Chiese sconsacrate: perché e come perdono la loro sacralità

Chiese sconsacrate: perché e come perdono la loro sacralità

Abbandonate e lasciate andare in rovina, convertite per ragioni storiche e sociali, le chiese sconsacrate rappresentano un patrimonio di edifici unici nel loro genere che meritano una nuova destinazione

Vivreste in una chiesa sconsacrata? Immaginate un edificio che fino a poco tempo prima ha ospitato la Santa Messa e ogni tipo di Sacramento e celebrazione religiosa, trasformato in un’abitazione, in cui vivere la propria esistenza quotidiana. Oppure potreste concepire una chiesa come biblioteca, museo, ma anche ristorante, bar o perfino disco club o skate park dove ragazzi in skateboard vanno a compiere le loro evoluzioni acrobatiche? Sembra strano, ma è esattamente quello che succede a molte chiese sconsacrate in Italia e nel mondo. Per un cristiano è difficile immaginare una simile declinazione, entrando in qualsiasi luogo di culto, eppure è proprio quello che succede quando una chiesa perde la propria sacralità e viene sconsacrata. Viene trasformata in qualcosa di diverso, spesso lontano dal suo utilizzo originario, dal ruolo che ha avuto per anni, a volte secoli. L’alternativa? L’abbandono e la demolizione, un destino ancora più triste e desolante, soprattutto oggi, mentre ci troviamo a fronteggiare l’emergenza climatica adottando comportamenti più responsabili e virtuosi anche nelle attività produttive e nell’edilizia. Pensiamo all’importanza attribuita non solo al risparmio energetico in edilizia, ma soprattutto alla rigenerazione urbana, ovvero alla scelta di riutilizzare terreni ed edifici già esistenti, piuttosto che cementificare nuovi spazi verdi. Ecco allora che trasformare una chiesa sconsacrata in qualcosa di nuovo e diverso attribuisce nuovo valore alla chiesa stessa, e comporta anche un atto d’amore verso l’ambiente e il futuro di noi tutti.

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Ma andiamo con ordine, e scopriamo quando e perché una chiesa viene sconsacrata, come avviene il processo di sconsacrazione, e come vengono riutilizzati gli edifici.

Perché ci sono le chiese sconsacrate

Le chiese sconsacrate sono edifici di culto cristiani che hanno perso la loro sacralità, ovvero non sono più considerati luoghi sacri dalla Chiesa cattolica o da altre confessioni cristiane. Questo processo di sconsacrazione avviene per diverse ragioni, che vanno dal calo demografico a più vaste motivazioni storiche e politiche. In alcune aree, specialmente nelle regioni con un calo demografico o con una diminuzione dei fedeli, una chiesa può essere sconsacrata perché non è più necessaria per le funzioni religiose. Se una chiesa diventa troppo costosa da mantenere o se la comunità che la frequentava si è spostata altrove, può essere dismessa.
Anche a seguito di una riorganizzazione delle diocesi o delle parrocchie, alcune chiese possono essere considerate non più necessarie e quindi sconsacrate. Questo può avvenire quando più parrocchie vengono accorpate o quando nuove chiese vengono costruite in aree più accessibili.
In alcuni casi, la sconsacrazione può avvenire come risultato di accordi tra la Chiesa e lo Stato o di cambiamenti socio-politici. Ad esempio, durante la Rivoluzione Francese e le invasioni napoleoniche innumerevoli furono le chiese profanate e poi trasformate per altri scopi. Anche i regimi comunisti hanno confiscato e sconsacrato molte chiese.

Un’altra causa della sconsacrazione di una chiesa è che essa sia stata gravemente danneggiata ad esempio, a causa di un terremoto, di un incendio, o di atti di vandalismo, e non è più sicura o praticabile per le celebrazioni liturgiche. Se non ci sono fondi sufficienti per procedere al restauro, o se le condizioni dell’edificio sono irrecuperabili, la chiesa viene sconsacrata. Un esempio vicino a noi è l’Abbazia di San Galgano, in provincia di Siena, il tetto della quale è stato completamente distrutto da un fulmine nel 1786. Dopo anni di progressivo abbandono, l’edificio è stato definitivamente lasciato dai monaci cistercensi, sconsacrato e convertito in magazzino, fattoria, stalla, fonderia. Oggi è un’apprezzata mèta turistica, per la bellezza e il mistero che la circondano.

