San Giovanni di Dio ha fatto della carità e della cura di malati e indigenti la propria missione. Ecco come la sua vocazione vive ancora oggi nell’ordine dei Fatebenefratelli
San Giovanni di Dio (nato João Duarte Cidade) è stato un frate portoghese vissuto nel XVI secolo e venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica. La sua vita e le sue opere sono una testimonianza della sua devozione religiosa e del suo impegno nel servire gli altri, specialmente i più bisognosi e i malati. Un impegno culminato con la fondazione da parte sua dell’Ordine mendicante ospedaliero detto dei Fatebenefratelli.
I Fatebenefratelli: i frati dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio
Fatebenefratelli è il termine popolare con cui vengono chiamati…
Storia di San Giovanni di Dio
La prima parte della sua vita fu a dir poco avventurosa, degna di un romanzo picaresco. Lasciò la famiglia ancora bambino, e venne accolto nella casa di Francisco Cid, detto “el Mayoral”. Fu pastore e poi soldato, e ancora vagabondo tra Europa e Africa, adattandosi ai mestieri più disparati, dal bracciante al venditore ambulante, al libraio.
Fu proprio mentre vendeva libri a Granada che la sua vita cambiò radicalmente. I semi della vocazione che già da tempo stava germogliando in lui lo portarono a una profonda crisi religiosa, alimentata dalle prediche di San Giovanni d’Avila. A causa di questa crisi venne ritenuto pazzo e come tale rinchiuso in Ospedale. Infatti Giovanni di Dio vagava per le strade in preda a una smania incontenibile, apostrofando i passanti con la formula: “Fate bene, fratelli, a voi stessi.” Proprio da questa frase emblematica prenderà il nome un giorno l’ordine da lui costituito.
Liberato dalla prigionia, Giovanni decise di dedicarsi interamente alla vita religiosa con immenso fervore. Si recò in pellegrinaggio al Monastero Reale di Santa Maria de Guadalupe della provincia spagnola di Cáceres e al suo ritorno a Granada si mise al servizio dei malati, degli indigenti e delle prostitute. Il suo contributo non si limitava solo all’assistenza fisica, ma includeva anche il sostegno emotivo e spirituale per coloro che si trovavano in condizioni di disagio. La sua dedizione e il suo impegno verso i più deboli furono straordinari e in breve molti seguirono il suo esempio, dedicandosi a opere di misericordia verso i più bisognosi e chiedendo la carità in nome dell’esportazione: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!”
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L’arcivescovo di Granada diede a Giovanni il soprannome di Giovanni di Dio e lo incoraggiò ad aprire il suo primo Ospedale.
San Giovanni di Dio morì l’8 marzo 1550, ma la sua eredità di compassione e dedizione al servizio degli altri gli sopravvisse. Nel 1690 Papa Alessandro VIII lo canonizzò, e circa due secoli dopo, nel 1886, Papa Leone XIII lo nominò Patrono degli ospedali e dei malati, accanto a San Camillo de Lellis. Dal 1930 lui e San Camillo sono anche Patroni degli infermieri.
San Camillo de Lellis: il santo protettore degli infermi
Da uomo dissoluto a fondatore dei Camilliani, San Camillo de Lellis è patrono universale dei malati…
Ordine dei Fatebenefratelli
Dopo la morte di San Giovanni l’Ordine dei Fatebenefratelli continuò la sua opera di carità e cura dei malati e degli indigenti, caratterizzandosi per compassione, impegno e competenza nel trattare una vasta gamma di malattie. Si diffuse rapidamente in tutta Europa e oltre, contribuendo alla fondazione di ospedali e strutture di cura, al miglioramento delle condizioni sanitarie e al sollievo della sofferenza umana in molte città.
Ancora oggi l’Ordine dei Fatebenefratelli continua a svolgere un ruolo significativo nell’assistenza sanitaria e nella carità, adeguandosi ai cambiamenti e ai bisogni della società moderna, ampliando le attività per includere servizi sociali, assistenza agli anziani e cure palliative, pur mantenendo il suo primo impegno: la cura dei malati.
Inoltre, l’ordine si impegna nell’opera di evangelizzazione attraverso la predicazione e l’accoglienza, diffondendo il messaggio di amore e speranza del Vangelo.
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Usanza antica e virtuosa, la questua costituisce ancora oggi un gesto concreto nei confronti della chiesa, ma anche un segno di appartenenza…
Ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa come ordine mendicante, gli appartenenti all’ordine non vivono in clausura o in ritiro, e accolgono nelle loro file anche laici consacrati e sacerdoti, collaboratori lavoratori e volontari.
L’Ordine dei Fatebenefratelli è presente attualmente in circa 400 opere assistenziali nel mondo, mentre in Italia le loro comunità sono 22.