Sant’Efisio e la festa più famosa della Sardegna

Sant’Efisio e la festa più famosa della Sardegna

Sant’Efisio Martire salvò la città di Cagliari dalla peste, e da allora è ricordato il 1 maggio con una processione solenne, tra le più antiche e lunghe d’Europa.

Il 1 maggio Cagliari e l’intera Sardegna festeggiano sant’Efisio Martire. La statua viene presa dalla chiesa nel quartiere di Stampace e portata in processione lungo le strade della città fino a Pula, piccolo comune della città metropolitana di Cagliari, e poi alla spiaggia di Nora, il vicino sito archeologico risalente al periodo fenicio e romano, dove sorge una chiesetta romanica, proprio nel luogo in cui Efisio sarebbe stato decapitato.

Nella chiesetta di Stampace sono custodite ben tre statue di Sant’Efisio. La più recente, in mostra al museo archeologico, è stata commissionata nel XVIII secolo all’artista Giuseppe Antonio Lonis, ed è quella usata in occasione del Giovedì Santo, quando viene condotta nel tradizionale giro delle sette chiese, a Pasquetta, e nella processione del 15 gennaio.
La statua più antica è quella di Sant’Efis Sballiau (Sant’Efisio sbagliato), che risale al XVI secolo. L’appellativo ‘sbagliato’ deriva dal fatto che il Santo è raffigurato con la stigmate sulla mano sinistra e la palma del martirio sulla destra, al contrario.
Infine c’è la statua del 1° maggio, utilizzata per la festa di Sant’Efisio a Pula, e che viene portata in processione da Cagliari a Nora e ritorno tra il primo e il 4 maggio, rievocando le tappe del martirio, dal luogo di prigionia sino a quello della morte, la spiaggia di Nora, appunto. Si parte da Cagliari, viaggiando verso Pula e passando per Capoterra, Sarroch e Villa San Pietro, e poi da Pula si arriva a Nora, dove la statua rimane per due giorni di celebrazioni. La statua risale al XVII secolo e raffigura Sant’Efisio in versione spagnoleggiante, con pizzetto, baffetti e abiti da nobile.

Il Santo è molto venerato anche a Pisa, dove viene festeggiato il 13 novembre. Solo nel 2011 Cagliari ha potuto ottenere le reliquie di Sant’Efisio, che prima erano a Pisa, dove venivano esposte in occasione della Domenica in Albis.processione sant'efisio

Quando si festeggia Sant’Efisio

La Chiesa ha stabilito la sua memoria liturgica il 15 gennaio, ma è il 1 maggio che si tiene la festa grande, detta festa di sant’Efis su martiri gloriosu, per ricordare il miracolo con cui il Santo liberò Cagliari dalla peste nel 1656. Fu in quell’occasione che i consiglieri cagliaritani pronunciarono il Voto perpetuo che da allora lega la città a Sant’Efisio, con la promessa di festeggiarlo ogni anno.
Anche durante la Pasqua, il Giovedì Santo, la statua del Santo viene rimossa dalla sua sede abituale, nella chiesetta di Stampace, e condotta in processione nelle sette chiese storiche della città, mentre a Pasquetta viene portata nella cattedrale, per ricordare un altro miracolo e un altro Voto pronunciato questo nel 1793, quando il Santo preservò la città dai bombardamenti dell’esercito rivoluzionario francese.

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È l’Arciconfraternita del Gonfalone e di sant’Efisio Martire ad occuparsi delle celebrazioni in onore del Santo. In occasione della grande festa del 1 maggio gruppi di figuranti in abito tradizionale provenienti da tutta la Sardegna arrivano a Cagliari. La processione che si tiene a partire dal 1 maggio è una delle più antiche e lunghe d’Europa: vengono infatti percorsi 65 km a piedi in 4 giorni.

Ogni anno, in vista della festa, l’Arciconfraternita elegge un Terzo guardiano, che dovrà pianificare ogni aspetto della celebrazione, insieme a un rappresentante della municipalità chiamato Alter Nos. Il 25 aprile un cocchio dorato trainato da due buoi viene condotto nella chiesa e benedetto. Il 29 la statua di Sant’Efisio viene rivestita e ornata di gioielli d’oro ed ex voto. La mattina del 1º maggio anche i buoi vengono addobbati con corone di fiori e il Terzo guardiano e l’Alter Nos, danno inizio alla celebrazione presenziando alla messa nella chiesetta di Stampace.

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La processione coinvolge oltre 3000 persone in abiti tradizionali, oltre duecento cavalieri, i Campidanesi, i Miliziani e la Guardiania. Festa religiosa e folklore si uniscono nella sagra di Sant’Efisio, tra canti, colori, suggestioni affascinanti che richiamano migliaia di fedeli e visitatori. Si avanza su un tappeto di fiori rosa, rossi e gialli, secondo il rituale de sa ramadura, e l’aria è satura di essenze profumate e degli struggenti canti religiosi delle quattro formazioni a ‘cuncordu’. Carri ornati di fiori e frutta, i traccas, fanno da scorta al cocchio che porta la statua del Santo.

La Festa di Sant’Efisio è giunta alla 366esima edizione ed è destinata a entrare nel patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco.

Perché Sant’Efisio è così importante per Cagliari

Efisio era originario di Antiochia, in Asia minore, dove nacque intorno al 250 d.C. da madre pagana e padre cristiano. Cresciuto adorando gli dei orientali, si unì all’esercito imperiale e sotto Diocleziano perseguitò duramente i cristiani. Giunto in Italia con l’esercito, una notte gli apparve in sogno una Croce risplendente fra le nuvole, e una voce dal Cielo lo condannò per la sua violenza contro i cristiani. Efisio comprese che era stato Gesù a parlargli, e subito si convertì, lasciò l’esercito e iniziò a predicare il Vangelo. Furono le sue predicazioni a condurlo in Sardegna, e da qui scrisse all’imperatore in persona, intimandogli di convertirsi a sua volta. Diocleziano lo fece arrestare e lo condannò a morte. Ma per quanto lo torturassero, le sue ferite si rimarginavano sempre, e questo miracolo gli procurava sempre più simpatizzanti e seguaci. Venne decapitato a Nora il 15 gennaio del 303 d.C., invocando la protezione di Dio su tutta l’isola.

I cagliaritani attribuiscono a Sant’Efisio molti miracoli. Il più importante è legato all’ondata di peste che si abbatté sulla città nella primavera del 1656. Il morbo, giunto in Sardegna dalla Catalogna tramite un veliero, mieté moltissime vittime, diecimila solo a Cagliari, a partire dall’arcivescovo della città. Sant’Efisio apparve al viceré dell’Isola, chiedendogli di pronunciare un Voto perpetuo. In cambio lui avrebbe salvato la città. La peste scomparve con le piogge di settembre, e a partire dall’anno successivo, e ininterrottamente, Cagliari mantenne il suo voto offrendo al Santo la processione del 1º maggio.

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