Benedetto XVI: la storia del papa emerito

Benedetto XVI: la storia del papa emerito

Papa Benedetto XVI, il Papa teologo, primo pontefice dell’epoca digitale e Papa emerito per sua scelta

Il 31 dicembre, ultimo giorno di un travagliato 2022, Joseph Aloisius Ratzinger, Papa Benedetto XVI, ha lasciato la vita terrena. Primo Papa emerito della storia della Chiesa, non è stato tuttavia il primo a dare le dimissioni senza finire il proprio mandato, sebbene l’ultimo Pontefice ad averlo fatto prima di lui fosse stato Papa Gregorio XII nel 1415.

Figlio di un commissario di gendarmeria apertamente antinazista, tanto che la famiglia fu costretta a trasferirsi molte volte durante gli anni in cui Hitler fu alla guida della Germania, e di una cuoca, e terzo di tre fratelli, Papa Ratzinger è stato il primo in molte cose, nella sua lunga vita, sebbene, da uomo discreto qual era, non siano mai trapelate troppe informazioni su come abbia vissuto Joseph Ratzinger prima di diventare Papa.

Conobbe in prima persona gli orrori e la ferocia del nazismo. Quando era solo un ragazzo, suo cugino affetto da Sindrome di Down venne strappato alla famiglia dalla spietata politica di epurazione della razza promossa del regime. Costretto ad arruolarsi durante la Seconda Guerra mondiale, conobbe la guerra e perfino la prigionia in un campo degli Alleati vicino a Ulma.

Sappiamo di lui che amava la musica classica, e non solo come ascoltatore, tanto da pubblicare nel 2009 un album di musica classica contemporanea dedicato alla Vergine insieme alla Royal Philarmonica Orchestra. Amava anche i gatti, e nel 2007 venne pubblicato Joseph and Chico: A Cat Recounts the Life of Pope Benedict XVI, la sua vita raccontata attraverso gli occhi di Chico, il suo gatto.

Uomo di grande cultura, Papa Ratzinger parlava sette lingue e prima del Pontificato intraprese una lunga carriera accademica nelle più prestigiose Università tedesche. Docente universitario di teologia, arcivescovo di Monaco e Frisinga, accompagnò il suo predecessore Giovanni Paolo II per tutto il Pontificato, come uno dei suoi più stretti collaboratori, e per sua volontà guidò la Congregazione per la dottrina della fede, l’organo della Santa Sede che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica. Decano del collegio cardinalizio dal 2002, con il conclave del 2005 succedette a Papa Giovanni Paolo II. Come giovane professore partecipò anche al Concilio Vaticano II, dal 1962.

È stato anche il primo Papa dell’era digitale, protagonista di un mutamento rivoluzionario nelle comunicazioni, soprattutto per un uomo come lui, legato alle tradizioni. Eppure, intraprendente e pronto a mettersi in gioco, è stato il primo Papa ad aprire un profilo social, su Twitter, adeguando il pontificato al contesto comunicativo globale e soprattutto aprendo la via a innumerevoli canali social dedicati alla Fede, alla preghiera, alla Parola di Dio.
Non solo: ha dialogato tramite Sms con i giovani della Giornata mondiale della gioventù di Sydney nel 2008, con gli astronauti della Stazione spaziale internazionale, e si è anche prestato a rispondere in alle domande dei fedeli durante la diretta TV del Venerdì Santo del 2011. Amava anche viaggiare e conoscere le realtà dei membri della sua Chiesa in tutto il mondo.

Ricordiamo in breve il pontificato di Papa Ratzinger e le sue dimissioni.

Il Pontificato di Papa Ratzinger

Il 19 aprile 2005 il cardinale Ratzinger viene eletto Papa al quarto scrutinio. Nel suo primo discorso si definì “un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore” e rivolse un ricordo affettuoso al suo predecessore Giovanni Paolo II, a cui era molto legato.

Sempre per sua ammissione, scelse il nome Benedetto XVI in onore di Benedetto XV, papa durante la Prima guerra mondiale, al quale si sentiva idealmente vicino, ma anche in onore di San Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale. Una scelta che esprimeva già una forte dichiarazione di intenti, sulla volontà di recuperare le radici cristiane e i valori della Chiesa.

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Era anche un fautore del ritorno a una chiesa povera, in stile francescano, senza orpelli inutili. Sul suo stemma pontificio volle una mitra vescovile anziché l’usuale tiara papale, per dichiarare la sua vicinanza ai Vescovi. Il suo motto era Cooperatores Veritatis, dalla Terza lettera di Giovanni: “Nos ergo debemus sublevare huiusmodi, ut cooperatores simus veritatis”, Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.

Sempre nell’ottica di un ritorno all’austerità e al rigore, Papa Benedetto XVI ridimensionò la Curia romana e recuperò molti aspetti della tradizione liturgica. Fu anche il primo pontefice a scusarsi pubblicamente con le vittime di abusi da parte di membri del clero, adoperandosi per stabilire punizioni e regole più severe per i colpevoli.

Le dimissioni di Papa Benedetto

Papa Benedetto XVI non è stato il primo papa a rinunciare al Soglio Pontificio. Sebbene non avvenisse da secoli, prima di lui altri sette Papi scelsero di dare le dimissioni: Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII. È stato però il primo Papa Emerito della storia della Chiesa.

Fu lui stesso ad annunciare le proprie dimissioni l’11 febbraio 2013, con un discorso in latino pronunciato durante il Concistoro per la canonizzazione dei Martiri d’Otranto. Il Papa addusse come causa della sua scelta l’età avanzata e il progressivo venir meno delle proprie forze, che non gli permettevano più di adempiere al meglio al proprio ministero.

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Fu una decisione che sorprese il mondo intero, e tutti plaudirono al coraggio e all’umiltà di questo Pontefice così compreso nel proprio ruolo da riconoscere quando fosse opportuno per lui farsi da parte. Tutti i potenti della Terra rivolsero parole di stima e rispetto al Papa dimissionario.

Il Papa emerito

Dopo le dimissioni, Papa Ratzinger divenne sommo Pontefice emerito o Papa emerito. Prima di lui il titolo non era previsto dal diritto canonico.

Anche dopo aver rinunciato al ministero petrino, Papa Ratzinger ha mantenuto le insegne e il trattamento, seppur con alcune modifiche: la veste talare bianca, ma priva di pellegrina e fascia; l’anello vescovile al posto dell’anello del pescatore, ecc. Ha mantenuto anche lo stemma, il nome pontificale e il titolo di Santo Padre o Santità.

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Trasferitosi in un primo tempo a Castel Gandolfo, il Papa emerito andò poi a vivere nel monastero Mater Ecclesiae, nei Giardini Vaticani, vicino alla Fontana dell’Aquilone, dove è rimasto fino alla sua morte affiancato da Padre Georg Gänswein, suo segretario particolare. Ma non ha mai smesso di partecipare alla vita della Chiesa, affiancando il suo successore Papa Francesco in molte occasioni ufficiali, finché le sue condizioni di salute glielo hanno permesso. Nel 2020 ha superato il primato di longevità per un papa, diventando il pontefice più anziano della storia.