianco.

La verità è che dall’inizio della Sua missione Cristo non fu quasi mai solo, perché fin da subito iniziò a raccogliere intorno a sé discepoli che lo seguivano ovunque e condividevano con lui ogni aspetto dell’esistenza. La tradizione parla di 70 discepoli, tra i quali poi Gesù scelse 12 uomini particolarmente vicini, con i quali condivise l’Ultima Cena e ai quali affidò il compito di diffondere nel mondo il Suo messaggio, la Parola di Salvezza di cui era ambasciatore e araldo.

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A uno di essi in particolare, Pietro, chiese di fondare la Chiesa. Nei Vangeli di Marco e Luca c’è una differenza netta tra apostoli e discepoli, mentre in Matteo i 12 finiscono con uniformarsi a tutti coloro i quali seguivano Gesù. Tutti gli apostoli, eccetto Giuda Iscariota, sono annoverati tra i santi e beati.

Ma chi erano i 12 apostoli?

I nomi dei 12 apostoli

Secondo la tradizione Gesù scelse 12 apostoli come 12 erano le tribù di Israele. Abbiamo già sottolineato in precedenti articoli quanta importanza rivestissero i numeri nella cultura e nella religione ebraica. Le Sacre Scritture sono permeate di un forte simbolismo numerico, secondo il quale i numeri di rado sono utilizzati solo per indicare una quantità, quanto piuttosto come simboli di realtà umane o legate a Dio. In particolare il numero 12 e i suoi multipli si ripresentano in molti passi della Bibbia. 12 erano le tribù di Israele e ciascuna di esse discendeva da uno dei 12 figli di Giacobbe; 24 erano i Vegliardi che compaiono nell’Apocalisse di Giovanni, assisi su altrettanti scranni; 12 stelle compongono la corona della donna vestita di sole, che incarna la Chiesa, sempre nell’Apocalisse.

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L’importanza del numero 12 riguardo gli apostoli è confermata dal fatto che, dopo il tradimento di Giuda, essendo essi rimasti in 11, fu necessario trovare subito un sostituto, per poter tornare alla completezza voluta da Gesù: così venne scelto Mattia.

Dunque chi erano i 12 apostoli? Ecco i loro nomi: Pietro e suo fratello Andrea, Giacomo e Giuda Taddeo, anche loro fratelli e cugini di Gesù, Giacomo e suo fratello Giovanni, Matteo, Filippo, Tommaso, Giuda Iscariota, Bartolomeo, Simone detto lo Zelota o il Cananeo. Ad essi si aggiunse poi Mattia, che sostituì il traditore Giuda Iscariota.

Paolo di Tarso non conobbe mai Gesù, ma è definito l’”apostolo dei Gentili”, perché portò la Parola tra i greci e i romani, ottenendo innumerevoli conversioni.

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I mestieri dei dodici apostoli

Ma cosa facevano gli apostoli prima di seguire la chiamata di Gesù?

Pietro e suo fratello Andrea erano pescatori, così come Giacomo, Giovanni e Filippo. Da pescatori di pesci essi divennero pescatori di uomini.

Matteo lavorava invece come gabelliere, ovvero esattore delle tasse, mentre Giuda Iscariota era il tesoriere degli apostoli, depositario delle elemosine che venivano loro offerte.

Giuda Taddeo, l’apostolo dal grande cuore, era presumibilmente un contadino ed era sposato. Anzi, forse era lui lo sposo delle famose Nozze di Cana.

12 apostoli

Cosa sono gli Atti degli apostoli

Si tratta di una parte del Nuovo Testamento, il quinto libro subito dopo i Vangeli, e racconta cosa accadde ai discepoli e alla Chiesa di Gerusalemme dopo l’ascensione di Gesù, soffermandosi sulle prime missioni degli apostoli, sulla vita della Chiesa di Antiochia, sul Concilio di Gerusalemme e sui viaggi di San Paolo fino all’arrivo a Roma. Per questo l’opera è stata attribuita a Luca, medico e compagno di Paolo stesso, che l’avrebbe redatta tra il 70 e il 90 d.C.

È suddiviso in 28 capitoli ed è un documento prezioso perché permette di rendersi conto della rapidità con cui il messaggio evangelico si propagò nel bacino del Mediterraneo subito dopo la morte di Gesù.

Le lettere degli apostoli

Spesso nell’antichità le lettere venivano utilizzate come veicolo di conoscenza e insegnamento. Anche le Lettere degli apostoli hanno avuto un grande valore nella diffusione del messaggio evangelico e nella volontà di unire idealmente tutte le nuove comunità cristiane nei paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.

Insieme agli Atti degli apostoli e ai Vangeli canonici queste Lettere fanno parte del canone del Nuovo Testamento e raccolgono lettere scritte fra il 50 e il 100 d.C., 13 attribuite a San Paolo e 7 lettere “cattoliche”, o “canoniche” 1 di Giacomo, 2 di Pietro, 3 di Giovanni, 1 di Giuda. L’epistola agli Ebrei è stata per secoli attribuita a Paolo, ma l’attribuzione è incerta. Di certo fu Paolo, l’apostolo che non conobbe Gesù, uno dei più fervidi e instancabili tra gli apostoli, e le sue lettere ne sono la testimonianza.

Differenza tra apostoli e discepoli

Abbiamo già accennato alla differenza tra i 70 discepoli e i 12 apostoli.

In realtà, una volta stabilito chi erano i 12 apostoli canonici, possiamo considerare apostolo qualsiasi seguace di Gesù che, dopo averlo seguito in vita e aver assistito alla Sua morte e resurrezione, sceglie di portare nel mondo la Sua Parola.

Ma gli apostoli propriamente detti sono solo quelli che, dopo l’ascensione di Gesù al cielo sono stati investiti da Lui stesso della missione di portare il Suo messaggio di salvezza nel mondo. Per questo Gesù fece scendere su questi prescelti lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste e ordinò al capo tra di essi, Pietro, di fondare la sua Chiesa e portarla ovunque.

Il nome di discepolo invece è abbastanza generico, comprende sia i dodici apostoli sia i cristiani comuni, cioè i discepoli.

Che cosa hanno fatto gli apostoli dopo la morte di Gesù

Dopo la morte del Messia i suoi apostoli si sono separati e hanno iniziato a predicare la Buona Novella e a portarla nel mondo. Purtroppo essi si ritrovarono a dover fare i conti con chi non accettava la nuova religione portata da Gesù e da loro promossa.

Tutti gli apostoli subirono il martirio e vennero torturati e trucidati in nome della loro fede, e proprio per questo l’esempio che hanno lasciato è ancora oggi così prezioso e importante. Il fatto stesso che gli apostoli abbiano accettato il loro destino è una dimostrazione che essi davvero assistettero al miracolo della resurrezione di Gesù e proprio per questo sapevano che ogni Sua parola era vera, mentre si premunivano di portarla nel mondo.

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