Liquori e Digestivi: guida all’acquisto

Liquori e Digestivi: guida all’acquisto

Natale, tempo di abbuffate in compagnia, ma anche di lunghe serate e pigri pomeriggi da trascorrere insieme ad amici e parenti. Cosa c’è di meglio di liquori e digestivi da sorseggiare per aiutare la digestione e riscaldarsi?

Quella dell’ammazzacaffé è un’usanza tipicamente italiana. Consiste nel chiudere il pranzo o la cena con un bicchierino di liquore o amaro digestivo. Il nome deriva dalla credenza che il sapore di questa bevanda concluda degnamente il pasto, in particolar modo se è stato abbondante e vario, annullando tutti i sapori e aiutando la digestione.

Al di là degli effettivi benefici che liquori e digestivi possono portare all’organismo, sui quali ci soffermeremo più avanti, resta vero che questa tradizione è molto piacevole, soprattutto quando si è in compagnia. Le Feste di Natale sono un’occasione ideale per perpetrare questa tradizione, perché prevedono molte occasioni conviviali, e il consumo di alimenti particolarmente pesanti e ‘impegnativi’. Inoltre si passa più tempo intorno alla tavola, con amici e parenti, a chiacchierare, piluccare frutta secca e torrone, dimenticando i problemi e i ritmi della vita normale almeno per qualche giorno.

Liquori, amari e distillati: differenze e metodi di produzione

Innanzitutto cerchiamo di fare un po’di chiarezza. È opportuno stabilire la differenza tra liquori, amari e distillati e tra i diversi metodi di lavorazione utilizzati per produrli.

Il liquore è una soluzione artificiale composta da elementi vegetali uniti ad alcol di origine agricola, oppure macerati a freddo o infusi a caldo e poi arricchiti con aromi e un’alta percentuale di zuccheri. Sciroppo di zucchero e acqua vengono miscelati per ottenere la giusta gradazione alcolica. Fin dal Medioevo i liquori venivano utilizzati nel nostro paese con funzione curativa.
Come si produce: i liquori vengono prodotti mescolando a freddo o a caldo sostanze estratte dalle erbe o dalla frutta sciolte in una soluzione di acqua, zucchero e alcol puro. Le sostanze vegetali aromatiche possono essere lasciate a macerare nell’alcol, e in questo casi si parla di infusioni, o preparati con olio essenziale concentrato e disciolto nell’alcol.
Esempi di liquore: Grand Marnier (ottenuto dalle arance), Maraschino (ottenuto dalle ciliege), Amaretto (ottenuto dalle mandorle), Limoncello (ottenuto dai limoni), Rosolio (a base di petali di rosa).

L’amaro o bitter è sempre a base di sostanze vegetali, che vengono distillate, macerate o mescolate con alcol o distillati alcolici, per ottenere bevande prevalentemente amare. L’amaro viene usato da sempre per le sue proprietà eupeptiche, ma anche come aperitivo o digestivo.
Come si produce: la preparazione dell’amaro avviene in due fasi: infusione e distillazione. Per molti mesi erbe e radici macinate, polverizzate e immerse in una soluzione idroalcolica vengono lasciate macerare. Successivamente l’infusione così prodotta viene fatta decantare e mescolata al liquido isolato tramite il processo di distillazione che permette di separare i componenti volatili della sostanza fermentata in base al loro diverso punto di ebollizione, in modo da concentrare l’alcol etilico prodotto dalla fermentazione e separare le sostanze buone da quelle inutili.
Esempi di amaro: Petrus Boonekamp, Jägermeister, Unicum, Fernet Branca.

Il distillato, infine, si ottiene dalla fermentazione di succhi vegetali ottenuti da cereali, radici, tuberi, frutta o vino nell’alcol, e dalla loro distillazione senza aggiunta di zuccheri o aromi. Già i babilonesi e gli antichi egizi distillavano il vino ed il sidro per ottenere bevande più forti. La conoscenza di questa particolare lavorazione passò poi agli arabi, e da loro nel X secolo alla Scuola medica salernitana, che iniziò a utilizzare l’acquavite di vino come farmaco.
Come si produce: il distillato si ottiene tramite distillazione in alambicco di una sostanza fermentata, senza aggiunta di zucchero e aromi. Le varie fasi di lavorazione prevedono la preparazione del mosto, che viene fatto fermentare tramite lieviti, e la distillazione vera e propria. Alcuni distillati richiedono anche un periodo di stabilizzazione e invecchiamento.
Esempi di distillati: vodka, grappa, brandy, gin, rum, tequila, whisky.

Liquori e digestivi nei monasteri

L’arte liquoristica europea trova la sua culla nei monasteri e nelle abbazie benedettine. È noto come le comunità religiose si siano da sempre distinte nello studio e nella fabbricazione di prodotti officinali e medicamentosi, ma non solo. Per meno tempo, per esempio, la birra fu un loro monopolio, così come i monasteri che disponevano di vasti terreni coltivati a vitigni si distinsero nella produzione di vino. I monaci che abitavano in quei luoghi di silenzio e sapere raccolsero le antiche tecniche provenienti dall’Egitto ed elaborate dagli alchimisti islamici e, forti della loro conoscenza delle piante, iniziarono a utilizzare erbe, radici, foglie, tuberi mescolandoli con l’alcool per estrarre principi attivi dalle straordinarie proprietà terapeutiche. Se per molti secoli questi preparati vennero intesi solo a fini medicamentosi, dall’800 liquori e amari iniziarono a essere conosciuti e apprezzati anche solo per il loro gusto, oltre che per le loro proprietà digestive, toniche e balsamiche.

