San Francesco Antonio Fasani, teologo e uomo di grande cuore e carità, è ricordato anche per alcuni miracoli legati all’acqua e alla pioggia. Ecco perché viene invocato in caso di siccità
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Un Santo per invocare la pioggia? Sembra un’immagine molto poco consona alla figura di un Santo… Eppure, in questi giorni di caldo torrido e siccità, sarebbe confortante avere qualcuno a cui votarsi per ottenere un po’ di refrigerio, ma soprattutto per dare tregua alle tante coltivazioni che stanno soffrendo per la mancanza d’acqua. Ecco che corre in nostro aiuto San Francesco Antonio Fasani, conosciuto anche, dopo aver conseguito la laurea in teologia, come il Padre Maestro. Ma chi era quest’uomo umilissimo e devoto alla Madonna Immacolata, al quale vennero attribuiti molti miracoli, tra cui, appunto, la capacità di richiamare la pioggia?
San Francesco Antonio Fasani è nato a Lucera, in Puglia, nel 1681, e qui ha vissuto per buona parte della sua vita, come membro dell’Ordine dei frati minori conventuali del monastero dei quali divenne a un certo punto Superiore. Si racconta che il giorno in cui nacque l’umile casa della sua famiglia venne investita da uno strano chiarore, che fece comprendere fin dal principio ai suoi concittadini che quello che stava nascendo non sarebbe stato un uomo comune. Di indole gentile e mite, Giovanniello (così era chiamato da ragazzo) dimostrò fin da giovanissimo una forte propensione per la religione, la vita conventuale e in particolare la devozione alla Madonna Immacolata. Per tutta la vita profondamente proteso verso gli altri, soprattutto i poveri e i bisognosi, si dedicò agli studi di teologia ad Assisi, ma soprattutto ad opere di carità, mense per i poveri, raccolta di denaro e beni per gli sfortunati. Non esitò a prendere le difese dei deboli angariati dai potenti, nemmeno quando ciò significava guadagnare nemici potenti, che tentarono a più riprese di screditarlo. Ma con la sua gentilezza e umiltà San Francesco riuscì a dimostrare sempre la propria innocenza e vide riconosciuti i suoi meriti.
Padre Pio e l’ordine dei Frati Minori Cappuccini
Padre Pio dimostrò fin da giovane il desiderio di abbracciare la vita religiosa: entrò in convento a quattordici anni…
Per quanto riguarda il miracolo della pioggia, che lo ha reso uno dei santi da invocare in caso di siccità, è solo uno dei miracoli che gli sono stati attribuiti e che hanno portato alla sua canonizzazione, che dopo un lungo processo venne proclamata da papa Giovanni Paolo II nel 1986. Un giorno, durante un periodo prolungato di siccità che stava devastando le coltivazioni di Lucera, il Padre Maestro si presentò al duca Orazio Zunica, chiedendo elemosine per i poveri. Il Duca e la moglie gli promisero che, se fosse riuscito a portare la pioggia a Lucera, loro avrebbero fatto una ricca offerta per i bisognosi. San Francesco promise, tornò al monastero e si chiuse in preghiera davanti al Tabernacolo e all’altare dell’Immacolata. Chi lo vide sostiene che a un certo punto levitò in aria, in una sorta di trance mistica. La pioggia venne la notte stessa e durò per giorni, salvando i raccolti. Il Duca mantenne la sua promessa e dichiarò la sua convinzione a tutti, che quello doveva essere davvero il santo della pioggia.
Un altro miracolo legato all’acqua e attribuito a San Francesco Antonio Fasani coinvolse un convento di suore che non potevano più dare acqua ai poveri perché il loro pozzo era secco. Il Santo disse a una di loro di attingere l’acqua ed ella scoprì che il pozzo si era di nuovo riempito. Così avvenne anche alla cisterna del convento di San Francesco, dove il Santo viveva. Per questo ancora oggi San Francesco Antonio Fasani viene pregato nei periodi di siccità per invocare la pioggia.
La Basilica Santuario di San Francesco Antonio Fasani
La chiesa di San Francesco d’Assisi sulla piazza di Lucera è sempre stata uno dei più importanti luoghi di culto della cittadina. Dopo più di 15 anni dalla canonizzazione di San Francesco Antonio Fasani, nel 2001 essa è stata dichiarata Santuario diocesano di San Francesco Antonio Fasani, ma già prima che ciò avvenisse era mèta di un frequente pellegrinaggio di fedeli che vi si recavano per pregare davanti ai resti del Santo, coperti di cera ed esposti in una teca di cristallo e bronzo sotto l’altare maggiore. Infatti nel 1951 papa Pio XII aveva dichiarato beato San Francesco Antonio e aveva fatto traslare qui le sue spoglie. Nel 2008 la basilica ha assunto anche il nome di Monumento Testimone di una Cultura di Pace dell’UNESCO. Anche la casa di via Torretta nella quale il Santo è nato è stata trasformata in oratorio ed è visitata da molti pellegrini.
