Il Presepe Napoletano, “o’ Presebbio”, non è solo una manifestazione di devozione, un simbolo religioso. In esso trionfa la fantasia e l’abilità artigianale che solo nel capoluogo campano ha saputo esprimersi così potentemente in questa particolare forma d’arte. Sacro e profano si mescolano per creare qualcosa di unico. Vediamo come costruire un presepe napoletano.
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Il Presepe nasce in Italia, in epoca medievale, anche se la sua diffusione in tutti i paesi cattolici è stata rapida e ancora oggi si realizzano presepi in ogni parte del mondo. Come abbiamo già scritto in precedenti articoli, fin dall’inizio la realizzazione di Presepi venne affidata a maestri artigiani e artisti, che interpretarono in modo diverso a seconda dell’epoca, delle suggestioni e dei desideri della committenza, questa particolare espressione artistica. Per questo ancora oggi riconosciamo diverse scuole di Presepi, ciascuna con le proprie caratteristiche e peculiarità.
Ma se pensiamo al Presepe, senza soffermarci sulla sua evoluzione storica e artistiche, quasi sempre pensiamo al Presepe napoletano. Questo perché questo tipo di Presepe si è imposto fin da subito come una delle rappresentazioni più espressive e significative, in quest’ambito. Generazioni di artigiani si sono tramandati le tecniche, ma anche i segreti nascosti dietro a ogni figura, a ogni luogo, a ogni personaggio. Nulla nel Presepe napoletano è affidato al caso, ogni elemento ha un significato, esprime una simbologia, e tutti insieme vanno a creare un percorso dello sguardo, ma anche dell’anima, di chi lo ammira.
Se decidiamo di realizzare anche noi un Presepe napoletano del 700 degno di tale nome, dovremo tener conto di una serie di accorgimenti imprescindibili. Intanto l’aspetto più bello del Presepe napoletano è costruirlo da soli, almeno per quanto riguarda il paesaggio e il fondale. Costruire un presepe non è così complicato, e ormai si trovano ovunque tutorial che aiutano a realizzare presepi fai da te usando sughero, piani di legno, eventualmente cartapesta. Se siete ardimentosi potrete arricchirlo con un fiume o una fontana con acqua corrente, e dunque vi servirà una pompetta per acqua per Presepe. Il paesaggio nel Presepe napoletano ha un’importanza fondamentale, perché anch’esso è ricco di riferimenti simbolici. Non è obbligatorio richiamarli tutti, ma sarà importante posizionare la capanna proprio al centro. Potete realizzarla in sughero o cartapesta, e circondarla con altre costruzioni, casette, vegetazione. Serviranno poi i personaggi, le statuine in terracotta, e quelli potrete trovarli in vendita, insieme a ogni tipo di animali e accessori per arricchire il vostro Presepe e renderlo il più possibile realistico e speciale.
I pastori del presepe napoletano del 700: alla scoperta di questa arte presepiale
I pastori per Presepe Napoletano sono prodotti artistici che vengono…
Vediamo nello specifico come costruire un presepe napoletano del 700.
La storia del Presepe napoletano
La prima menzione a un Presepe in una chiesa di Napoli risale al 1025, e nei secoli seguenti iniziarono ad apparire presepi in molti luoghi di culto. Ma dobbiamo aspettare il XV secolo per veder apparire i primi scultori di figure. Inizialmente essi realizzarono soprattutto statue di legno e di grandi dimensioni, sempre per committenti nobili, chiese e conventi. Pensiamo alle statue dei fratelli Giovanni e Pietro Alemanno, o a quelle di Pietro Belverte. All’epoca i Presepi erano fissi, cioè restavano allestiti tutto l’anno.
Nel 1532 Domenico Impicciati cominciò a creare le prime statuine di terracotta a uso privato. San Gaetano da Thiene realizzò un presepe molto famoso nell’Ospedale degli Incurabili nel 1534.
All’inizio del 1600 iniziò a prendere forma quello che poi sarebbe diventato il Presepe barocco, con manichini snodabili di legno, inizialmente a grandezza naturale, rivestiti di stoffa. Successivamente i manichini sarebbero stati realizzati con un’anima in fil di ferro e solo mani, piedi e testa di legno, per poter far assumere loro posizioni più varie e naturali.
