Le storie della Bibbia sono tante e così avvincenti da aver ispirato nel corso dei secoli infiniti artisti e scrittori, fino ai moderni registi che ne hanno fatto film e serie televisive. Scopriamo le ragioni di tanta influenza.
Indice articolo
Le storie della Bibbia costituiscono una costante nella storia dell’umanità da tempo immemore. Non è difficile immaginare il perché. La Sacra Bibbia è il libro più letto al mondo. Fu il primo libro stampato in Europa, dopo che Johannes Gutenberg nel 1455 inventò la tecnica dei caratteri mobili.
Ma anche prima che ciò avvenisse, le storie della Bibbia circolavano in tutto il mondo conosciuto, inizialmente sotto forma di racconti orali, trasmessi da narratore a narratore, poi su rotoli e manoscritti vergati da amanuensi e cronachisti di ogni paese e nazionalità.
Per questo è tuttora difficile individuare una datazione esatta della Bibbia. Di certo tra Antico e Nuovo Testamento parliamo in termini di migliaia di anni.
Difficile anche stabilire con esattezza quante copie ne siano state stampate e vendute, soprattutto in considerazione del fatto che esistono versioni differenti, provenienti da traduzioni e codici di origine diversa. Una stima indicativa parla di più di cinque miliardi di Bibbie vendute, ma è un dato da prendere sommariamente.
Un’altra informazione che ci dà la misura del successo e della diffusione della Bibbia nel mondo è il fatto che è stata tradotta per intero o in parte in più di 2.400 lingue. Questo significa che le storie della Bibbia sono accessibili in parte o per intero a oltre il 90 per cento degli abitanti della pianeta.
Questi dati sono sufficienti per comprendere quale e quanto grande possa essere stata l’influenza delle storie della Bibbia nell’arte, nella letteratura, nella musica e, arrivati nel mondo moderno, anche nel cinema e nella televisione. Moltissimi infatti sono i film sulla Bibbia.
Occorre aggiungere che molte storie contenute nella Bibbia sono davvero avvincenti, quanto e più di molti romanzi di avventura o delle saghe fantasy che vanno per la maggiore oggigiorno. Non mancano i fatti violenti e sanguinari, gli omicidi, le stragi, le vendette e le guerre, ma anche questi eventi drammatici sono importanti perché da un lato di dimostrano la veridicità e l’accuratezza storica con cui gli scrittori biblici hanno voluto redigere le loro testimonianze; dall’altro ci ricordano come la Bibbia parli di uomini e donne veri, reali, e come tali fallibili, esposti costantemente alla tentazione e al peccato. Questo fa sì che possiamo apprezzare ancora di più coloro i quali tra loro hanno saputo ergersi come esempi di rettitudine, saggezza, bontà.
Vediamo alcune delle storie della Bibbia e i loro straordinari protagonisti.
Giacobbe
Di Giacobbe, Terzo Patriarca dell’Ebraismo dopo Abramo e Isacco, leggiamo la storia nella Genesi.
Era figlio di Isacco e di Rebecca, fratello gemello di Esaù, che nacque prima di lui, ma a cui Giacobbe sottrasse la primogenitura, perché al momento del parto gli teneva con la mano il calcagno. Per questo gli venne dato questo nome, che deriva da aqeb, “tallone”.
Successivamente Giacobbe sottrasse al fratello anche la benedizione del padre Isacco con l’inganno. Infatti Esaù gliela vendette in cambio di un piatto di lenticchie. A quei tempi questo significava ottenere dal padre pieni poteri su uomini, animali e tutto ciò che apparteneva alla tribù. Non a caso il nome Giacobbe significa anche “il soppiantatore”.
Giacobbe è conosciuto anche con il nome “Israele”, dalla radice shr, “lottare”, ed El, “Signore”.
“Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini, e hai vinto” (Genesi 32,29).