Ancora oggi in molti monasteri vengono prodotti liquori, grappe, digestivi, secondo metodi naturali. Monaci e monache contribuiscono con la produzione e la vendita di liquori e digestivi al sostentamento del monastero stesso. Abbiamo già parlato in altri articoli della genuinità dei prodotti monastici, della loro attenzione al benessere e alla salute dei consumatori, ma anche del profondo rispetto per l’ambiente nella scelta delle lavorazioni. Pensiamo alle prelibate marmellate e confetture prodotte dai monaci di Camaldoli o dalle Monache Trappiste di Vitorchiano, o alle ottime birre fabbricate nei monasteri.

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Liquori e digestivi come idea regalo

Regalare un buon liquore o un amaro? Perché no. Se la scelta cade su un prodotto di qualità il regalo sarà sicuramente gradito. Naturalmente sarà opportuno accertarsi che il destinatario apprezzi le bevande alcoliche! Un buon amaro o un liquore gradevole mettono d’accordo uomini e donne, che spesso apprezzano i liquori più dolci e aromatizzati. Se volete fare bella figura scegliete un formato grande, magari con una bella bottiglia, e puntate su un prodotto di buona marca, o di provenienza prestigiosa, come uno dei tanti eccellenti prodotti realizzati nei monasteri, seguendo ancora le antiche tecniche di lavorazione tramandata nei secoli.

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Come scegliere liquori e amari?

La scelta è sicuramente legata al gusto personale, in base alle erbe e agli aromi utilizzati nella realizzazione del prodotto. I liquori, data l’alta concentrazione di zuccheri, tendono a risultare più gradevoli al palato e apprezzabili anche per chi non è abituato a bere alcolici. Anche le grappe aromatizzate, nonostante la loro alta gradazione, possono risultare gradite anche a palati meno avvezzi. La cosa fondamentale nella scelta di un liquore o un amaro è la qualità. In commercio si trovano innumerevoli prodotti realizzati con aromi artificiali, coloranti, additivi di ogni tipo, per risultare più gradevoli nel sapore, ma senza alcuna considerazione per gli effetti finali sull’organismo.

Qualche esempio?

Nel monastero di Camaldoli si producono ancora NocinoLaurus 48Lacrima d’abeto e l’Elixir dell’eremita, tutti con proprietà toniche e digestive, ottenuti tramite infusione a freddo da diverse piante officinali raccolte nella zona del monastero. Se cercate invece un liquore digestivo poco alcolico, sempre a Camaldoli viene prodotto l’amaro al Rabarbaro, leggermente amaro, prodotto artigianalmente dai monaci eremiti secondo la loro antica ricetta che unisce le proprietà delle varie erbe con quelle digestive della radice di rabarbaro. Anche la distilleria La Baita dei Padri benedettini dell’Abbazia di Finalpia, in Liguria, produce eccellenti  distillati di vinacce pregiate, come la Grappa artigianale invecchiata in botti di rovere, stravecchia e disponibile in diverse varianti, o l’eccellente Elisir di limone ottenuto dall’infuso di bucce di limoni. Sfoglia la gallery!

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Benefici e controindicazioni

I liquori e gli amari sono spesso degli eccellenti digestivi, soprattutto quando gli elementi che li compongono sono digestivi naturali. Gli amari e i liquori realizzati con piante digestive stimolano la secrezione della saliva e dei succhi gastrici, e in questo modo facilitano la digestione. Bere un bicchierino di amaro prima di un pasto abbondante preparerà l’apparato digerente a ricevere il cibo e a digerirlo più rapidamente. Gli amari stimolano anche la secrezione biliare e l’espulsione dei gas intestinali. Naturalmente bisogna scegliere gli amari prodotti con le giuste erbe. Pensiamo al Carciofo, alla Genziana, al Rabarbaro, al Mirto, alla China non a caso utilizzati come ingredienti di base per molti amari famosi. Anche zenzero, assenzio, arancio amaro e le scorze di agrumi sono famosi per le loro proprietà digestiva, perché irritano le mucose dello stomaco costringendole a produrre una maggiore quantità di succo gastrico.

Bisogna però valutare bene anche la gradazione alcolica. Se è vero che l’aroma e il sapore dell’amaro alle erbe stimola le papille gustative e aumenta la salivazione e la secrezione di succhi gastrici, così come l’alcol a bassa gradazione, una gradazione alcolica eccessiva sortisce l’effetto contrario, irritando le pareti dello stomaco e rallentando la digestione. L’ideale è orientarsi verso un liquore o un amaro che abbiano una bassa gradazione alcolica, intorno ai 10-14°.

Tra gli effetti indesiderati del consumo di liquori e amari dobbiamo poi considerare l’apporto calorico di queste bevande. Non è solo la presenza di zucchero che li rende poco indicati a chi ha problemi di linea o deve seguire un regime alimentare ipocalorico. Gli alcolici, in generale, fanno ingrassare per i loro effetti sulla chimica del corpo e sugli ormoni.

Bere bene, dunque, con moderazione, scegliendo prodotti di qualità, e pensando sempre anche alla salute.