I quattro vangeli canonici della religione cristiana

I quattro vangeli canonici della religione cristiana

Con la definizione Vangeli canonici si indicano i quattro Vangeli riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa come dogma di fede e canone della Sacre Scritture. Questo riconoscimento ebbe luogo fin dai tempi delle primitive comunità cristiane e fu confermato nel corso dei secoli, conoscendo la propria consacrazione col Concilio di Trento (1545-1563). I tre vangeli di Marco, Matteo e Luca sono chiamati anche vangeli “sinottici”, perché il loro testo, posto su tre colonne parallele, mostra molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.

Il Vangelo secondo Giovanni non rientra nel gruppo dei sinottici ed è molto differente dagli altri tre.

La caratteristica fondamentale dei Vangeli canonici è il loro comunicare e trasmettere l’autentica tradizione apostolica, in quanto furono scritti da chi conobbe personalmente Gesù, o quanto meno da chi ebbe contatti diretti con i suoi Apostoli. Dunque ci troviamo davanti a testi ispirati da Dio, che riportano episodi di vita reale, discorsi uditi in prima persona da chi visse con Gesù e condivise la sua meravigliosa missione. I Vangeli

I quattro vangeli
I 4 Vangeli Canonici

canonici riportano anche testimonianza diretta della vita degli apostoli dopo la morte del Cristo, delle apparizioni che ebbero di lui dopo la risurrezione. Sono la testimonianza più alta della loro fede, della loro volontà di raccogliere nelle proprie mani la missione evangelica che Gesù affidò loro poco prima di morire. Questi testi hanno una valenza incommensurabile per ogni fedele. È attraverso di essi che la Parola di Gesù iniziò a diffondersi in Palestina e poi rapidamente in tutto il mondo conosciuto, portando con sé un messaggio di speranza e salvezza la cui portata è difficile da comprendere per noi che viviamo in una società dove la comunicazione immediata è data per scontata. Gli apostoli, lasciata la Palestina, iniziarono a viaggiare e a portare con sé un bagaglio di ricordi, memorie, racconti, insegnamenti che determinarono la formazione delle prime comunità di cristiani intorno a loro. Quelle stesse comunità fecero proprie tutte quelle conoscenze, elevandole a Tradizioni, e, sotto il controllo degli apostoli stessi, le trascrissero in forma di biografia di Nostro Signore. Una storia di vita, dunque, ma soprattutto una storia di Fede e sacrificio, una promessa di redenzione e salvezza per chiunque fosse stato disposto ad affidarsi ad essa. Il nome stesso dato a questi testi, Vangelo, dalla parola greca ευ-αγγέλιον (eu anghélion), significa letteralmente “lieto annunzio”, “buona notizia”. Fu questo il retaggio e la testimonianza degli apostoli, questa “Buona Novella” portata tra gli uomini per rendere il mondo un luogo migliore e spianare loro il cammino per il cielo.

Fin dalle origini vennero riconosciuti solo quattro Vangeli: quello di Matteo, quello di Marco, quello di Luca e quello di Giovanni.

Ogni evangelista diede maggiore o minore rilevanza ad alcuni aspetti della vita di Gesù e dei suoi insegnamenti, e questo fa sì che, a dispetto dei molti elementi in comune, ciascuno di essi presenti caratteristiche particolari che lo rendono unico. Queste differenze sono da ricercare soprattutto in quelli che dovevano essere i primi lettori dei testi, il pubblico a cui l’evangelista sapeva di doversi rivolgere, oltre, naturalmente, alla natura del rapporto dell’autore stesso con Gesù, diretto o indiretto che fosse.

Marco reputa importante presentare l’opera e il messaggio di Gesù, definire la sua identità come Cristo e come Figlio di Dio; Matteo vuole presentare il Cristo come il nuovo Mosè, che realizza e porta a compimento la legge e le antiche profezie; Luca insiste particolarmente sull’importanza della Misericordia e dell’evangelizzazione, della sua diffusione fino ai confini del mondo; Giovanni ci mostra un Gesù umano, suscettibile a sentimenti e emozioni, ma nello stesso tempo identificabile come Logos divino, rivelazione del Padre e della sua Parola.