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Quante sono le chiese sconsacrate in Italia

Si stima che ci siano diverse migliaia di chiese sconsacrate in tutto il paese, sia nelle aree più urbanizzate, sia in regioni con un forte calo demografico. In molte città italiane, specialmente nei centri storici, è comune trovare chiese che sono state convertite in musei, sale per eventi, o altri spazi pubblici e privati. La sconsacrazione delle chiese è spesso un processo che avviene nel corso del tempo, man mano che le comunità locali cambiano e si evolvono. In alcune aree rurali, invece, molte chiese sono semplicemente abbandonate, senza essere ufficialmente sconsacrate, e cadono in rovina.

Le chiese sconsacrate presentano caratteristiche uniche che le rendono attraenti per altri utilizzi, non da ultimo l’abitazione privata.
Gli interni delle chiese sono spesso caratterizzati da vasti spazi aperti, con grandi finestre che permettono l’ingresso di abbondante luce naturale. Inoltre le chiese sono spesso caratterizzate da altezze vertiginose, che possono conferire un senso di grandiosità e apertura agli ambienti. Gli ampi spazi e le caratteristiche architettoniche non impediscono di adottare un design moderno e personalizzato, che crea un contrasto affascinante tra il nuovo e l’antico. Molte ex chiese conservano poi affreschi, vetrate colorate, e altri dettagli architettonici di pregio che conferiscono un fascino storico unico alla struttura.

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Come viene sconsacrata una chiesa

La sconsacrazione di una chiesa è indispensabile per garantire che il nuovo utilizzo a cui essa sarà destinata non risulti blasfemo o irrispettoso. Il processo di sconsacrazione di una chiesa richiede alcuni passaggi e una serie di atti amministrativi.

Prima di tutto, è necessario che tutti gli oggetti sacri e le eventuali reliquie vengano rimossi. Per oggetti sacri si intendono l’altare consacrato, tutti gli arredi sacri, come ambone, acquasantiera, fonte battesimale, pulpito e leggio, e soprattutto il Tabernacolo e la lampada del Santissimo; gli oggetti liturgici, come calici, pisside, ostensorio, e i paramenti sacri. Questi oggetti possono essere trasferiti in altre chiese o conservati in modo appropriato in attesa di nuovo utilizzo. Soprattutto la presenza o meno del Tabernacolo con la lampada del Santissimo accesa indica che la chiesa è consacrata o meno.

La sconsacrazione ufficiale avviene tramite un decreto emesso dal vescovo della diocesi a cui la chiesa appartiene. Questo documento viene letto durante l’ultima celebrazione eucaristica nella chiesa e dichiara formalmente che l’edificio non è più un luogo sacro. Dopo il decreto di sconsacrazione, non è più permesso celebrare funzioni religiose nell’edificio.

Dopo la sconsacrazione, l’edificio perde il suo status sacro e può essere venduto, ristrutturato o riutilizzato per altri scopi. Tuttavia, è importante notare che alcune chiese sconsacrate mantengono una certa rilevanza storica e artistica, e quindi possono essere soggette a tutele legali per preservarne il patrimonio culturale.

Esistono poi numerose chiese che, pur essendo poco utilizzate o destinate a scopi diversi dal culto, come concerti, conferenze, o musei, mantengono ancora la loro consacrazione. Questi edifici, pur ospitando eventi culturali o sociali, continuano a essere considerati spazi consacrati dalla Chiesa. La loro sacralità non è compromessa finché le attività svolte al loro interno sono rispettose del carattere religioso del luogo, anche se il Santissimo Sacramento non è presente in modo permanente al loro interno. Questo significa che, se necessario, possono tornare a essere pienamente utilizzati per le celebrazioni liturgiche, senza bisogno di essere nuovamente consacrati. In molte città e paesi, soprattutto in Italia, è comune trovare chiese che, sebbene non siano più al centro della vita parrocchiale quotidiana, vengono ancora utilizzate per celebrazioni speciali, come matrimoni, battesimi, o messe particolari. La loro consacrazione rimane intatta, e basta la presenza del Santissimo per ripristinare il loro ruolo originario di luoghi di culto.

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