San Nicola: storia del moderno Babbo Natale

San Nicola: storia del moderno Babbo Natale

Babbo Natale, il rubicondo vecchietto dalla barba bianca e lo sgargiante abito rosso che la notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i doni a tutti i bambini del mondo sulla sua slitta volante trainata da renne è, come forse in molti sanno, una creazione del mondo moderno. Infatti nasce nell’Ottocento da un poemetto scritto dal poeta inglese Clement Clark Moore per i suoi bambini in occasione del Natale, e viene poi sviluppato come figura del folklore del Nord Europa e degli Stati Uniti fino a raggiungere la sua iconografia più nota e diffusa con le illustrazioni di Thomas Nast e, in seguito, con la pubblicità della Coca Cola, che lo raffigurano appunto come un uomo anziano e corpulento vestito con un abito rosso bordato di pelliccia bianca.

Ma è davvero così moderno questo personaggio?

Assolutamente no! La storia di Babbo Natale, anzi, di San Nicola, come sarebbe più appropriato chiamarlo, ha radici molto più antiche e profonde, e nasce in un contesto che non potrebbe essere più distante dalla casetta al Polo Nord dove siamo abituati a immaginarlo, circondato da elfi laboriosi.

È estremamente affascinante ripercorre tappa dopo tappa il percorso che ha portato un vescovo greco dalla pelle olivastra e il volto scarno, a divenire la figura folkloristica forse più nota e amata in tutto il mondo, nonché un simbolo del Natale capace di unire uomini di ogni razza, cultura, religione. Un percorso avventuroso, perché Nicola ha dovuto affrontare nella sua lunga vita periodi oscuri e dolorosi, anni di prigionia e persecuzioni, e anche dopo la sua morte i suoi resti hanno viaggiato per mezzo mondo, contesi da città e nazioni, al punto che, anche in tempi recenti, sono emersi dubbi sull’autenticità delle sue reliquie sparse in giro per l’Europa.

Ma andiamo con ordine, cercando di capire chi fosse San Nicola, chi sia oggi e come sia diventato Babbo Natale.

La sua storia comincia attorno al 270 a Pàtara di Licia, una piccola città portuale affacciata sul Mediterraneo, nell’attuale Turchia. Della sua infanzia sappiamo poco, e quel poco è probabilmente stato contaminato nei secoli da episodi delle vite di altri santi, quindi è difficile ricostruire dove stia la verità. Era figlio di genitori greci e, quasi certamente, li perse entrambi in tenera età a causa della peste. Crescendo dimostrò una forte vocazione religiosa che lo portò anche a donare tutto il cospicuo patrimonio ereditato dai genitori ai poveri e ai bisognosi. Lasciata Pàtara si trasferì a Myra, dove venne ordinato sacerdote, e dove successivamente venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Subì la persecuzione di Diocleziano, a causa della quale venne esiliato dalla città e successivamente imprigionato, finché Costantino, con l’editto di Milano, non liberalizzò il culto in tutto l’Impero. Nicola venne scarcerato e poté tornare a occupare il proprio incarico a Myra. Fiero difensore dell’ortodossia cattolica, partecipò probabilmente al Concilio di Nicea nel 325 e si scagliò con grande ardore contro l’Arianesimo. Concluse la propria vita a Myra, morendo di vecchiaia.

Un grande uomo, un vescovo devoto al proprio popolo, che seppe alleviare le loro sofferenze, ottenendo aiuti e rifornimenti dall’Imperatore in occasione della carestia. Un Santo, in virtù della sua fede e della sua vita esemplare. Ancora oggi è considerato patrono dei marinai, dei pescatori, ma anche di farmacisti, profumieri, bottai, delle vittime di errori giudiziari. Soprattutto, è considerato protettore dei bambini, e delle ragazze da marito, dei mercanti, dei commercianti, degli avvocati e delle prostitute.

Ma dunque perché, tra tutti i santi, proprio lui è diventato uno dei simboli più caratteristici del Natale? Come è stato possibile che la sua figura lasciasse i confini dell’Asia Minore per diventare celebre in Europa e nel mondo?

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Babbo Natale moderno

Dopo la sua morte, la venerazione nei suoi confronti iniziò subito a diffondersi in Asia minore e in particolare a Costantinopoli, e da lì giunse nell’Italia meridionale, insieme a molti testi greci e latini che raccontavano delle sue gesta. In particolare venivano riportate cronache che enfatizzavano la sua particolare attenzione verso i bambini e le fanciulle, da sempre oggetto della sua protezione.

Il culto del Santo conobbe nuova enfasi quando le sue spoglie, o parte di esse, vennero trafugate da alcuni sacerdoti e marinai baresi che li portarono via da Myra, caduta nel frattempo nelle mani dei mussulmani, e le trasferirono a Bari. Il rimanente dei resti venne portato a Venezia nel corso di un’ulteriore spedizione.

