Quando la santità è di famiglia: storie di fratelli e sorelle divenuti santi insieme

Quando la santità è di famiglia: storie di fratelli e sorelle divenuti santi insieme

Storie di santi fratelli e sorelle. Quando la santità è di famiglia. Da San Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, a San Benedetto e Santa Scolastica, uniti nella vita e nella morte

Quand’è che un Santo diventa tale? Studiando e ripercorrendo le tante storie di santi tramandate da documenti agiografici a carattere liturgico, come martirologi e calendari, e da testi narrativi di carattere devozionale, come le Passiones, le storie di miracoli e reliquie, e ancora da rappresentazioni iconografiche di arte sacra o legate al culto, scopriamo come per molti santi uomini e donne il cammino verso la santità è iniziato in famiglia. Pensiamo a Sant’Agostino, forse uno degli esempi più significativi. Sua madre, Santa Monica, dedicò tutta la propria vita a correggere le sue cattive abitudini, a raddrizzare la sua inclinazione al peccato e alla dissolutezza, finché lo convinse ad affidarsi a Sant’Ambrogio e a scegliere la via della santità. Per questo Sant’Agostino non fu mai abbastanza grato alla madre, come leggiamo nelle sue Confessioni.

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Ma ci sono anche storie di santi e sante che hanno intrapreso il cammino verso la Grazia e, in molti casi, anche il martirio, insieme al proprio fratello o alla propria sorella. Uniti nella santità come nella vita, modello e sprone l’uno per l’altro, a volte martiri insieme, in nome della propria fede, questi uomini e queste donne rappresentano un modello invidiabile di come nell’ambito della stessa famiglia sia possibile che germogli non una, ma due volte, a volte anche di più, il virgulto prezioso della beatitudine. Anzi, è naturale pensare a come questi santi fratelli e sorelle si siano ispirati, spronati, appoggiati vicendevolmente, come solo i fratelli sanno fare.

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Vediamo le vite dei santi fratelli e sorelle più famosi.

San Donaziano e Rogaziano

A Nantes, nella valle della Loira, due croci di pietra ricordano San Donaziano e San Rogaziano. Entrambi poco più che ragazzi, il primo era già battezzato, il secondo ancora catecumeno, ma entrambi predicavano la Parola di Dio. Per questo attirarono su di sé la persecuzione dell’imperatore Massimino. Arrestati entrambi, trascorsero la notte in preghiera, poi vennero torturati, scorticati e uccisi. I loro resti sono stati composti insieme in un sarcofago di pietra e il loro culto è uno dei più diffusi nella valle della Loira e in Francia. La loro memoria liturgica cade il 24 maggio.

San Cirillo e San Metodio

Parlando di San Benedetto patrono d’Europa, è inevitabile citare anche San Cirillo e San Metodio, suoi compatroni. Originari della Tessalonica, in Grecia, furono tra i principali fautori dell’evangelizzazione dei popoli slavi nel IX secolo d.C. Dei popoli slavi sono diventati anche i patroni. Figli di un governatore militare, vissero gli scontri e le tensioni tra Chiesa d’Oriente e d’Occidente, e viaggiarono fino a Roma, dove incontrarono papa Niccolò I che stabilì con loro le modalità di evangelizzazione delle popolazioni slave e la lingua che era più opportuno usare.  Sempre a Roma Metodio prese i voti, e così anche Cirillo (che si chiamava Costantino), che nel frattempo si ammalò e morì, venendo seppellito presso la basilica di San Clemente. I due santi fratelli ebbero una vita molto avventurosa. A un certo punto vennero perfino catturati e venduti come schiavi a Venezia. Fu Papa Giovanni Paolo II nel 1980 a eleggerli compatroni d’Europa, assieme a San Benedetto da Norcia.

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Santa Marta e San Lazzaro

Il 29 luglio si festeggiano Marta, Maria e Lazzaro, i santi amici di Gesù. Di loro sappiamo che abitavano a Betania, non lontano da Gerusalemme. Marta era la più accudente, si preoccupava della casa e del benessere del fratello, della sorella e del loro ospite, Gesù, che avesse sempre da bere e mangiare e potesse sentirsi a casa Sua. Maria, seduta ai piedi di Gesù, beveva avida le Sue parole, mentre Lazzaro, discreto, vegliava sulle sue sorelle e l’amico come un custode silente. Quando Lazzaro all’improvviso cadde malato e morì, Marta pianse davanti a Gesù, dicendo che se lui fosse stato presente Lazzaro non sarebbe morto. E Gesù, in tutta risposta, riportò in vita Lazzaro. Secondo la Legenda aurea i tre fratelli di Betania, dopo la morte di Gesù, andarono in Francia a predicare la Sua Parola e Lazzaro sarebbe stato il primo vescovo di Marsiglia.