Il Vangelo secondo Marco

Il primo Vangelo a fare la sua comparsa fu quello di Marco, al quale fecero seguito gli altri tre.

L’autore del Vangelo secondo Marco sarebbe stato secondo, gli studiosi, Giovanni-Marco, compagno di predicazione di Pietro. Redatto in greco intorno al 70 d.C., probabilmente a Roma, deriva da precedenti tradizioni orali e scritte in aramaico.

Battesimo di GesuLa ragione per cui il Vangelo secondo Marco è considerato il primo è che sia il Vangelo secondo Luca sia quello secondo Matteo mostrano un evidente debito con esso, per quanto riguarda la struttura e i contenuti. Infatti la maggior parte dei versetti del Vangelo secondo Marco sono riportato negli altri due.

Il Vangelo secondo Marco può essere suddiviso in tre blocchi, per un totale di 16 capitoli.

I primi due blocchi raccontano soprattutto dell’attività predicatoria di Gesù, dei suoi viaggi, dei miracoli, delle guarigioni da lui dispensate tra le genti di Galilea e Giudea. Il terzo blocco è interamente ambientato a Gerusalemme e termina con la Passione e la morte di Gesù.

Il Vangelo secondo Marco termina con un’appendice di dodici versetti probabilmente aggiunta successivamente alla prima stesura.

Marco non fa menzione della nascita di Gesù e della sua infanzia, ma inizia subito con il suo Battesimo per mano di Giovanni Battista.

Il Gesù che emerge dal Vangelo secondo Marco è un uomo d’azione. A tratti sembra davvero di leggere un romanzo d’avventura. La narrazione è costellata di descrizioni dei luoghi, dello stile di vita, perfino della lingua. In questo scenario di straordinaria vividezza, Gesù non si limita a predicare e pregare. I suoi viaggi lo portano a conoscere uomini e donne lontani, ai quali manifesta la propria grandezza non solo con le parabole, ma con miracoli e guarigioni prodigiose. I discepoli spesso faticano a comprendere la sua missione e il significato profondo dei suoi discorsi. Gesù apre i loro occhi alla fede, perché lo riconoscano come Messia, e li istruisce con le sue predicazioni e l’esempio della sua stessa esistenza.

Tutta la narrazione si presenta come un percorso conoscitivo della profonda e misteriosa identità di Gesù come Cristo e come Figlio di Dio. Marco si rivolge soprattutto a cristiani provenienti dal giudaismo e dal paganesimo, offrendo loro gli strumenti per comprendere il mistero di Gesù e seguirlo lungo un cammino fatto di sacrificio e tribolazioni. Mette in guardia i nuovi fedeli sulla possibilità di subire persecuzioni e perfino il martirio. Promette loro il ritorno di Gesù, quando i tempi saranno maturi, quando l’evangelizzazione sarà una realtà universale, e li esorta nel frattempo a vivere nella sua fede e nel suo esempio.

Il Vangelo secondo Matteo

Il Vangelo secondo Matteo è stato attribuito a Matteo, apostolo ed evangelista. Prima della chiamata di Gesù egli sarebbe stato un “pubblicano”, cioè un esattore delle tasse, e come tale inviso e temuto da molti.

Il Vangelo secondo Matteo è il più lungo dei Vangeli: ventotto capitoli, contro i ventiquattro di Luca, i ventuno di Giovanni e i sedici di Marco.

Il Vangelo di Matteo può essere suddiviso in sette parti: l’inizio, che racconta la nascita di Gesù e la sua infanzia; cinque parti intermedie, che mostrano la sua predicazione e la sua missione tra gli uomini, oltre a cinque discorsi sul Regno dei Cieli; l’ultima parte, che parla della risurrezione di Gesù.