Dicevamo che tra le vicende che contribuirono alla venerazione di San Nicola molte riguardavano fanciulli e fanciulle. In particolare si ricordano due episodi.

Un uomo caduto in disgrazia si era ritrovato costretto a far prostituire le sue tre giovani figlie, per poter evitare la rovina completa. San Nicola, informato del fatto, lanciò oltre le mura del suo giardino tre sacchi d’oro, che nell’iconografia sono diventati tre palle d’oro, garantendo una ricca dote per tutte e tre le ragazze e preservando così la loro virtù.

In un’altra occasione il Santo giunse in una locanda, in cui la stessa sera il locandiere e la moglie avevano accolto tre bambini affamati che cercavano riparo. Avendo terminato la carne da offrire agli avventori, i due avevano brutalmente ucciso i bambini e li avevano fatti a pezzi, mettendo le loro carni in salamoia per servirle a cena. Il Santo li costrinse ad accompagnarlo in dispensa, e resuscitò i bambini che ne uscirono vivi e integri.

Questi episodi, per quanto ammantati di leggenda, contribuirono fin da subito a rendere il Santo particolarmente vicino ai bambini e agli innocenti, un benefattore generoso, un protettore sempre attento.

Il suo culto si diffuse dall’Italia meridionale in tutta l’Europa. In particolare in diverse zone dell’Italia del Nord e dell’arco alpino, fino in Germania, si iniziò a celebrare il 6 dicembre, data di morte di Nicola, una festa in occasione della quale il Santo portava doni ai bambini buoni e meritevoli. In questa particolare personificazione, San Nicola iniziò a sovrapporsi a figure analoghe del paganesimo, come il dio greco Saturno e Odino, padre degli dei nella mitologia norrena, entrambi raffigurati come vecchi venerabili che volavano nel cielo invernale.

Con l’avvento della Riforma protestante, il culto di San Nicola venne abolito e il compito di portare doni ai bambini e di sorvegliare che si comportassero bene passò a Gesù Bambino. Compito gravoso per un bambino così piccolo, e per questo gli venne affiancato nel tempo un aiutante più robusto e anche un po’più minaccioso, capace di incutere paura nei bambini che non dicevano le preghiere e non obbedivano ai genitori. In alcune di queste figure folkloristiche si può riconoscere ancora San Nicola stesso in personaggi come Ru-klaus (Nicola il Rozzo), Aschenklas (Nicola di cenere) o Pelznickel (Nicola il Peloso), o piuttosto i folletti che in seguito diventeranno gli aiutanti di Babbo Natale, come per esempio i Krampus. Non si trattava di figure del tutto rassicuranti, proprio perché dovevano fare in modo che i bambini si comportassero bene, a costo di minacciare l’uso della frusta.

Gli europei che partivano per il Nuovo Mondo, e in particolare gli olandesi, portarono con loro queste leggende, nelle quali religione e folklore si mescolavano sempre di più. Si diffuse così la figura del Sinterklaas, o Sint-Nicolaas, “Il buon Santo”, forse la prima personificazione di San Nicola che inizia ad avvicinarsi alla nostra idea odierna di Babbo Natale.

Abbiamo già accennato a come Clement Clark Moore nel suo poemetto A Visit From St. Nicholas, scritto nel 1822, descrisse per primo San Nicola come un vecchio gioviale e rubizzo vestito di rosso. Diversi scrittori inglesi e americani, negli stessi anni, si stavano impegnando per valorizzare la dimensione famigliare del Natale, anticipando quello che sarà poi il pieno spirito Vittoriano, molto attento al Natale.

È così che, lentamente, San Nicola di Myra, poi San Nicola di Bari, uno dei santi con il maggior numero di patronati nella storia della Chiesa, amato e venerato in tutto il mondo, è diventato nel corso dei secoli Santa Claus, Père Noel, Father Christmas, Babbo Natale, portatore di doni per i bambini buoni e simbolo allegro e infinitamente confortante del Natale moderno.

Un’ultima curiosità

Di recente nuovi studi e scoperte hanno gettato un’ombra sul ritrovamento e il furto delle spoglie di San Nicola da Myra. Alcuni archeologi turchi sostengono che le reliquie portate a Bari e a Venezia appartengono alla stessa persona, ma che non si tratterebbe del Santo. Secondo questa teoria i resti di San Nicola si troverebbero ancora a Demre, in Turchia, in un tempio intatto scoperto sotto la chiesa a lui dedicata.

Dopo secoli San Nicola fa ancora parlare di sé, anche senza slitta e renne!