San Benedetto e Santa Scolastica

Anche San Benedetto Da Norcia, Patrono d’Europa, aveva una sorella, anzi, addirittura una gemella, santa anch’essa. Si tratta di Santa Scolastica.  Avviata ancora bambina agli studi religiosi, così come il gemello, per volontà del padre, con Benedetto fuggì da Roma e dalla sua vita dissoluta per ritirarsi in un monastero vicino Norcia, dove fece voto di castità e rinunciò ai beni terreni. Sebbene non potesse stare con Benedetto, che era divenuto eremita, non si allontanò mai troppo da lui, e appena possibile lo raggiunse a Subiaco, dove lui stava facendo costruire l’Abbazia di Montecassino. Anche Scolastica fece erigere un monastero, a soli 7 chilometri di distanza da quello del fratello, a Piumarola, e qui fondò il ramo femminile dell’Ordine Benedettino, le suore benedettine. I due fratelli s’incontravano a metà strada, di quando in quando, per pregare insieme e parlare. Quando Scolastica si sentì prossima alla morte, supplicò Benedetto perché restasse con lei. Davanti al rifiuto del fratello, che non poteva contravvenire alla Regola da lui stesso scritta, Scolastica pregò intensamente Dio. Un violentissimo temporale costrinse Benedetto a rimandare la partenza e a restare accanto alla sorella, che, pochi giorni dopo quel loro ultimo incontro, morì.

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Sant’Andrea e San Pietro

Forse non tutti rammentano che nei Vangeli il primo apostolo che incontriamo non è Pietro, scelto da Cristo come Suo successore, né Giovanni, il discepolo prediletto, bensì Andrea, il pescatore. E Andrea di Pietro, anzi, di Simon Pietro, era il fratello. Come lui pescatore, a Bethsaida di Galilea seguiva le predicazioni di Giovanni Battista, e fu così che un giorno vide passare Gesù, dal Battista definito l’agnello di Dio. Fu sempre Andrea, ispirato da quelle parole, a correre dal fratello Simon Pietro dichiarando con convinzione: “Abbiamo trovato il Messia!” Andrea appare in altri passi evangelici, e naturalmente era presente con tutti gli altri Apostoli e con Maria Gerusalemme dopo l’Ascensione, il giorno di Pentecoste. Subì il martirio in Grecia, dopo aver portato la Parola in Asia Minore e in Russia. Venne crocifisso a testa in giù, su una croce a forma di X che da allora porta il suo nome: croce di Sant’Andrea.

Santa Marcellina e Sant’Ambrogio

Nel caso di Santa Marcellina e Sant’Ambrogio i fratelli santi sono addirittura tre: infatti dobbiamo annoverare tra i santi di famiglia anche San Satiro, fratello gemello di Ambrogio, avvocato, prefetto provinciale e amministratore dei beni di famiglia. Marcellina era la maggiore e crebbe i fratelli dopo la morte del padre. Consacrò la propria verginità a Dio, ricevendo il velo delle vergini da Papa Liberio nel Natale del 353 d.C. Per questo il fratello le dedicò il trattato De virginibus. Marcellina dedicò la propria vita allo studio, alla preghiera e alle opere di bene, e fu sempre un prezioso modello di riferimento per i fratelli minori, Sant’Ambrogio per primo.

San Cosma e San Damiano

Infine, ricordiamo i santi dottori, Cosma e Damiano, ai quali abbiamo dedicato un articolo precedente.  Anch’essi gemelli, vissero nel IV secolo ed erano entrambi medici originari dell’Arabia. Con i loro tre fratelli minori, i santi Antimo, Leonzio ed Euprepio, predicavano la Parola di Dio, salvando le anime, oltre ai corpi, che curavano spesso senza chiedere alcun compenso. Tutti e cinque subirono il martirio durante la terribile persecuzione indetta da Diocleziano. In particolare, i santi Cosma e Damiano furono lapidati, fustigati, crocefissi e colpiti con dardi e lance, gettati in mare in un sacco con un macigno appeso al collo, bruciati in una fornace ardente e infine decapitati, con i loro fratelli più giovani. Sono festeggiati il 26 settembre.