Beatitudini evangeliche dal Vangelo secondo MatteoMatteo racconta la storia della vita di Gesù, ma soprattutto sceglie di tramandare tutti i suoi insegnamenti, espressi in forma di sermoni, parabole e istruzioni rivolte a chi voglia giungere a meritare il Regno dei Cieli. In pratica il Vangelo di Matteo spiega come divenire seguaci di Gesù, e come agire sulla Terra per meritare il Regno dei Cieli. Gesù viene rappresentato come un nuovo Mosè, portatore di un undicesimo comandamento, quello dell’Amore. Matteo affida il suo messaggio evangelico a cinque discorsi pronunciati da Gesù nel corso delle sue predicazioni: il discorso della montagna (capitoli 5-7); il discorso della missione (capitolo 10); le parabole del Regno dei cieli (capitolo 13); il discorso ecclesiale o comunitario (capitolo 18); il discorso sulla venuta del Figlio dell’uomo (capitoli 24-25). Tutti i discorsi servono a dimostrare che la venuta di Cristo è la conferma delle profezie dell’Antico Testamento, il compiersi della promessa di salvezza che culminerà quando, al ritorno del Messia, vivi e morti saranno giudicati e il Regno dei Cieli diverrà una realtà unica per coloro i quali avranno saputo meritarlo. In questo senso il Vangelo di Matteo può essere considerato una sorta di ponte fra le Scritture ebraiche e quelle greche cristiane.

L’insegnamento d’Amore di Gesù come presentato in questo Vangelo può essere sintetizzato in quattro sintesi: la regola aurea (“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.“, 7,12); il doppio comandamento dell’amore (“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso“, 22,37-39); la triade sulla parte determinante della legge (“la giustizia, la misericordia e la fedeltà“, 23,23); le sei opere di misericordia (“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.“, 25,35-45).

Tra i quattro Vangeli quello di Matteo è quello che dà maggior rilevanza alla nascita di Gesù e agli episodi legati alla sua prima infanzia, come la fuga in Egitto e la strage degli innocenti.

In questo Vangelo viene dato molto spazio alla missione data da Gesù a Pietro, di fondare la Chiesa, e alla Chiesa stessa, alla sua autorità, all’importanza della sua diffusione tra le genti mediante gli insegnamenti dei discepoli. Pietro riceve da Gesù non solo l’incarico di gettare le fondamenta della sua Chiesa, ma in un certo senso le chiavi del Regno dei cieli. Nascono così le basi del cristianesimo, le sue gerarchie, l’ordine indispensabile per rendere davvero efficacie la promulgazione della Buona Novella nel mondo.

La prosa ritmica e poetica hanno reso fin dalle origini il Vangelo secondo Matteo una lettura piacevole e accessibile ai più.

Il Vangelo secondo Luca

Il Vangelo secondo Luca è tra i Vangeli sinottici quello che mostra maggiormente la misericordia di Dio e di Gesù.

L’autore del Vangelo secondo Luca, è Luca Evangelista, un collaboratore e amico di Paolo di Tarso. Si trattava probabilmente di un uomo cresciuto in un ambiente di robusta cultura greco-ellenistica, forse un ex-pagano. Non potendosi avvalere di esperienze dirette come Matteo e Giovanni, l’autore dovette compiere una notevole opera di ricerca sui testi scritti dai suoi predecessori.

Luca EvangelistaLuca si pone nei confronti della vita di Gesù come uno storico e come un narratore. Lo stile del testo è quello tipico della storiografia dell’epoca, sobrio, scorrevole, e, nello stesso tempo, più elaborato rispetto a Marco e Matteo.

Il Vangelo secondo Luca è suddiviso in ventiquattro capitoli, che possono essere raccolti in sette blocchi principali. Inizia con la nascita di Giovanni Battista e con quella di Gesù, entrambe descritte come prodigiose, poi si concentra sulla vita del Cristo, sulla sua predicazione, fino alla passione, alla morte e alla resurrezione.

