La Madonna del Divino Amore e il suo santuario

La Madonna del Divino Amore e il suo santuario

Luogo di miracoli e meta di pellegrinaggi, il Santuario della Madonna del Divino Amore è una delle gite fuori porta più amate dai romani

A Castel di Leva, ventitreesima zona dell’Agro Romano, 12 km a sud del cuore della Città Eterna, sorge il Santuario della Madonna del Divino Amore, da secoli una delle mete di pellegrinaggio più apprezzate dai romani. Composto da due chiese, una risalente al 1745, l’altra moderna, eretta nel 1999, viene visitata ogni anno da un numero consistente di pellegrini, che vi si recano soprattutto nei mesi estivi, quando nelle notti di ogni sabato è possibile partecipare a un pellegrinaggio notturno che parte da Roma e conduce a piedi fino al santuario mariano.

Dal novembre del 2020, per volontà di Papa Francesco, il Santuario è sotto l’egida della diaconia di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva.

Ma da dove nasce la devozione alla Madonna del Divino Amore, e perché questo Santuario riceve tante visite?

Il Santuario del Divino Amore a Roma

Il Santuario della Madonna del Divino Amore è un luogo emblematico, per la fede e per la devozione degli abitanti di Roma. Risulta curioso pensare a come, sebbene la capitale sia, con le sue oltre 900 chiese, la città con più chiese al mondo, molti romani disdegnino i luoghi di culto più famosi e preferiscano recarsi in pellegrinaggio in questo piccolo Santuario a Castel di Leva, nella campagna a sud del grande raccordo anulare. Il perché di questo flusso di visitatori, che già negli anni ’70 superavano i due milioni all’anno, e che affollano il cortile esterno e riempiono il santuario di santini ed ex voto, è difficile da comprendere. Lo è ancora di più se pensiamo che, dopo la fondazione della prima chiesetta, nel 1745, nessun ordine religioso voleva farsi carico di custodire quel luogo di culto, eretto in un luogo così isolato, in una regione insalubre in cui imperversavano i briganti. Per i primi cento anni dalla sua istituzione, il Santuario della Madonna del Divino Amore venne affidato a un custode eremita, mentre i sacerdoti vi si recavano solo nel tempo di Pentecoste, per accogliere i pellegrini.

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Il Nuovo Santuario venne eretto dopo la Seconda guerra mondiale, per adempiere a un voto fatto dai cittadini di Roma alla Vergine, che aveva salvato la città. Dopo la guerra gli Oblati del Divino Amore e la Congregazione delle figlie della Madonna del Divino Amore iniziano a occuparsi del santuario e di tutte le attività e servizi di accoglienza e assistenza che intorno ad esso si sono sviluppati. Don Umberto Terenzi, rettore del Santuario, invocò l’adempimento del voto e la costruzione del Nuovo Santuario e, finalmente, nel gennaio 1996 il cardinale vicario Camillo Ruini ne pose la prima pietra. Oggi il Nuovo Santuario, progettato dal frate francescano e sacerdote Padre Costantino Ruggeri, può ospitare oltre 1500 pellegrini.

Adiacente al Santuario del Divino Amore, sorge su una collina il santuario degli Zingari e del Beato Zeffirino. Zeffirino Giménez Malla era uno zingaro cattolico che nel 1936, durante la guerra civile spagnola, venne fucilato per aver tentato di salvare un sacerdote, e per questo fu beatificato nel 1997. Il luogo è diventato una meta di pellegrinaggio per gli zingari cattolici, e unisce i simboli della fede con quelli che caratterizzano la vita nomade di questo popolo da sempre figlio della provvidenza.

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Pellegrinaggio al Divino Amore

I pellegrinaggi notturni nel Santuario del Divino Amore sono una consuetudine molto amata, alla quale i fedeli hanno dovuto rinunciare durante la pandemia, ma che ora sono ripresi. Si parte ogni sabato, dal primo dopo Pasqua all’ultimo di ottobre, alle ore 24 da Piazza di Porta Capena (Circo Massimo) e si cammina nella notte fino al Nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore, dove si assiste alla S. Messa celebrata alle ore 5.00.

È possibile in alternativa prenotare pellegrinaggi privati al Santuario del Divino Amore, rivolgendosi alla Segreteria del Santuario. La struttura mette a disposizione sale di preghiera e incontro, servizi per i pellegrini e tutto quello che può servire.

Lo scorso 19 marzo, festa di San Giuseppe, è stato organizzato uno speciale pellegrinaggio notturno, per pregare per la fine della guerra in Ucraina. Il pellegrinaggio, voluto dalla diocesi di Roma, è stato anche trasmesso in diretta televisiva e in streaming sui social. Già nel 1944 l’allora Papa Pio XII invitava gli abitanti di Roma ad affidarsi alla Madonna del Divino Amore perché la loro città venisse risparmiata dalle bombe e dalla devastazione.

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L’immagine della Madonna del Divino Amore e i suoi miracoli

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La devozione alla Vergine Maria di cui il Santuario è il cuore nasce da un’antica raffigurazione della Madonna in trono con in braccio Gesù Bambino, un tempo posta su una delle torri che circondavano l’antico castello dei Leoni. La particolarità di questa immagine, e forse una delle chiavi di comprensione della diffusione del culto del Santuario, è che sopra la Vergine e il Bambino volteggia una colomba, simbolo dello Spirito Santo. Fu proprio questa raffigurazione la protagonista del primo miracolo che determinò l’inizio del culto. Secondo la leggenda, nel 1740 un pellegrino in viaggio per raggiungere Roma si smarrì in questa zona inospitale, e all’epoca praticamente disabitata. Mentre cercava rifugio presso i ruderi dell’antico castello, venne aggredito da una muta di cani randagi inferociti. Fu allora che, alzando lo sguardo, vide la Madonna con il Bambino dipinta sulle mura e la colomba dello Spirito Santo su di lei. Invocò l’aiuto della Vergine, e subito i cani si fermarono e si allontanarono, come richiamati altrove. Da quel momento il luogo in cui avvenne il miracolo iniziò a essere visitato da numerosi devoti. Si rese necessario creare una chiesa, che potesse accogliere i fedeli, e l’immagine della Madonna con la colomba dello Spirito Santo venne spostata sull’altare maggiore di quest’ultima nel 1745. Per l’occasione Papa Benedetto XIV concesse l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini per una settimana.

Seguirono negli anni altri miracoli, che confermarono la benevolenza della Vergine verso il piccolo Santuario. Abbiamo già citato come nel 1944 i romani esortati dal Papa si rivolsero alla Madonna del Divino Amore, la cui effigie era stata trasferita nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Campo Marzio per proteggerla dai bombardamenti, e fecero un voto solenne perché salvasse la città dalle bombe. Così avvenne: la stessa sera in cui venne pronunciato il voto i tedeschi lasciarono Roma e le truppe alleate entrarono in città.

Come avviene in molti santuari, anche il Santuario del Divino Amore ha accolto nei secoli molti ex voto, offerti dai fedeli per le grazie ricevute dalla Madonna. Custoditi in un’apposita sala, sono così numerosi che, nel tempo, è stato necessario disporli anche all’esterno, nei cortili e lungo la strada. Oltre ai consueti quadretti, formelle e santini, lettere e foto, abitini di bambini, si trovano magliette di calciatori e campioni sportivi, e perfino le biciclette di Gimondi e di Moser.

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