Le differenze tra ebraismo e cristianesimo
Quali sono le differenze tra Ebraismo e Cristianesimo? Il Dio degli Ebrei è lo stesso dei Cristiani? Cerchiamo di scoprire insieme che cosa divide…
Il versetto e il soprannome derivano da un episodio emblematico della vita di Giacobbe che una notte ingaggiò una lotta senza quartiere contro un uomo sconosciuto, probabilmente un Angelo del Signore. Con l’avvicinarsi dell’alba, e dopo che lo aveva quasi azzoppato colpendolo al nervo sciatico, lo straniero pregò Giacobbe di lasciarlo andare. Lui acconsentì, ma intuendo l’origine sovrannaturale nel suo avversario, volle in cambio la sua benedizione, e fu allora che l’uomo gli diede il nome Israele. Il nome è profetico, giacché dai dodici figli maschi che Giacobbe ebbe dalle sue spose legittime e da due schiave ebbero origine le dodici tribù di Israele.
Le caratteristiche di Giacobbe furono dunque astuzia e forza, considerate dal popolo di Israele doti preziose e invidiabili. Abituato a combattere contro gli uomini, il fratello per primo, per ottenere ciò che vuole, Giacobbe non esita a usare l’astuzia e l’inganno per perseguire gli obiettivi che si prefigge, e rifiuta di farsi piegare dagli eventi.
Anche la sua lotta contro Dio in realtà è un segno di grandezza: rendendosi conto contro chi sta combattendo, Giacobbe depone il proprio orgoglio e invoca la benedizione del suo avversario, che in cambio lo sceglie come capo del popolo di Israele.
Giacobbe è venerato dalla Chiesa cattolica il 24 dicembre, con gli altri patriarchi del Vecchio Testamento.
Giacobbe ebbe molti figli, tra i quali il favorito fu Giuseppe.
San Giuseppe: il padre putativo di Gesù
San Giuseppe è una figura molto amata dai cristiani e venerata con un affetto e una devozione incomparabili.
Giuseppe e i suoi fratelli
La storia di Giuseppe, che dopo essere stato venduto dai fratelli, invidiosi del favore che il padre Giacobbe gli accordava, a dei mercanti di schiavi, divenne ministro del faraone e vice-Re d’Egitto, ha sempre ispirato moltissimo scrittori e artisti.
Ci sono film dedicati a lui, tra cui uno di animazione, Giuseppe il Re dei sogni, realizzato da DreamWorks, che ha avuto un successo planetario ed è molto apprezzato anche dai bambini.
La veste dai tanti colori che Giacobbe volle donare al figlio prediletto ha ispirato anche un musical, Joseph e la strabiliante tunica dei sogni in technicolor, creato da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice.
Al di là della sua fama recente, anche Giuseppe è un patriarca dell’Antico Testamento, e dai sui figli Manasse e Efraim discendono due delle tribù di Israele. Dopo essere stato venduto dai fratelli invidiosi usò la sua abilità nell’interpretare i sogni per divenire ministro e consigliere del faraone. Interpretò per quest’ultimo il famoso sogno delle vacche grasse e delle vacche magre, e riuscì così a salvare tutto l’Egitto, e anche il padre Giacobbe e le tribù di Israele da una terribile carestia che durò per sette anni.
Sansone e Dalila
Anche la storia di Sansone e Dalila, oltre a quadri, opere letterarie e musicali, è stata di ispirazione per molti film, grazie soprattutto alla componente amorosa e tragica che prevede.
Sansone era un giudice che aveva ricevuto in dono da Dio una forza sovrannaturale. Il suo nome deriva da Shimshon, “piccolo sole”, e questo fece pensare per qualche tempo che lui stesso potesse essere una sorta di semidio. La sua nascita era stata annunciata da un angelo che aveva rivelato a sua madre che una volta cresciuto il suo bambino avrebbe liberato Israele dagli invasori Filistei, e le aveva raccomandato di non tagliargli mai capelli.
