L’anello del pescatore e il rito che sancisce l’inizio del pontificato - Holyblog

L’anello del pescatore e il rito che sancisce l’inizio del pontificato

L’anello del pescatore e il rito che sancisce l’inizio del pontificato

L’anello del Pescatore, una delle più antiche tradizioni legate all’elezione del papa. Come è fatto e a cosa serve?

Pochi oggetti legati alla religione e ai riti del cattolicesimo esprimono una valenza simbolica e una pienezza di senso e storia quanto l’anello del Pescatore, o anello piscatorio. Questo perché sulla superficie stessa dell’anello del papa è impressa l’immagine di San Pietro intento a gettare le reti da pesca dalla barca. Il riferimento al Vangelo di Luca (5,1-11) sorge immediato: sulle sponde del lago di Genèsaret, mentre è intento a predicare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate e salì su quella che apparteneva a un certo Simone, chiedendogli di prendere il largo e gettare le reti. Il pescatore lamentò il fatto che non avessero pescato nulla per tutta la notte, ma obbedì al monito di Gesù e in pochi istanti le reti si riempirono di pesci. Davanti allo stupore di Simone, Gesù gli comunicò che da quel momento avrebbe fatto di lui un pescatore di uomini. Così Simone, futuro San Pietro Apostolo, insieme a Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, tirarono le barche a terra, lasciarono tutto e Lo seguirono.

Sebbene la prima documentazione riguardo l’anello del Pescatore, come sigillo per la corrispondenza privata del pontefice, risalga al 1265, in una lettera scritta da papa Clemente IV al nipote Pietro Grossi, quella dell’anello del Pescatore è una delle tradizioni legate all’elezione papale più antiche. È probabile che già nel 1100 il nuovo Papa ricevesse l’anello piscatorio al momento dell’ascesa al soglio pontificio e lo indossasse da quel momento all’anulare della mano destra.

L’anello papale è d’oro, con il nome del papa inciso lungo il bordo dell’effigie dell’apostolo Pietro. Nel corso della messa solenne per l’elezione del papa il cardinale camerlengo lo consegna al nuovo pontefice. Alla morte del papa lo stesso camerlengo distrugge l’anello del Pescatore con un martello d’argento di fronte agli altri cardinali. L’anello così spezzato viene conservato nei musei vaticani.

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Gli usi dell’anello nella storia

Ma a cosa serve l’anello del Pescatore? Non si tratta solo di un gioiello o un’insegna, o almeno non era così in passato. Il bacio dell’anello era una pratica molto diffusa negli ambienti laici, dove re e imperatori lo esigevano come segno di rispetto da parte dei vassalli e dei sudditi. È presumibile che tale tradizione sia passata anche ai papi, considerando quanto fosse importante il loro ruolo nelle questioni secolari nei tempi antichi. Oggi in effetti l’anello del Pescatore ha una funzione soprattutto simbolica, ma nell’antichità aveva anche utilizzi molto specifici e imprescindibili. Il fatto che venga distrutto alla morte del papa, per esempio, ha una spiegazione che diventa immediatamente chiara se pensiamo che fino al 1842 l’anello piscatorio veniva usato dal papa come sigillo per tutta la propria corrispondenza privata e per documenti di minore importanza della Santa Sede, che tuttavia erano stati scritti dal lui o almeno portavano la sua firma (sub anulo piscatoris è una formula ricorrente in questi documenti e indica proprio questa pratica). A differenza dei documenti più importanti e ufficiali che venivano sigillati con il piombo fuso (bolla papale), sui documenti meno importanti e più privati veniva impressa l’effigie dell’anello del Pescatore sulla ceralacca calda. Distruggendo l’anello dopo la morte del papa si evitava che qualcuno potesse appropriarsene e usarlo indebitamente per legittimare documenti successivi. Oggi la distruzione dell’anello indica che il mandato papale è finito e che la sede è vacante.

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L’anello del pescatore di Papa Francesco

Quando il 19 marzo 2013 l’allora Decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano, ha infilato l’anello papale al cardinale Bergoglio, elevandolo così al soglio pontificio come Papa Francesco, non lo ha fatto usando un anello d’oro, ma d’argento.

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Già prima di Papa Francesco altri papi avevano voluto cambiare questa tradizione secolare: Giovanni Paolo II, per esempio, non ha voluto che il suo anello venisse distrutto, ma lo inviò all’arcivescovo di Cracovia perché lo mettesse nella chiesa dei Carmelitani Scalzi della sua città natale, Wadowice. Anche Benedetto XVI, quando rinunciò al pontificato, non fece distruggere l’anello, ma lo fece solo incidere con uno scalpello perché non fosse più utilizzabile, secondo una pratica chiamata rigatura.

La scelta di Papa Bergoglio ha rappresentato un segno di rottura molto significativo, che ha chiarito fin da subito la sua posizione riguardo alle tradizioni e la sua volontà di rinnovare molti aspetti puramente simbolici della Chiesa a favore di una maggior attenzione verso i deboli, i bisognosi, i poveri.