La parola ‘pisside‘ deriva probabilmente dal greco πυξίς, nome generico per qualsiasi recipiente destinato a contenere oggetti di piccole dimensioni, Si trattava per lo più di scatolette di legno duro (il nome deriverebbe da πύξος, “bosso”), ma ben presto venne utilizzato per definire recipienti di metallo o argilla, d’avorio o osso.
Nel Medioevo si iniziò a utilizzare il nome “pisside in metallo” per definire il contenitore destinato a conservare le ostie consacrate, il vaso sacro custodito nel Tabernacolo e coperto dal canopeo.
Inizialmente le pissidi in metallo erano contenitori di forma cilindrica, destinati solo alla conservazione delle ostie. Col tempo, la pisside in metallo divenne il recipiente destinato a distribuire la Comunione, oltre al contenitore per la conservazione delle ostie consacrate non consumate. La pisside in metallo assunse quindi la forma di calice, con la coppa molto più larga e il piede e il fusto meno alti di un calice comune. L’imboccatura è chiusa da un coperchio bombato sormontato da una piccola croce o da una statuetta di Gesù Cristo.
La pisside è generalmente realizzata in metallo prezioso (oro, argento, argento dorato, ecc.) con coppa dorata, trattandosi di un vaso sacro in diretto contatto con le ostie consacrate.
La pisside in metallo contenente le ostie è conservata abitualmente dentro il tabernacolo. Solo durante la celebrazione eucaristica la pisside in metallo può essere posta sull’altare, come oggetto di devozione.
Le pissidi in metallo sono realizzate sempre in oro, argento e altri metalli preziosi, e ornate di fregi e cesellature.
Esistono diversi tipi di pissidi in metallo:
– Pisside a torre, la più antica, di forma cilindrica con coperchio incernierato;
– Pisside-crismatorio a forma di croce, nella cui parte centrale viene custodita l’ostia e in quella inferiore l’olio santo;
– Pisside da viatico, per portare l’Eucarestia ai malati;
– Pisside pensile, dotata di un anello sul coperchio che consente di sospenderla sopra l’altare.