Cosa sono gli angeli e come intervengono nella vita dell’uomo? Le vite dei santi ci aiutano a entrare nel mistero degli spiriti celesti.
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Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento troviamo interventi e apparizioni di angeli, che manifestano il volere di Dio e mediano tra la realtà umana e quella divina. La natura degli angeli e il loro ruolo nella Storia della Salvezza è stato oggetto di studio di diversi Padri della Chiesa.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che gli angeli “sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature […] Gli angeli circondano Cristo, loro Signore. Lo servono soprattutto nel compimento della sua missione di salvezza per tutti gli uomini. La Chiesa venera gli angeli che l’aiutano nel suo pellegrinaggio terreno e che proteggono ogni essere umano” (CCC 350-352).
La gerarchia degli angeli
La gerarchia delle schiere celesti venne schematizzata nel De coelesti hierarchia dello Pseudo-Dionigi l’Aeropagita. Questo schema divide gli angeli in tre gerarchie, ognuna delle quali contiene tre ordini o cori. Queste sono le tre gerarchie in ordine decrescente di potenza:
- Prima gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni
- Seconda gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà
- Terza gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli
Molti Santi Padri, come san Gregorio Magno, san Giovanni Damasceno e san Tomaso d’Aquino, hanno seguito la teoria dello Pseudo-Dionigi.
Santi e angeli
Il culto degli angeli ha una grande forza e diffusione. San Francesco di Sales diceva: “I buoni angeli desiderano il nostro bene e non disdegnano di assisterci. I nostri buoni angeli ci danno la forza e il coraggio di praticare la virtù. Tendete la mano al buon angelo affinché vi conduca al cielo”.
È interessante vedere come la relazione tra santi e angeli sia spesso una relazione speciale e misteriosa. Molti santi, grazie alla loro Fede, hanno visto angeli manifestarsi e intervenire nelle loro vite, in modi diversi e particolari.
Santa Angela da Foligno
Santa Angela da Foligno ebbe una visione di angeli e parla della gioia che proviene da loro come qualcosa di straordinario. Scrive: “provavo una tale gioia per la presenza degli Angeli e i loro discorsi mi riempirono di così tanta felicità che non avrei mai creduto che i santissimi Angeli fossero così gentili e capaci di donare alle anime tali delizie”.
Santa Teresa d’Avila
La santa riformatrice del Carmelo è conosciuta, tra le altre cose, per l’episodio della sua estasi. Raccontandola, descrive come un angelo le abbia trafitto il cuore con un dardo dorato dalla punta infuocata, lasciandola misteriosamente immersa in un infinito amore per Dio.
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Santa Teresa d’Avila fu una religiosa e mistica spagnola. Ebbe il merito di riformare l’ordine dei Carmelitani, e di proporre un modello di fede basato sull’amicizia tra uomo e Dio
San Filippo Neri
Il santo della gioia aveva una relazione particolare con il proprio angelo custode. Una volta venne sollevato in alto per evitare che una carrozza lo travolgesse in un vicolo di Roma. In un altro episodio, l’angelo gli comparve nella forma di un bisognoso che chiedeva l’elemosina: il santo era pronto a dagli tutto il poco che aveva, ma l’angelo gli rispose che voleva solo vedere di cosa era capace, poi scomparve.
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San Luigi Gonzaga
San Luigi Gonzaga era particolarmente legato alla devozione verso gli angeli. Tra i suoi propositi c’erano alcune pratiche proprio in loro onore, come la recita dell’Angele Dei al mattino, alla sera e durante la giornata. Compose anche un breve trattato raccogliendo quello che le Sacre Scritture dicono in merito agli spiriti celesti.
San Francesco d’Assisi
San Francesco d’Assisi ricevette le stigmate da un angelo: un Serafino con sei ali infuocate. Inoltre Si dice che nella chiesa della Porziuncola gli angeli fossero una presenza abituale per san Francesco e che, durante la malattia, gli angeli lo abbiano confortato con il loro canto.
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San Francesco d’Assisi è uno dei santi più amati e venerati dalla Chiesa cattolica. Vicino ai poveri, fratello degli ultimi
San Domenico Savio
Anche il giovane santo, amico di Don Bosco, aveva una relazione stretta, di piena fiducia, con il proprio angelo custode. Quando si tuffò per salvare la sorellina caduta in uno stagno, pur non sapendo nuotare, riuscì nell’impresa perché sostenuto dal proprio angelo. Quando camminava da solo per le strade, diceva di non avere paura perché con lui, anche se invisibile agli occhi, c’era il suo angelo custode.