La devozione all’Immacolata Concezione
San Francesco Antonio Fasani fu sempre molto devoto a Maria Immacolata. Fin da bambino recitava il Rosario davanti all’effige di Maria Immacolata col resto della famiglia, e crescendo era talmente innamorato di Maria, in questa veste, da aver assunto il soprannome di peccatore dell’Immacolata, e questo sebbene il dogma cattolico dell’Immacolata Concezione sia stato proclamato solo molto tempo dopo, nel 1854. Si dice che fosse proprio la Vergine, della quale lui regalava immaginette ai bambini, a guidarlo nelle tante guarigioni miracolose di cui fu protagonista e artefice. Oggi nella chiesa di San Francesco a lui dedicata c’è una statua dell’Immacolata fatta portare proprio da lui da Napoli, davanti alla quale era solito pregare e che oggi è fulcro di una grande devozione. La Vergine Immacolata era anche dipinta sulla porta della sua cella e a lei San Francesco dedicò preghiere e canzoni: “…Fra le pure creature, sei Maria la più perfetta; tu la sola benedetta, fra le donne sei chiamata: Oh, Concetta Immacolata. Dica ognuno che sia lodata, la Regina del Cielo Immacolata!…”
I santi protettori della pioggia
San Francesco Antonio Fasani non è il solo Santo da invocare in caso di siccità. Come un tempo la gente semplice si rivolgeva agli dei per ottenere un aiuto nella vita di tutti i giorni, così con l’avvento e la diffusione del Cristianesimo la devozione popolare rivolta ai Santi, divenuti i nuovi patroni e protettori di vari aspetti della vita e del lavoro, è andata avanti. Non mancano i Santi legati a eventi climatici, da invocare per avere protezione per sé e per il raccolto, in caso di siccità, alluvioni, grandine. Vediamo quali sono.
San Gemolo
Il 4 febbraio la Chiesa festeggia San Gemolo, Santo martire vissuto intorno all’anno 1000. Secondo la leggenda egli era nipote di un Vescovo, e si recò presso dei banditi che avevano derubato il suo illustre parente, rivendicando la restituzione del maltolto in nome di Dio e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. I banditi rifiutarono, e quando gli chiesero se in nome di quegli stessi Santi lui sarebbe stato disposto a morire, lui disse sì e lo decapitarono. Allora Gemolo raccolse la propria testa, risalì a cavallo e tornò dallo zio, tra le braccia del quale morì. Nel luogo in cui il ragazzo morì scaturiva una fonte disseminata di piccoli sassi rossi, identificati con le gocce del sangue del giovane martire. Nel XIV secolo venne costruito poco lontano un oratorio in suo onore, e anche qui emerse una sorgente. Da questo momento i pellegrini associarono Gemolo alla pioggia e nei secoli successivi venivano dal Piemonte e dalla Lombardia a raccogliere l’acqua dalla sua sorgente per spargerla nei campi e proteggere i raccolti dalla siccità.
Sant’Antonio
Un giorno Sant’Antonio da Padova si trovava in Francia, a Limoges, a predicare all’aperto, poiché l’immensa affluenza di fedeli non permetteva di raccoglierli tutti in un posto chiuso. A un certo punto il cielo si riempì di nubi cariche di pioggia, ma il Santo promise a coloro i quali si erano raccolti per ascoltarlo che non sarebbe piovuto. La pioggia cadde, ma la folla venuta per sentire Sant’Antonio rimase all’asciutto, miracolosamente.
Sant’Antonio da Padova: il Santo dei miracoli
Sant’Antonio da Padova fu già tra i suoi contemporanei maestro di sapienza cristiana e autore di opere immortali…
San Giorgio, il Santo della grandine
San Cristanziano, San Vittorio di Cesarea, San Lucio di Cavargna, San Domenico di Sora sono solo alcuni dei Santi da invocare in caso di grandinate, mentre San Giorgio, principe di Cappadocia, martire e patrono dei cavalieri, deve il suo legame con la grandine al fatto che la sua memoria liturgica cade alla fine di aprile, mese in cui le perturbazioni sono frequenti. Così è conosciuto come il santo della grandine o anche il cavaliere del freddo.
San Giacomo
Quando a luglio fa troppo caldo si prega San Giacomo, la cui memoria liturgica cade il 25 di questo mese. I giorni più caldi, che vanno dal 22 luglio al 23 agosto, sono chiamati giorni della canicola, dal latino canicula, “piccola cagna”, soprannome della stella Sirio
Santa Sabina
Martire cristiana del II secolo, a Santa Sabina si rivolgono preghiere come protettrice contro la pioggia violenta, ma anche per invocare la pioggia in caso di siccità. La sua festa è il 29 agosto.