Da uomo dissoluto a fondatore dei Camilliani, San Camillo de Lellis è patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali
Chi avesse conosciuto San Camillo de Lellis quando era giovane non avrebbe mai potuto immaginare che quel bravaccio dedito al gioco d’azzardo e alle risse da taverna, sarebbe potuto diventare un santo! Eppure egli trascorse davvero la sua giovinezza tra presidi militari e bettole, seguendo il padre ufficiale al servizio della Spagna, e divenne a sua volta soldato di ventura conducendo una vita disordinata e totalmente dedita al gioco. A causa di questo vizio perse ogni cosa e iniziò a vivere per strada, elemosinando e vagando senza mèta, finché venne accolto nel Convento dei Cappuccini di Manfredonia, che lo assunsero come tutto fare. Cominciò così la sua conversione, intorno al 1575, ma prima di poter prendere i voti trascorse molto tempo nell’ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma, prima per curarsi da una vecchia ferita al piede, poi come servitore, infine come economo e Maestro di Casa. Questo ospedale accoglieva malati affetti da malattie particolarmente gravi e ripugnanti, spesso incurabili, al punto che capitava sovente venissero lasciati all’ingresso come pacchi. Fu proprio interagendo con questi scarti della società, con questi rifiuti umani, che San Camillo de Lellis scoprì la sua vocazione per l’assistenza dei malati. Con cinque compagni diede vita nel 1582 alla Compagnia dei Ministri degli Infermi.
Successivamente si trasferì nel convento della Chiesa della Maddalena e iniziò a occuparsi anche dei malati e degli infermi dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Nel frattempo ricevette i voti, dopo aver studiato sotto la guida di San Filippo Neri. Nel 1591 la sua Compagnia venne riconosciuta come ordine religioso e assunse il nome di Ordine dei Ministri degli Infermi. L’ordine era caratterizzato, oltre che dai voti abituali di castità, povertà e obbedienza, da un quarto voto: assistenza dei malati anche con pericolo della vita.
L’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che avrebbe poi assunto il nome di Camilliani dal suo fondatore, si diffuse rapidamente in tutta Italia, con gruppi di monaci che prestavano servizio presso ospedali piccoli e grandi.
San Camillo de Lellis morì il 14 luglio del 1614 nel convento della Maddalena, sede del suo Ordine, e qui venne sepolto. Benedetto XIV lo proclamò santo nel 1746 e successivamente divenne patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali insieme con San Giovanni di Dio.
I Fatebenefratelli: i frati dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio
Fatebenefratelli è il termine popolare con cui vengono chiamati i frati appartenenti all’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio…
Per capire l’importanza della missione di San Camillo de Lellis dobbiamo pensare che in quell’epoca la cura degli infermi, soprattutto negli ospedali degli incurabili, era affidata spesso a mercenari e criminali, costretti a prestare servizio in questi luoghi spaventosi. Camillo redasse delle vere e proprie Regole che dovevano definire la figura del servo degli infermi, come lui stesso definiva i religiosi-infermieri della Compagnia. Oltre e imporre ai suoi compagni la rinuncia a tutti i beni secolari che avrebbero potuto distoglierli dai propri compiti, richiedeva loro anche un’adeguata cultura e preparazione scientifica, perché la carità da sola non era sufficiente a salvare vite umane. Abbiamo visto come l’unzione degli infermi sia considerata ancora oggi un rito prezioso per portare sollievo a chi soffre. Questo ci fa comprendere quanto potesse essere confortante in luoghi di sofferenza e malattia la presenza di uomini che erano sacerdoti, oltre che infermieri, e potevano prestare cure mediche e nello stesso tempo impartire l’unzione dei malati.
Unzione degli Infermi: che cos’è e come si svolge
L’unzione degli infermi è una pratica che deriva da Gesù stesso. Ecco come si è evoluta nel tempo…
Preghiera a San Camillo de Lellis
Ecco una preghiera per i malati che può essere recitata il 14 luglio, giorno della memoria liturgica di San Camillo de Lellis, o ogni volta che si senta il bisogno di pregare per la salute di una persona cara malata o per noi stessi. La preghiera reca infatti un conforto irrinunciabile, medicando il corpo attraverso lo spirito e conferendo a chi soffre la forza necessaria per affrontare la malattia con più coraggio e volontà di guarire.
O San Camillo, che sopportasti per tanti anni con inalterabile pazienza una dolorosa malattia, ottienici di accettare con spirito di fede le infermità e le tribolazioni che il Signore vorrà mandarci per il nostro bene e la nostra purificazione. Tu che per tutta la vita ti sei dedicato con bontà e amore all’assistenza degli infermi, portando a tutti consolazione e speranza, ottienici la grazia di riconoscere Gesù nel nostro prossimo sofferente e di servirlo con grande generosità di cuore.