Tipi di Croci e i loro significati

Tipi di Croci e i loro significati

La croce è un simbolo antico, che ha conosciuto nel tempo molte e diverse declinazioni. Per i cristiani esso è di fondamentale importanza. Scopriamo i diversi tipi di croci, la loro storia e il loro significato simbolico.

Che cos’è la croce? Probabilmente la maggior parte delle persone che conosciamo risponderebbero a questa domanda dicendo che si tratta del simbolo cristiano per eccellenza, dal momento che essa richiama il Cristo crocifisso, che ha sacrificato se stesso per la salvezza dell’umanità. Questo è senza dubbio vero, se non fosse che il simbolo della croce esiste da prima.

Che forma ha la croce? La geometria di una croce è molto semplice: due linee che si incrociano con un angolo retto, dividendosi reciprocamente a metà, in certi casi, o in modo che la linea più lunga venga divisa in modo da avere un braccio più lungo, uno più corto. La facilità con cui può essere riprodotto un simile disegno ci fa intuire perché esso sia uno dei simboli più antichi dell’umanità.

Il cristianesimo non è stato la prima religione a utilizzare le croci come oggetto di devozione. Perfino nell’età della Pietra, e fino all’epoca pre-cristiana, erano diffuse raffigurazioni a forma di croce.  La cosiddetta Croce celtica era per i norreni il simbolo di Odino. Essa rappresentava una croce racchiusa in un cerchio. Anche nell’antico Egitto esisteva un simbolo che ricordava molto la croce, l’ankh, simbolo della vita. L’islam invece non ha mai riconosciuto la croce come simbolo religioso, per il fatto che nega che Gesù sia morto in croce, essendo stato sostituito da un sosia.

La parola “Croce” deriva dal latino Crux. Presso gli antichi romani si trattava di uno strumento utilizzato per infliggere terribili supplizi, la crocifissione, appunto. Ma, restando nell’ambito dei simboli, ricordiamo che nella numerazione romana, il numero 10 si scrive X, elemento che ricorda molto una croce.

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Arrivando al Cristianesimo, come abbiamo già anticipato, la croce è il principale simbolo della religione. Infatti ricorda la morte di Gesù, crocifisso per ordine di Ponzio Pilato, Procuratore romano della Giudea, che lo condannò a morte. Paradossalmente, da un atto così brutale e terribile, la croce è rinata ed è stata tramandata con una valenza positiva, in quanto la passione e la morte di Gesù coincidono con l’adempimento della Sua missione di salvezza per tutti gli uomini. Un simbolo d’amore assoluto, dunque, di estremo sacrificio.

Eppure la croce e il crocifisso impiegarono un po’ di tempo per diffondersi ed essere riconosciuti. Iniziarono a essere utilizzati in modo importante solo a partire dal IV secolo. L’usanza di porre una croce sull’altare delle chiese risale addirittura al Medioevo.

Vediamo dunque i vari tipi di croci e crocifissi che si sono diffusi nei secoli, come motivi simbolici-decorativi e con particolari significati simbolici.

Croce latina

È la più tipica delle croci, quella che per i cristiani rappresenta la Crocifissione di Gesù. Ha due bracci perpendicolari dei quali quello trasversale è più corto rispetto a quello longitudinale.

Croce greca

È una croce formata da quattro bracci di uguale misura che si intersecano ad angolo retto. Tipica dell’arte bizantina, si alternò nei secoli alla croce latina come base per la pianta delle chiese. I suoi quattro rami uguali e il fatto che essa possa essere contenuta in un quadrato, fanno della croce greca la croce idealizzata, che rappresenta la Natura Divina di Cristo.

Croce a Tau – Croce di Sant’Antonio abate o Commissa

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Il Tau non è altro che l’ultima lettera dell’antico alfabeto ebraico, che rappresentava il compimento dell’intera parola rivelata di Dio.

La sua forma ricorda in effetti una croce, seppur priva del braccio superiore. Per questo i cristiani l’adottarono. Ma un’altra ragione è che, essendo l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, essa conteneva una profezia della Fine dei tempi, così come la lettera greca Omega. La croce Tau si diffuse soprattutto da San Francesco, che la scelse come suo simbolo di devozione e come sigillo, forte della sua profonda convinzione spirituale per la quale nella croce di Cristo risiedeva la salvezza di ogni uomo.

Croce ad albero della vita

Affascinante anche il legame tra croce e albero della vita.

Una leggenda vuole che l’albero dal quale fu ricavato il legno della Croce di Gesù fosse nato da uno dei tre semi (di cedro, cipresso e pino) posti nella bocca di Adamo alla sua morte. Un’altra leggenda racconta che alla morte di Adamo sul figlio Set avesse posto nella sua bocca un ramoscello proveniente dall’Albero della Vita, che gli era stato donato dall’Arcangelo Michele. Da questo ramoscello sarebbe poi nato un nuovo albero.
La croce ad albero della vita ha i bracci simili ai rami di un albero, carichi di foglie, fiori e frutti. Al di là delle leggende, la sua simbologia è chiara. La croce è il nuovo albero della Vita, grazie al sacrificio di Gesù, che ha affermato la propria identità: «Io sono la vita» (Gv 14,6; 6,53).

