Solennità di Cristo Re: ecco il significato della festa

Solennità di Cristo Re: ecco il significato della festa

La domenica di Cristo Re celebra il trionfo di Cristo Re dell’universo, il Suo dominio sul mondo, sul tempo e sulle nostre vite. Ecco come nasce questa festa

Ogni anno l’ultima domenica di novembre la Chiesa cattolica celebra la Solennità di Cristo Re. Questa festività, introdotta da Papa Pio XI nel 1925 con l’enciclica Quas Primas, è un momento importante nel calendario liturgico, perché ci invita a riflettere sul significato del dominio di Cristo nella nostra vita e nel mondo.

La Solennità di Cristo Re è stata istituita in un periodo storico critico per la Chiesa e il mondo intero. Il XX secolo ha visto emergere molte ideologie secolari e totalitarie, che hanno cercato di sopprimere la fede religiosa e sostituirla con l’adorazione dello stato o di leader politici. In questo contesto, Papa Pio XI ha voluto riaffermare la supremazia di Cristo come Re di tutto l’universo, sottolineando che la Chiesa e la fede cristiana non potevano essere messe da parte o soppiantate da qualsiasi potere umano. La Solennità di Cristo Re ci invita innanzitutto a riconoscere Cristo come il Sovrano Universale, in un mondo che spesso idolatra il potere, la ricchezza e il successo personale. Questa festa ci ricorda che la vera grandezza risiede nell’umiltà e nell’obbedienza a Dio. Cristo non è un re terreno, ma il Re del Cielo e della Terra, e il Suo regno non è basato sulla forza militare o sul controllo politico, ma sull’amore, la giustizia e la verità.

Inoltre, la Solennità di Cristo Re ci invita a riflettere sulla nostra relazione personale con Cristo. È un momento per chiederci se riconosciamo veramente il Signore come Re della nostra vita e se gli diamo il suo posto giusto. Questo significa mettere Dio al centro delle nostre decisioni, delle nostre azioni e delle nostre priorità. Significa anche accettare la Sua guida e il Suo insegnamento come la bussola per la nostra vita.

Tra le letture previste per la Solennità di Cristo Re c’è l’ultimo discorso di Gesù, prima dell’inizio della Passione, dal Vangelo di Matteo (Mt 25, 31-46), in cui Gesù parla del giudizio finale: 31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. In questo passo, Gesù afferma che alla fine dei tempi, ciascuno verrà giudicato secondo il modo in cui ha trattato gli altri, specialmente i più bisognosi. Cristo ci insegna che il segno del suo regno è l’amore concreto e la compassione per gli altri. Quindi, celebrare Cristo Re significa anche impegnarci a vivere una vita di carità e servizio verso gli altri.

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Oggi, la Solennità di Cristo Re è più che mai rilevante. In un mondo segnato da divisioni, ingiustizie sociali e crisi umanitarie, abbiamo bisogno più che mai di un regno basato sull’amore, la giustizia e la solidarietà. Questa festività ci invita a lavorare per un mondo in cui il regno di Cristo sia una realtà, in cui le persone siano trattate con dignità e rispetto, e in cui la pace e la giustizia prevalgano.

Il fatto che la festività del Cristo Re coincida con l’ultima domenica dell’anno liturgico rende ancora più evidente il suo valore, quello di identificare Cristo come Re della storia e del tempo, l’inizio e la fine, l’Alfa e l’Omega, dell’intera esistenza del creato.

Il colore liturgico della solennità di Cristo Re è il bianco.

Come nasce la ricorrenza

Abbiamo accennato all’introduzione della Solennità del Cristo Re a opera di Papa Pio XI, nel 1925. In realtà la necessità di riconoscere Cristo come Re del mondo e del tempo nasce molto prima. Papa Leone XIII istituì già nel maggio del 1899 la Consacrazione universale degli uomini al Cuore di Gesù, con la Lettera Enciclica Annum Sacrum, proclamando l’importanza della devozione al Sacro Cuore di Gesù, simbolo d’amore e misericordia divina, e come tale degno di venerazione profonda. Il Cuore del Figlio di Dio, morto sulla croce, diviene fonte perenne di vita eterna e speranza per ogni uomo, per la nuova umanità più che mai bisognosa di costruire un mondo fatto d’amore e rispetto.
Contestualmente all’enciclica di Papa Leone XIII, il gesuita sardo Sanna Solaro, e con lui altri studiosi, teologi e uomini di fede, intrapresero una serie di iniziative per promuovere l’istituzione di una festa liturgica dedicata a Cristo Re. In particolare Solaro scrisse a tutti i vescovi italiani, supplicandoli di perorare questa causa, e quarantanove vescovi accettarono di appoggiarlo.

Dopo il Congresso eucaristico internazionale di Roma del 1922, furono sessantanove i prelati che firmarono per un’ulteriore supplica per istituire una festività liturgica dedicata a Cristo Re e la inviarono a Papa Pio XI, che nel 1925 ne ricevette una terza, questa volta sottoscritta da trecentoquaranta cardinali, arcivescovi, vescovi e superiori generali, e sostenuta anche da ordini e congregazioni religiose, università cattoliche e centinaia di migliaia di fedeli in tutto il mondo. Il Papa, in chiusura del Giubileo di quell’anno, acconsentì alla richiesta e istituì con la già citata enciclica Quas Primas la Solennità di Cristo Re, un’occasione di festa e riflessione comune per riconoscere la supremazia di Cristo come Re del Cielo e della Terra e impegnarsi a vivere secondo i suoi insegnamenti per creare un mondo basato sull’amore e sulla compassione. Nelle intenzioni e nelle parole del Papa la Festa del Cristo Re doveva essere una risposta e un rimedio al laicismo del mondo moderno, ateo e secolarizzato, colpevole di aver depauperato la religione cristiana di ogni valore, rendendola uguale a tutte le altre religioni false, sottomessa al potere civile e all’arbitrarietà dei potenti.

La festa di Cristo Re

Fissata da Papa Pio XI l’ultima domenica di ottobre, dopo il Concilio Vaticano II la solennità del Cristo Re venne spostata all’ultima domenica dell’anno liturgico, prima delle domeniche di Avvento.

Dal 2021 a livello diocesano, insieme alla Festa di Cristo Re viene celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù, precedentemente celebrata la Domenica delle Palme. Domenica 20 novembre 2022, solennità di Cristo Re, Papa Francesco dopo aver presieduto l’Eucaristia e la preghiera dell’Angelus ha presentato la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 di Lisbona, proponendone il tema – Maria si alzò e andò in fretta (Lc 1,39) – e invitando i giovani a partecipare.