San Giacomo apostolo, la storia del santo del famoso cammino

San Giacomo apostolo, la storia del santo del famoso cammino

San Giacomo Apostolo fu uno dei discepoli più vicini a Gesù. Primo tra gli Apostoli a subire il martirio, guida ancora oggi migliaia di pellegrini lungo il Cammino che porta il suo nome

Fratello dell’Apostolo Giovanni, e con lui il primo a seguire Gesù, San Giacomo Apostolo fu anche il primo tra gli apostoli a morire martire, durante la persecuzione scatenata da Erode Agrippa I. Gesù chiamava lui e suo fratello “I figli del tuono”, per il loro carattere focoso, o forse perché invocarono la distruzione di un villaggio che aveva negato l’ospitalità a Gesù e ai suoi tramite un “fuoco discendente dal cielo” (Luca 9,51-56). Quello che sappiamo con certezza è che San Giacomo fu uno degli Apostoli più vicini a Gesù, insieme a Lui in alcuni dei momenti fondamentali della Sua parabola terrena: la Trasfigurazione, la resurrezione della figlia di Giairo e l’ultima notte al Getsemani.

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Oggi lo ricordiamo anche per il Cammino di pellegrinaggio che porta il suo nome, percorso durante i secoli dai pellegrini e che ancora oggi porta migliaia di visitatori da tutto il mondo fino al luogo in cui sorge la sua tomba. Parliamo del Cammino di Santiago di Compostela, itinerario culturale europeo, di cui il punto di arrivo è uno dei luoghi di pellegrinaggio più vistati di sempre.

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La leggenda vuole che dopo la morte di Gesù San Giacomo iniziò a portare la Sua Parola agli uomini, e che la sua opera di Evangelizzazione lo avrebbe portato fino alla penisola iberica molto lontano da dove lui e i suoi compagni avevano cominciato. Tornato a Gerusalemme venne arrestato e ucciso per ordine di re Erode, nipote di quell’Erode Filippo tetrarca che aveva fatto decapitare Giovanni Battista, suo antico mentore e maestro. Sarebbe stata una barca guidata da un angelo a portare il corpo decapitato di San Giacomo Apostolo dalla Giudea alle coste della Galizia. Qui i suoi resti verranno sepolti, nel luogo in cui oggi sorge la cattedrale di Santiago (San Giacomo) di Compostela.

San Giacomo il maggiore: la storia

È importante notare che nel Nuovo Testamento sono menzionati diversi Giacomo. Oltre a Giacomo di Zebedeo, c’è anche Giacomo di Alfeo, noto come il Minore, e Giacomo il Giusto o il fratello del Signore.

La storia di San Giacomo non può prescindere da quella di suo fratello Giovanni, Apostolo anch’egli. Giacomo e Giovanni erano figli di Zebedeo e Salome. Entrambi nacquero a Betsaida, un villaggio della Galilea situato sul lago di Genesaret, e come il resto della famiglia si dedicarono fin da giovanissimi all’attività di pescatori. Prima di conoscere Gesù, furono discepoli di Giovanni Battista. Fu proprio il Battista a indicare Gesù ai due fratelli, e Giacomo e Giovanni divennero i primi discepoli chiamati da Gesù, prima ancora di Pietro e di suo fratello Andrea. Giacomo e Giovanni furono particolarmente vicini a Gesù durante la sua vita pubblica, come apprendiamo dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli entrambi, ma Giacomo in particolare, avevano un carattere impetuoso, ed erano ambiziosi. Ritenevano che la loro vicinanza a Cristo avrebbe fatto sì che potessero godere di un ruolo privilegiato nel Regno che Lui avrebbe portato sulla Terra, tanto da arrivare a chiederlo a Gesù stesso, senza sapere che quando il Maestro prometteva loro la condivisione di ciò che Lui avrebbe ottenuto parlava del martirio. Così fu.

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Tornato in Palestina dopo il suo viaggio in Spagna, Giacomo Apostolo fu una figura di grande importanza all’interno della comunità cristiana di Gerusalemme. Assieme ai Dodici Apostoli, diventò una colonna portante della Chiesa Primitiva, svolgendo un ruolo significativo nella diffusione del messaggio evangelico nella Città Santa. Nonostante il clima di crescente ostilità nei confronti del nascente cristianesimo e il divieto imposto agli apostoli di predicare, Giacomo non si lasciò scoraggiare. Egli continuò ad annunciare il Vangelo al popolo, entrando nelle sinagoghe e discutendo la Parola dei profeti. La sua straordinaria capacità comunicativa, la sua dialettica persuasiva e la sua personalità affascinante lo resero uno degli apostoli più seguiti nella sua missione evangelizzatrice. Tuttavia, la sua ardente predicazione e il suo ruolo di spicco all’interno della comunità cristiana non passano inosservati. Erode Agrippa I, re della Giudea, desiderando placare le proteste delle autorità religiose e compiacere i giudei, prese di mira Giacomo come figura rappresentativa della nascente fede cristiana. Secondo la tradizione, lo scriba Josias, incaricato di condurre Giacomo al supplizio, fu testimone di un miracolo. Mentre Giacomo veniva condotto al luogo dell’esecuzione, un paralitico invocò il suo aiuto e venne miracolosamente guarito. Questo miracolo toccò profondamente Josias, che si pentì delle sue azioni e si convertì al cristianesimo. Come ultimo desiderio Giacomo chiese un recipiente pieno d’acqua, con cui battezzò Josias. Entrambi vennero poi decapitati.