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Croce a otto punte

La croce a otto punte, conosciuta anche come croce di Malta, o croce di san Giovanni, fu simbolo della repubblica marinara di Amalfi almeno sin dall’XI secolo. Fu anche simbolo degli ordini Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, sulle cui vesti risaltava con il colore bianco, che richiamava la Purezza delle Beatitudini.
La croce a otto punte è un simbolo di origine bizantina. Le otto punte simboleggiano probabilmente le beatitudini elencate da San Matteo:

  1. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli
  2. Beati i miti, perché possederanno la Terra
  3. Beati gli afflitti, perché saranno consolati
  4. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati
  5. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia
  6. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
  7. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
  8. Beati i perseguitati per amore della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli

In alternativa potrebbero rappresentare le virtù cristiane:

  1. Lealtà
  2. Pietà
  3. Franchezza
  4. Coraggio
  5. Gloria ed onore
  6. Disprezzo per la morte
  7. Solidarietà verso i poveri ed i malati
  8. Rispetto per la Chiesa

O ancora gli otto princìpi che erano alla base della missione dei cavalieri di San Giovanni:

  1. spiritualità
  2. semplicità
  3. umiltà
  4. compassione
  5. giustizia
  6. misericordia
  7. sincerità

Croce di San Emiliano della Cogolla

Conosciuta anche come Croce visigota, è una croce con i bracci ancorati, ovvero che terminano in due punte ricurve in fuori, come ancore, appunto. Questa croce è legata alla figura di San Emiliano, un eremita vissuto in Spagna nel VI secolo. Per questo la croce è conosciuta anche con la definizione spagnola di Cruz de San Millán.
I dodici vertici dei bracci simboleggiano i dodici apostoli. Il fatto che le punte siano indirizzate verso l’esterno o l’interno indica la debolezza della Chiesa, che è composta da uomini, santi e peccatori. Il decoro che conduce al centro della croce è fatto di foglie di ortica, per ricordare che seguire il cammino di Dio può rivelarsi assai doloroso. Il centro della croce di San Emiliano è composto da un fiore con otto petali, che simboleggiano le otto beatitudini. A centro c’è un punto che rappresenta Dio. Dal fiore si dipartono quattro boccioli trilobati che simboleggiano la Trinità.

La Croce copta

Conosciuta anche come Croce ansata, o Croce egizia, ha la forma di una goccia rovesciata posta al centro dei bracci orizzontali. In pratica assomiglia a una chiave, e per questa ragione viene chiamata anche Chiave della vita, Chiave del Nilo oppure Croce di Ankh, in ricordo dell’antico simbolo egizio della vita eterna.
In pratica la croce copta non è altro che l’evoluzione dell’antico ankh egizio, che ornava le tombe dei faraoni e che spesso veniva raffigurato stretto nelle mani degli dei. La Chiesa copta ortodossa poi ha fatto proprio questo simbolo e lo ha trasformato fino al raggiungimento del suo attuale aspetto.

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Croce con terminazioni trilobe

È tipica della chiesa ortodossa russa ed è formata da due bracci perpendicolari più una traversa obliqua in basso. Quest’ultima richiama l’appoggio per i piedi di Cristo crocifisso. I bracci sono chiusi da terminazioni trilobe che simboleggiano la Trinità, come il trifoglio da cui trae origine questa croce.

Croce russa

Conosciuta anche come croce bizantina o croce ortodossa, presenta tre traverse: la prima in alto è il titulus crucis, il cartello che riportava la ragione della condanna di Gesù, quella più in basso, leggermente obliqua, il suppedaneum, il sostegno di legno su cui Gesù Cristo crocifisso poggiava i piedi. Nata in ambito bizantino, è il simbolo della Chiesa ortodossa russa e di altre chiese slave.

Croce mariana

Utilizzata come stemma da papa Giovanni Paolo II, è formata da una croce latina e dalla lettera M che simboleggia Maria Vergine ai piedi della croce sul Calvario.

Croce papale tripla

Formata da un braccio longitudinale lungo e da tre bracci trasversali. Le tre traverse rappresentano il triplice ruolo del Papa:

    1. vescovo di Roma;
    2. patriarca dell’Occidente;

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    3. successore di San Pietro apostolo.

Di solito è sorretta dall’Agnello di Dio.

Crocifisso di San Damiano

Il crocifisso di San Damiano è quello adorato da Francesco d’Assisi, davanti alla quale egli ricevette la richiesta del Signore di riparare la sua casa. In essa Gesù è ferito, ma anche trionfante, risoluto e fiero nonostante la sofferenza. Sul capo ha un’aureola che racchiude una croce ulteriore, simbolo della Sua imminente gloria. La figura imponente di Gesù è circondata da figurine più piccole, ciascuna con un significato simbolico ben preciso.

Croce di Sant’Andrea

La croce di Sant’Andrea (in latino: crux decussata) ha, a differenza delle altre croci, i bracci posti in diagonale. In pratica essi formano una X. Si dice che Sant’Andrea apostolo conobbe il martirio su una croce che aveva questa forma.

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