La Madonna Nera del Santuario sul colle della Guardia, a Bologna, è una delle immagini sacre attribuite a San Luca. Ecco la sua storia.
Sono molte le raffigurazioni della Madonna attribuite direttamente a San Luca. Pensiamo alla Vergine Nera di Czestochowa, alla Madonna d’Aracoeli, alla Madonna Nera nella Cappella di San Marco a Gerusalemme e a molte altre immagini dell’arte bizantina. Anche la Madonna Nera nel Santuario dedicato a San Luca a Bologna, che dal colle della Guardia sembra vigilare sull’intera città, è attribuita all’Evangelista. Anzi, è proprio l’icona che raffigura la Vergine con in braccio Gesù Bambino benedicente custodita da secoli in questo luogo che ne avrebbe decretato la costruzione e la dedica a questo Santo in particolare.
La Vergine Nera di Czestochowa dipinta da San Luca
Tra le icone sacre quella della Vergine Nera di Czestochowa è una delle più emblematiche e affascinanti…
Secondo la leggenda un eremita greco in viaggio a Costantinopoli ricevette dai sacerdoti della basilica di Santa Sofia questa preziosa icona della Madonna Nera, opera dell’Evangelista Luca. Poiché un’iscrizione sul dipinto ordinava che esso venisse portato sul Monte della Guardia, l’eremita si mise in viaggio per trovare un luogo che portasse quel nome. A Roma venne a sapere che vicino a Bologna sorgeva un colle chiamato in quel modo, e così proseguì il suo viaggio. A Bologna la Madonna Nera venne accolta con grande festa e portata in processione sul monte dal popolo e dalle autorità.
Il Santuario della Madonna di San Luca
Successivamente, in epoca Medievale, sul monte vennero eretti un oratorio e una chiesa, per volontà di Angelica Bonfantini, una nobildonna che scelse di prendere i voti e donò i terreni di sua proprietà sul monte della Guardia ai canonici di Santa Maria in Reno, il suo ordine di appartenenza. In cambio chiese aiuto per la costruzione di una chiesa e il suo mantenimento, compreso l’usufrutto e la rendita dei beni donati dai fedeli nel tempo. Così nel maggio del 1194 venne posta la prima pietra della nuova chiesa sul colle dalla Guardia, dove sarebbe stata posta l’icona della Vergine con Bambino.
Grazie all’intercessione del Papa, e nonostante anni di diatribe con l’ordine renano, Angelica riuscì a mantenere i privilegi e i diritti sulla chiesa e la canonica. Alla sua morte essa venne affidata a un gruppo di monache agostiniane dell’eremo di Ronzano, in seguito affiliate all’ordine domenicano. Le suore eressero poco lontano un monastero intitolato a San Mattia, dove risiedeva la Madre Superiora, mentre la chiesa sul Monte della Guardia era custodita da una Vicaria e nove suore.
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Nel tempo il santuario conobbe periodi più o meno felici, grazie alle donazioni dei fedeli e tra il 1400 e il 1700 subì molti rifacimenti e ampliamenti.
L’edificio odierno risale al XVIII secolo ed è prevalentemente barocco. L’invasione napoleonica costrinse le suore a lasciare il monastero e la chiesa, e successivamente essi passarono sotto il controllo dei domenicani e infine dei sacerdoti diocesani. Dal 1874 il santuario di San Luca è considerato monumento nazionale. È stato anche sede di un orfanotrofio femminile e per molti anni era raggiungibile da una funivia poi dismessa. Caratteristico il lunghissimo portico, costruito per permettere ai pellegrini di raggiungere il Santuario senza bagnarsi in caso di pioggia: composto da 666 archi, evoca il numero della Bestia per ricordare come la Madonna fosse stata capace di schiacciare il Diavolo sotto il suo calcagno e sconfiggerlo.
L’icona della Madonna di San Luca
Nel luglio del 1433 ebbe luogo il miracolo della pioggia: una processione partita dal colle condusse l’icona della Madonna con Bambino in città, ponendo fine alle terribili piogge che stavano distruggendo i raccolti. Da allora furono molte le processioni e le celebrazioni che portavano periodicamente la Madonna Nera di San Luca dal Santuario alla città. Quando si trovava a Bologna la preziosa icona veniva affidata alla Confraternita di Santa Maria della Morte, custodi della chiesa omonima che la accoglieva dopo che le suore di San Mattia l’avevano adornata di fiori e gioielli. Da lì partiva la processione per tutte le altre chiese.
L’icona misura 65 x 57 cm, ed è costituita da una tavola centrale di pioppo, due tavole di testa in olmo e castagno e una tela di lino su cui sono stati stesi tempera e foglia d’argento. È stata appurata l’esistenza di un dipinto bizantino sottostante. Come altre Madonne nere quella di San Luca risente dello stile dell’arte sacra orientale, e come la Vergine Nera di Czestochowa è una “Odigítria”, una Madonna dei viaggiatori, Colei che indica e guida lungo la strada. La Vergine in mezzo busto ha l’espressione grave della Madonne addolorate. Il viso è lungo, le dita della mano che indica il Bambino affusolate. Gesù ha un atteggiamento benedicente. Solitamente il dipinto protetto da una lastra d’argento posta nel 1600 che lascia scoperti solo i volti della Vergine e del Bambino.