Via crucis per bambini: raccontare le 14 stazioni al tuo bambino
Ma come spiegare a un bambino la storia di un uomo strappato all’affetto dei suoi amici, di sua madre, trascinato attraverso una folla…
Nella tradizione cristiana latina Sansone assunse tratti in comune con Ercole, sebbene in lui la forza fisica andava sempre a unirsi alle doti spirituali, creando un archetipo dell’eroe cristiano che sacrifica se stesso. In effetti anche le avventure che Sansone affronta nel corso della sua vita ricordano un po’ le fatiche di Ercole. Spesso si scontra con i Filistei, diventando una vera spina nel fianco per loro.
Quando Sansone di innamora di Dalila, i Filistei le offrono molto oro in cambio del suo aiuto per catturare Sansone. La donna si dà da fare per scoprire il segreto della sua forza prodigiosa e, dopo molti tentativi falliti, alla fine riesce a far confessare all’eroe che essa risiede nei suoi capelli. Lo fa così rasare e lo consegna ai Filistei, che lo incatenano e lo imprigionano, dopo averlo accecato. Successivamente lo traggono dalla prigione per esibirlo in una cerimonia solenne, ma i capelli nel frattempo gli sono ricresciuti e, sebbene cieco, Sansone riesce a far crollare l’edificio spingendo le colonne portanti, al grido di “Morte a Sansone e a tutti i Filistei!”
La regina Ester
Il suo nome in ebraico significa “io mi nasconderò”. Ester, che in realtà si chiamava Hadasah, “mirto”, assume questo nome per nasconde la sua origine ebraica quando entra nell’harem di re Assuero come sua sposa.
Solo in seguito rivelerà la sua vera identità per salvare gli Ebrei dalla strage ordinata dal primo ministro Aman. Saputo il piano del ministro, ella si sottopose a un digiuno di tre giorni, poi si presentò al re chiedendogli di andare a cena con Aman. Davanti a tutti rivelò la propria origine ebraica, e disse che Aman voleva la morte di tutti i giudei.
Col suo coraggio convinse il re a intercedere per il suo popolo. Nacque così la festa dei Purim, festeggiata ancora oggi il 14 e il 15 di marzo.
Storie della Bibbia per bambini
Anche i bambini possono apprezzare molte delle storie della Bibbia. Ovviamente occorre avvicinarli ad esse nel modo corretto, adattando storie e personaggi alla loro età e sensibilità. Ci sono molti libri scritti apposta per avvicinare i bambini al Cristianesimo attraverso il racconto di storie della Bibbia.
Se vogliamo proporre ai più piccoli i racconti della Bibbia per bambini possiamo cominciare con storie facili da raccontare anche ai più piccini, come le tre parabole della misericordia. La storia della pecorella smarrita (Luca 15, 1-7) o della moneta perduta (Luca 15, 1-10), o ancora il figliol prodigo (Luca 15, 11-32) sono adatte per essere raccontate anche a bambini molto piccoli, e insegnano loro l’importanza del pentimento e soprattutto l’immenso amore di Dio, disposto a riaccoglierci e amarci nonostante i nostri errori.
Sempre restando nell’ambito delle parabole, anche la parabola del Buon Samaritano (Luca 10,25-37) può aiutare i bambini a comprendere il messaggio di Gesù, quello di amare il nostro prossimo come noi stessi.
La parabola della vite e dei tralci (Giovanni 15,1-11) insegnerà loro che da soli non siamo nulla, come un tralcio di vite staccato dalla pianta e non curato dall’agricoltore (Dio), destinato a seccarsi e a essere bruciato. Solo restando uniti a Dio possiamo dare frutto.
La parabola dei talenti (Matteo 25,14-30) mostra ai bambini come Dio concede a tutti dei doni spirituali che ognuno di noi deve mettere a frutto, altrimenti sono inutili.
Ancora, la parabola del seminatore (Matteo 13:3-8;19-23) mostra come ciascuno può accogliere la Parola di Dio, raccontando ciò che avviene a diversi semi che cadono sulla strada, tra le pietre, tra le spine e infine nel buon terreno, dove possono fare molti più frutti.
La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18,9-14) insegna infine il valore dell’umiltà.