Il legame col cammino di Santiago

La storia di San Giacomo di Compostela inizia dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quando l’Apostolo lasciò la Giudea e viaggiò fino alla Spagna per diffondere il Vangelo. Proprio in Spagna il suo corpo senza vita venne riportato, dopo il martirio, e sepolto in un luogo segreto. Alcuni secoli dopo un eremita di nome Pelagio vagando sul monte Liberon giunse in un altopiano in cui palpitavano luci simili a stelle. Si trattava di una necropoli dove giaceva, tra gli altri, proprio San Giacomo, in un sepolcro che recava scritto: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e di Salome”. La gente iniziò a chiamare quel luogo Campus Stellae, “campo della stella”, da cui Compostela.

Dopo che Alfonso il Casto, re delle Asturie, si recò in pellegrinaggio a Compostela, nell’825 d.C., molti altri seguirono il suo esempio e iniziarono a recarsi sulla tomba di San Giacomo. La basilica a lui dedicata iniziò a essere eretta nel 1075, e da quel momento Compostela divenne un luogo di grande importanza per i pellegrini. Fin dal Medioevo, il Santuario di San Giacomo di Compostela era una delle mete più ambite per i pellegrini provenienti da tutta Europa.

Uno dei simboli del Cammino di Santiago è la conchiglia di San Giacomo, o concha. Si tratta di una valva di capasanta. In epoca medievale, i pellegrini che avevano intrapreso il Cammino dovevano portare come dimostrazione una conchiglia raccolta sulle spiagge di Finisterre, la fine del mondo per i romani, finis terrae, appunto. Una leggenda raccontava che i discepoli di San Giacomo, dopo aver perduto in un naufragio i resti del maestro, li ritrovarono su quella spiaggia coperti di conchiglie.

Ancora oggi il Cammino di Santiago, con le sue diverse rotte che convergono verso la città spagnola, è considerato un itinerario spirituale di grande rilevanza, che uomini e donne intraprendono per motivi religiosi, come atto di fede, per ottenere perdono e redenzione, o semplicemente per vivere un’esperienza di crescita personale e di connessione con sé stessi e con gli altri.

Il cammino di San Giacomo in Sicilia

Il culto di San Giacomo in Sicilia, con le sue numerose chiese, hospitalia e vie Francigene, rappresenta una testimonianza dell’importante connessione tra l’isola e il pellegrinaggio a Santiago de Compostela, sottolineando l’influenza e l’importanza di San Giacomo come protettore dei pellegrini e figura di devozione nella tradizione siciliana. Il culto di San Giacomo in Sicilia si diffuse in modo significativo dopo la conquista normanna nel XII secolo. Numerose chiese dedicate al santo furono costruite in diversi centri dell’isola, testimonianza di una fervente devozione popolare. Il 25 luglio 1090, Ruggero il Gran Conte, dopo aver liberato la città dai Saraceni, ebbe un sogno in cui San Giacomo gli apparve come “Matamoros” (uccisore di Mori), impugnando la spada croce che successivamente prese il nome di “San Giacomo”. In seguito a questo evento, fu edificata una chiesa a Caltagirone e San Giacomo divenne il Patrono della città. Da questa chiesa si diramarono sette chiese, simbolo di altrettanti raggi di luce. Altre località in Sicilia, come Palermo, Caccamo, Enna, Piazza Armerina, Siracusa, Ferla, Ragusa, Gela, Caltagirone, Vizzini, Mineo e Augusta, ospitano chiese dedicate a San Giacomo risalenti agli inizi del XIV secolo. Molte di queste chiese erano dotate di strutture di accoglienza chiamate “hospitalia”, gestite da ordini cavallereschi come i Templari, i Teutonici e gli Ospitalieri. Gli “hospitalia” erano posizionati lungo le principali strade medievali a una distanza di circa 30 chilometri l’uno dall’altro, e consentivano ai pellegrini di riposarsi, rifocillarsi e ricevere cure prima di riprendere il cammino all’alba.

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Oggi il Cammino siciliano di San Giacomo si estende tra la città di Caltagirone e il pittoresco paese montano di Capizzi, le due comunità isolane con la più antica e fervente tradizione legata a San Giacomo il Maggiore. Queste due località sono custodi di importanti reliquie del santo e costituiscono tappe significative lungo il percorso.
Il cammino ha inizio presso l’antica Basilica di San Giacomo a Caltagirone e prosegue fino al santuario di Capizzi, di epoca normanna, risalente al Duecento, che rappresenta il luogo di culto jacopeo più antico dell’intera isola. Il percorso, lungo circa 130 chilometri, attraversa sette comuni intermedi, offrendo una straordinaria varietà di paesaggi che si trasformano continuamente a seconda delle stagioni. I camminatori scoprono infinite suggestioni naturalistiche, storiche, mistiche e antropologiche ad ogni curva della strada. La Sicilia interna si rivela nella sua magnificenza, accogliendo i pellegrini in un viaggio che non solo li porta a scoprire il territorio, ma li invita anche a un viaggio interiore e a una ricerca contemplativa.

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