Una delle caratteristiche che salta all’occhio nel Vangelo secondo Luca è l’attenzione riservata ai poveri, ai diseredati, alle donne e, in generale, a tutte le minoranze, agli oppressi e ai perseguitati. I poveri e i bisognosi sono i beneficiari del regno di Dio. I ricchi che vogliano meritare lo stesso destino sono tenuti a condividere i propri beni e a rinunciare alle proprie ricchezze. Per camminare al fianco di Gesù bisogna abbandonare tutto, e mostrare la sua stessa solidarietà e misericordia per i diseredati e gli esclusi.

Anche le parabole contenute nel testo, che non appaiono negli altri vangeli, come quella del Figliol prodigo e quella del Buon samaritano, si riferiscono proprio alla povertà, alla pietà, alla compassione, al perdono.

Pur riconoscendo il valore della missione di Gesù come predicatore, e dando spazio a miracoli e atti straordinari, Luca pone l’attenzione in particolare alle sue doti più umane, alla sua dolcezza, la sua bontà, la sua misericordia. Queste virtù, contrapposte alla ricchezza e al potere terreno, sono indicate come cammino di fede ed elevazione spirituale, nonché un richiamo alla grazia e allo Spirito Santo come fonte di salvezza e vita eterna.

Il Vangelo secondo Luca riserva ampio spazio a Maria e altre donne care a Gesù, come Marta e la Maddalena. È il solo tra i Vangeli a raccontare diffusamente dell’infanzia di Gesù, e perfino del periodo precedente alla sua nascita, riportando avvenimenti relativi a Maria, Giuseppe e San Giovanni.

Il Vangelo secondo Giovanni

Il Vangelo secondo Giovanni è attribuito all’Apostolo Giovanni, il ‘discepolo che Gesù amava’, come lo stesso autore si definisce in vari passi, usando una perifrasi. Gli studiosi hanno recentemente messo in dubbio che si potesse trattare proprio dell’Apostolo Giovanni, e attribuiscono il Vangelo piuttosto a un lavoro realizzato dai discepoli di quest’ultimo.

Il Vangelo secondo Giovanni è scritto in greco, e organizzato in 21 capitoli. A differenza dei tre vangeli sinottici, che sono incentrati sulla predicazioneLa resurrezione di Gesu di Gesù e sulla promessa del Regno dei Cieli, il Vangelo secondo Giovanni parla soprattutto dell’identità di Gesù stesso, il suo essere stato uomo, suscettibile a sentimenti e emozioni umane, ma anche identificato con il Logos divino. Secondo questa interpretazione della figura di Gesù, tutto quello che Egli dice e fa è rivelazione del Padre, la sua Parola che si fa Incarnazione e Rivelazione in Cristo.

La prima parte, detta anche il “Vangelo dei segni” racconta della missione di Gesù dal suo Battesimo alla sua conclusione. Deriva il suo nome da sette eventi che rappresentano dei nodi cruciali della vita e dell’operato di Gesù, in occasione dei quali Egli ha compiuto miracoli e rivelazioni.

La seconda parte, detta “libro dell’ora di Gesù” o “Libro della gloria” racconta degli ultimi momenti della vita del Cristo, dall’Ultima Cena, alla Passione, alla Risurrezione. La Passione e morte di Gesù sono descritte come una sorta di celebrazione trionfale, un’epifania della gloria di Dio Padre e dell’amore per la sua Chiesa.

Il Vangelo secondo Giovanni è riconducibile come contenuti e fatti agli altri vangeli Sinottici, ma presenta alcune differenze che ne fanno un’opera a parte. È probabile che il Vangelo secondo Giovanni sia nato nell’ambito di una comunità giudeo-cristiana alla ricerca di una propria identità. Forse anche da questo deriva l’attenzione posta verso l’identità teologia di Cristo, e non solo sulla promessa del Regno dei Cieli.