Festa di Sant’Agata a Catania tra fede, tradizione e folklore

Festa di Sant’Agata a Catania tra fede, tradizione e folklore

La festa di Sant’Agata a Catania, con processioni, costumi tipici e le famose candelore, è un evento grandioso per tanti devoti. Di cosa si tratta?

La festa di Sant’Agata a Catania è una delle più grandi manifestazioni religiose in Italia. La Santa viene ricordata con processioni accompagnate da costumi ed elementi tradizionali.

Pensate che nei giorni della festa di Sant’Agata, dal 3 al 5 febbraio, si radunano più di un milione di persone tra turisti, cittadini e fedeli. Anche se quest’anno non potrà essere così, la fama e la storia speciale di questa tradizione rimangono.

La storia di Sant’Agata

Sant’Agata visse nel III secolo dopo Cristo, quando il Cristianesimo – insieme alle persecuzioni – si diffondeva all’interno dell’impero romano. La famiglia di Agata, per proteggere la propria fede, cercò di rifugiarsi a Palermo ma il governatore Quinziano li scovò. Quando vide Agata, di nuovo a Catania, se ne invaghì.

Cercò di farle abiurare la propria fede ma la Santa si rifiutò, rimanendo fedele alla sua scelta. Quinziano cerò di dissuaderla in diversi modi: vedendo che la giovane non cedeva, la sottopose a torture e supplizi atroci, per poi morire martire.

La sua fama si diffuse in poco tempo, dopo la sua morte, e ora è venerata come Santa martire della Chiesa Cattolica.

Sant’Agata patrona

Sant’Agata è patrona di molte città e luoghi in Italia e nel mondo. La conosciamo soprattutto come patrona della città e dell’arcidiocesi di Catania. È ricordata anche per essere la protettrice delle donne affette da patologie al seno, di fonditori di campane e vigili del fuoco.

La processione di Sant’Agata

processione sant'agata

La processione annuale di Sant’Agata a Catania avviene nelle giornate del 3, 4 e 5 febbraio. Il primo giorno è dedicato all’offerta delle candele: la processione si svolge dalla fornace alla cattedrale. Questo è il giorno dedicato alla raccolta della cera: vengono offerti ceri e candele per chiedere la protezione della Santa.

L’usanza popolare vuole che la candela offerta debba essere della stessa altezza o dello stesso peso della persona che la offre.

Il secondo giorno il corteo si raduna fin dal mattino e la processione dura per l’intera giornata. I devoti indossano il tradizionale “sacco” – una tunica bianca – insieme a un berretto di velluto nero, guanti bianchi e un fazzoletto bianco.

Il busto di Sant’Agata viene issato su un fercolo argentato e, insieme allo scrigno contenente le reliquie della Santa, viene portato in giro nella parte esterna della città tra le acclamazioni e i festeggiamenti. Il fercolo, con busto, scrigno e candele, arriva a pesare anche 30 quintali. La Santa è sempre preceduta dalle tradizionali candelore, grossi ceri che rappresentano i cittadini.

Il terzo giorno la processione passa dal centro di Catania e i devoti accompagnano la Santa fino a farla tornare nella camera della cattedrale da cui è partita.

Le candelore di Sant’Agata

Uno degli elementi caratteristici della festa di Sant’Agata sono le famose candelore.

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Si tratta di grossi ceri, arricchiti con sculture e decorazioni, che sempre accompagnano la Santa, precedendo il fercolo. Ogni “cereo” è legato a un gruppo di cittadini, che spesso coincide con un gruppo di lavoratori: dal Cereo Fiorai al Cereo Pescivendoli, al Cereo Macellai.

Le candelore di Sant’Agata vengono portate in processione rigorosamente “a spalla” – il peso delle candelore va dai 200 agli 860 chili – e ciascun cereo ha una posizione fissa nella processione.