Non è facile spiegare a un bambino cosa sia la Confessione. Non è facile perché non è facile spiegargli cosa sia il concetto di Peccato. Eppure è fondamentale per la sua crescita come essere umano e come cristiano fargli comprendere cosa significhi peccare, e ancora di più, cosa significhi poter confessare i propri peccati a Dio, che è infinitamente buono e misericordioso.
Infatti la questione fondamentale della Confessione risiede in questo: essere consapevoli che, per quanto possiamo esserci macchiati di colpe grandi e piccole, Dio Padre è pronto a perdonarci, se ci mostriamo davvero pentiti. Non è così banale. Bambini cresciuti con la minaccia di “Non fare questo perché è peccato”, senza che tuttavia nessuno si sia dato pena di spiegare loro che cosa sia davvero peccato e quali conseguenze comporti, possono incorrere in una visione errata di Dio, immaginandolo come una presenza crudele e pronta a punire in modo arbitrario chiunque commetta degli errori. Alcuni bambini, infatti, tendono a ingigantire il proprio senso di colpa, anche per mancanze minime, e a vivere male la propria età.
Dio ci vuole bene.
Probabilmente la prima cosa da far capire a un bambino è proprio che Dio è buono, che ha creato ogni cosa bella e perfetta per noi, e che ha sacrificato suo figlio Gesù solo per amor nostro. Come potrebbe un Padre così buono e generoso condannarci senza possibilità di appello?
Anzi, Dio è sempre pronto a riaccoglierci nel suo abbraccio, come il padre accolse il figlio minore nella Parabola del Figlio prodigo, dimostrando che nessuna colpa era davvero grave davanti all’Amore.
Dio è amore, dunque, e Dio perdona. Nel cuore degli uomini c’è un germe di Male che non può essere distrutto da nessuno, nemmeno da Dio. Eppure lui non si dà per vinto, fin dalla notte dei tempi. Ha cercato di ripulire il mondo dai cattivi col Diluvio, ma vedendo che era inutile ha mandato i suoi profeti a predicare il Bene, e alla fine ha mandato il suo stesso Figlio, Gesù, a mostrare agli uomini il cammino dell’Amore. Perché il solo modo per aiutare gli uomini a essere migliori è mostrare loro la via del bene, e convertirli ad essa. Dio ha fatto e continua a fare tutto per noi, anche se noi continuiamo a offenderlo con le nostre azioni cattive, con i nostri pensieri cattivi. Per nostra fortuna la sua Misericordia è infinita, la sua capacità di perdonare sconfinata.
Il peccato è il male del mondo.
Il Peccato esiste, e ne siamo tutti soggetti. Adamo ed Eva lo hanno commesso per primi, e lo hanno trasmesso a tutta la loro discendenza. Purtroppo, a causa di questo primo errore, noi tutti nasciamo segnati dal peccato, e il peccato di allontana da Dio. È importante imparare a riconoscerlo, a essere consapevole dei suoi effetti nel mondo.
Per fare ciò gli si può mostrare come tutto ciò che accade di brutto al mondo sia frutto del peccato, e che queste azioni cattive portano terribili conseguenze, non solo per i singoli, ma per tutte le persone. Un buon sistema potrebbe essere quello di partire dalla visione di come era il mondo prima del peccato, illustrando al bambino la natura incontaminata, l’armonia e la felicità che regnava tra tutte le creature di Dio, la felicità e l’assenza di dolore di Adamo ed Eva. Successivamente gli si può mostrare come è il mondo reale, magari citando fatti di cronaca, spiegando cosa succede nel mondo, quanta sofferenza affligga gli esseri umani ovunque: guerre, violenza, incidenti. Mettendo questi due mondi così diversi a confronto nascerà spontanea una domanda: perché Dio permette tutto questo?
La risposta è nella Bibbia: il Male nel mondo è arrivato per colpa dell’uomo.
L’uomo che vive nel peccato, dimostrando di non apprezzare i doni di Dio, rivendicando di voler essere lui il Dio di se stesso. È questo che hanno fatto Adamo ed Eva. Il peccato originale non è stato nel furto della mela proibita, ma nello sfidare apertamente Dio, nel non limitarsi ad ascoltare il suo monito, ma pretendere di fare di testa propria, di essere come lui. Questo è ciò che facciamo noi ogni volta che commettiamo un peccato. Ci crediamo più furbi di Dio, ci crediamo superiori a lui, e ci comportiamo male sapendo benissimo che stiamo sbagliando. Quando lo facciamo non siamo felici, non stiamo bene con noi stessi, perché siamo perfettamente consapevoli che certe cose sono sbagliate. È come quando raccontiamo una bugia e poi abbiamo paura di essere scoperti, o quando facciamo una cattiva azione e viviamo nell’angoscia che la mamma lo scopra e ci punisca. Dio è molto più bravo della mamma a capire se abbiamo fatto qualcosa di male, e anche se ci ama come e più di lei, ed è disposto a perdonarci, prima vuole che ammettiamo la nostra colpa e chiediamo scusa, sinceramente.
Per questo ha creato la Confessione.
A cosa serve la Confessione.
Una volta che il bambino ha compreso l’esistenza del peccato, e la bontà di Dio, bisogna fargli capire come meritare il perdono. Questo si può ottenere insegnando al bambino come fare un esame di coscienza. Ovvero, dopo una giornata di studio, giochi e attività, quando è solo nella sua cameretta, invitarlo a considerare le proprie azioni nell’arco del giorno appena concluso, quello che ha fatto, quello che non ha fatto, quello che avrebbe dovuto fare. È un esame che va compiuto con sincerità e onestà, nella piena consapevolezza che Dio, comunque, sa benissimo come ci siamo comportati. Ma questa è una cosa che serve a noi, per capire se e dove abbiamo sbagliato, per renderci conto che avremmo potuto fare di più. A questo punto si chiede scusa al Signore con una preghiera, e il giorno dopo si cerca di fare meglio, e così via, giorno dopo giorno.
Questo è il primo passo verso la Confessione.
La Confessione infatti è una specie di esame di coscienza, però fatto ad alta voce davanti a un sacerdote, alla fine del quale si ammettono i propri errori e si dichiara di non volerne compiere più. Non basta solo dire che ci dispiace: dobbiamo mostrare di avere il cuore colmo di pentimento e di volontà di fare bene, in futuro, solo così Dio ci perdonerà.
La Confessione è indispensabile per ottenere il perdono di Dio, per riavvicinarci a lui. È un sacrificio, un atto di umiltà. Non è facile ammettere i propri errori. Non è facile riconoscere di avere sbagliato, anche quando è evidentissimo. Gli uomini sono fatti così, sono orgogliosi, testoni. Ma Dio li ama anche per questo, e proprio perché li conosce bene e sa come sono fatti, apprezza ancora di più quando sono disposti a cedere, a chiedere perdono. Dio non vuole punire, non vuole condannare: vuole solo perdonare, salvarci. Non smette di amarci nemmeno quando ci comportiamo male, figurarsi quando lo riconosciamo e chiediamo scusa! Allora è il più orgoglioso e il più felice dei Padri! Ci abbraccia, ci consola, e la nostra vita diventa all’improvviso ancora più bella e speciale. Come se il vento spazzasse via le nuvole grigie dal cielo, e tutto tornasse azzurro, splendente e luminoso. Così siamo noi dopo la Confessione.