Storia del Baldacchino di San Pietro

Storia del Baldacchino di San Pietro

Il Baldacchino di San Pietro è uno dei monumenti più spettacolari che si possono ammirare all’interno della Basilica di San Pietro. Ma che cos’è? Chi lo ha realizzato? Conosciamo meglio questo sontuoso esempio di arte barocca, ammirato da milioni di visitatori da tutto il mondo ogni anno.

Il Baldacchino di San Pietro è un ciborio situato nel cuore stesso della Basilica dedicata al Santo padre della chiesa. Solitamente il ciborio, nell’ambito dell’architettura barocca, è un elemento a forma di baldacchino posto a fare da copertura all’altare maggiore. I baldacchini rientrano a tutti gli effetti negli arredi sacri per chiese. Si tratta solitamente di grandi pezzi di stoffa quadrati o rettangolari, sostenuti da quattro o più aste ornate con frange e fregi, usati per proteggere cardinali, vescovi e papi durante le processioni.

Come tutti gli arredi sacri, anche i baldacchini sono entrati spesso a far parte dei tesori della chiesa. Infatti molto spesso essi venivano realizzata con grande cura e attenzione, utilizzando tessuti pregiati e ornamenti in oro e pietre preziose, proprio come i baldacchini che trovate sul sito Holyart.

Il valore artistico

Il Baldacchino di San Pietro è molto più di un semplice ciborio. Infatti in questo caso a essere sovrastato non è solo l’altare maggiore, fatto erigere da Clemente VIII, nel 1594, ma anche la tomba di San Pietro che sorge in prossimità dello stesso. A racchiudere ulteriormente questo luogo di incommensurabile solennità e devozione s’innalza la maestosa cupola progettata da Michelangelo.

Un colpo d’occhio davvero impressionante, dunque, concepito proprio per suscitare meraviglia e reverenziale timore in chiunque vi posi sopra gli occhi, così come era tipico dell’architettura e dell’arte barocca. A ragione il Baldacchino di San Pietro è riconosciuto come uno dei monumenti più sorprendenti di questa corrente artistica, che tra il 1600 e il 1700 ha arricchito Roma di palazzi e monumenti unici al mondo.

In particolare il Baldacchino di San Pietro venne progettato e costruito da Gian Lorenzo Bernini tra il luglio 1624 e il 1633. Ma non era la prima volta che la chiesa si muoveva per rendere omaggio alla tomba del santo. Già cent’anni dopo la morte di Pietro, alla fine del II secolo d.C. il presbitero Gaio aveva fatto erigere una piccola edicola funeraria, conosciuta come il “Trofeo di Gaio”, che divenne rapidamente meta di pellegrinaggi ancor prima dell’avvento di Costantino. Quest’ultimo fece in seguito racchiudere il “Trofeo di Gaio” in una teca di marmo. Successivamente a segnalare e onorare il luogo di sepoltura dell’Apostolo vennero posti l’altare di Gregorio Magno (590-604), l’altare di Callisto II (1123) e infine, nel 1594, l’altare di Clemente VIII. È sopra quest’ultimo che venne eretto il baldacchino del Bernini. Questa carrellata di monumenti incredibili ci racconta duemila anni di storia della chiesa, e ci fa immaginare la devozione di milioni di uomini e donne che, nei secoli, si sono recati in questo luogo mossi dalla propria fede.

dettagli Baldacchino di San Pietro

Caratteristiche e particolari

Il Baldacchino di San Pietro è alto ventotto metri e mezzo, più di un palazzo di dieci piani! È a pianta quadrata, e riprende la forma del baldacchino papale, che veniva sostenuto sopra il pontefice durante le processioni. Dai quattro angoli della base di marmo partono quattro alte colonne in bronzo, ottenute, oltre che dal bronzo fatto giungere da Venezia, dalla fusione delle travi del pronao del Pantheon di Agrippa, che si alzano a spirale e sembrano avvolgersi su loro stesse, come quelle del Tempio di Salomone, fino ai sontuosi capitelli. Le colonne, alte 11 metri, sono interamente rivestite da tralci di alloro, per omaggiare la passione di Urbano VIII per la poesia, tra i quali volano le api, simbolo della famiglia Barberini che aveva commissionato il monumento, e corrono lucertole, che, con la loro capacità di cambiare pelle, simboleggiano la rinascita, la Resurrezione.

Inoltre la prima lucertola sulla colonna di nord-ovest guarda verso il sole, e simboleggia la ricerca di Dio, mentre la seconda lucertola nella colonna nord-est ha in bocca uno scorpione, simbolo del male nell’Apocalisse.

Un dettaglio interessante: in una delle colonne, per l’esattezza la colonna posteriore sinistra, è fuso un rosario. È l’omaggio del Bernini, che ha voluto così dichiarare che il suo lavoro era dedicato alla Madonna. Si notano a un’estremità il crocifisso e all’altra ci tre medaglie devozionali. Dall’altra parte della colonna si nota un’altra medaglia, che rappresenterebbe Papa Urbano VIII in persona.

Le colonne sorgono da basamenti in marmo policromo scolpiti con volti di donna che rappresentano le fasi di un parto, dal momento del concepimento fino alla nascita del bambino, che appare appena nato nell’ultimo fregio. Sembra che questa particolare scelta per il decoro dei basamenti sia stata dettata da una nipote di Papa Urbano VIII che aveva avuto una gravidanza difficile. O forse fu un modo di Bernini per mostrare la propria devozione verso la “Madre Chiesa”.

capitelli sono invece di tipo composito, con pulvino. Il pulvino è un elemento architettonico a forma di tronco di piramide rovesciato. Tipico dell’architettura bizantina, si situava tra il capitello e l’imposta dell’arco ed era spesso decorato con motivi ornamentali a traforo o a rilievo. In questo caso i capitelli compositi sostengono le volute ioniche degli archi e sono decorati con foglie d’acanto, tipiche dei capitelli corinzi.

La copertura è in legno dorato, a forma di dorso di delfino, riccamente decorata, e conferma l’eccellenza di questo monumento, vera sintesi tra architettura e scultura barocche. In particolare, in cima al baldacchino capeggiano quattro statue di angeli poste ai quattro angoli, e altre di putti, disegnati da Francesco Borromini, che reggono festoni. Alcuni putti tengono tra le mani le chiavi di San Pietro e la corona papale. Inoltre un putto alza al cielo un enorme corpo d’ape rovesciato, richiamando ancora il simbolo della famiglia del Papa. Sopra di esso c’è il globo con la croce.

baldacchino san pietro angeli

Il dinamismo delle forme

Alla grandiosità dell’opera si unisce la leggerezza, il dinamismo delle forme, ottenute dall’artista grazie alla sua impagabile capacità di trattare materiali duri come fossero morbidi e leggeri. Perfino la frangia in finto tessuto che orna la copertura, pur essendo realizzata in bronzo, sembra sventolare sfiorata dalla brezza!

Bernini non lavorò da solo a questo monumento grandioso. Con lui collaborarono Francesco Borromini, suo assistente per la parte architettonica, e molti altri artisti, fonditori e scalpellini.

Bernini impiegò quasi dieci anni per ultimare il Baldacchino, che venne inaugurato nel 1633 da Papa Urbano VIII. Con la sua particolare struttura architettonica e l’impronta prevalentemente scultorea, il Baldacchino di San Pietro può essere considerato un vero e proprio manifesto dell’arte barocca.