Nel 1627 fece la sua comparsa nella chiesa degli scolopi il primo presepe non fisso, ma che veniva smontato ogni anno e ricostruito a Natale.
Nella seconda metà del 1600 il Presepe napoletano assunse la dimensione che ancora oggi lo rende famoso in tutto il mondo. Divenne un teatro in cui si metteva in scena la vita quotidiana delle strade, la bellezza e la sofferenza della gente semplice, povera, e che tuttavia era chiamata ad assistere all’evento miracoloso della nascita del Salvatore. Col passare del tempo questa teatralità del Presepe napoletano aumentò sempre più. Nei Presepi del ‘700 c’è tutto la Napoli dell’epoca, in un continuo mischiarsi di sacro e profano, di spiritualità e vita materiale, perfino bassa, e un continuo attingere a aneddoti del tempo, storie, leggende, favole, per creare personaggi e figure sempre nuovi.
Ancora oggi nel quartiere di San Gregorio Armeno questa tradizione viene portata avanti con tecniche tramandate di generazione in generazione.
I personaggi nel presepe napoletano
Abbiamo già descritto in un precedente articolo quali sono i personaggi che non possono mancare nel Presepe napoletano. La maggior parte dei personaggi tipici del Presepe napoletano derivano da figure tradizionali del folklore partenopeo, o, ancora più spesso, sono nati a imitazione di uomini e donne realmente vissuti. In ogni caso, ciò che conta sono i profondi simbolismi di cui sono stati investiti nel tempo. Perfino il Bue e l’Asinello che riscaldano Gesù nella mangiatoia hanno un significato simbolico: rappresentano infatti il Bene e il Male, e il loro equilibrio che rende possibile l’esistenza del mondo. Abbiamo poi Benino, il pastorello che dorme e sogna il Presepe, e in questo modo lo rendere reale; il Pescatore, che simboleggia la vita, e il Cacciatore, che simboleggia la morte; Ciccibacco, che richiama alla tradizione pagana contrapposta a quella cristiana, e così via. Anche i personaggi che esprimono un significato apparentemente negativo sono necessari, perché è solo all’equilibrio fragile e sottile tra bene e male, tra vita e morte, tra cristianesimo e paganesimo che il mondo si appoggia, da secoli. Anche questo concetto rende il potente realismo celato dietro la selva di simboli del Presepe napoletano.
Gli accessori nel presepe napoletano
Gli accessori sono fondamentali per il proprio Presepe fai da te, per dargli realismo e renderlo davvero d’effetto. Ce ne sono in commercio di ogni tipo, da finestrelle, balconi, ringhiere, inferriate, porte per rendere più realistiche e ben fatte le costruzioni che avremo disposto nel Presepe, ai mobili per arredarle internamente ed esternamente. Così troveremo una vasta selezione di piccole sedie impagliate, fornaci, tavoli magari coperti di farina, o con carte da gioco, se destinati alla taverna, o ancora imbanditi. Per le botteghe ci sono banchetti e carretti pieni di frutta realizzata con eccezionale abilità, dai colori brillanti, e poi pane, formaggi, pesce, tagli di carne, proprio come si immagina dovesse essere l’interno delle botteghe nel 1700, o i mercati di rione. E poi piatti di cibo fatti di terracotta o cera, pentole, cesti colmi di ricotta, perfino uova di gallina, crostacei, frutta secca, pastasciutta. L’unico limite è la fantasia.
Le scenografie nel presepe napoletano
Il Presepe napoletano non è fatto solo di personaggi, ma anche di luoghi caratteristici e simbolici. Il fiume, per esempio, che rappresenta la vita; il ponte che lo attraversa, che simboleggia il passaggio tra al di qua e al di là; il pozzo, che esprime la comunicazione fra l’alto e il basso, fra il cielo e le profondità della terra; la taverna, simbolo di una fame atavica, quella di Dio e della sua salvezza. Si trovano ambientazioni per presepe già complete, dalle casette, alle botteghe, alla stalla, al covone con ovile, ai castelli e i borghi. Molte scene sono illuminate, alcune anche in movimento, arricchite con personaggi e animali. Renderanno il vostro Presepe napoletano spettacolare.