Sant’Ambrogio, chi era il santo patrono di Milano

Sant’Ambrogio, chi era il santo patrono di Milano

Sant’Ambrogio è uno dei patroni di Milano ed è venerato da tutte le Chiese cristiane. Conosciamolo meglio e scopriamo come sia diventato Vescovo (suo malgrado) e perché a Milano sia ancora così amato.

Sant’Ambrogio viene festeggiato il 7 dicembre, il giorno prima dell’Immacolata. Non si tratta del giorno della sua morte, avvenuta il 4 aprile del 397 d.C., ma del giorno in cui egli venne eletto Vescovo della città di Milano. La cosa più sorprendente, come vedremo, è che all’epoca Ambrogio non aveva ancora ricevuto nemmeno il Battesimo! E tuttavia la sua profonda umanità e l’arte oratoria in cui eccelleva lo avevano reso così caro agli abitanti della città da richiederne a gran voce l’elezione.

Sant’Ambrogio è ricordato dalla Chiesa come uno dei suoi quattro Dottori più importanti, insieme a San Girolamo, Sant’Agostino e San Gregorio Magno. È anche uno dei Padri della Chiesa, uno dei santi che ha contribuito ad arricchirla e a edificarla, grazie alla fede e agli insegnamenti.

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Ancora oggi il giorno di Sant’Ambrogio è molto sentito a Milano. Si approfitta del giorno di vacanza per andare alla Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!, il mercatino di Natale più famoso della città, dove si possono trovare innumerevoli prodotti d’artigianato, addobbi natalizi e presepi. Si mangiano caldarroste e si beve vin brûlé. Nella Basilica di Sant’Ambrogio, fatta costruire da lui stesso tra il 379 e il 386, si celebra una messa solenne secondo il rito ambrosiano da lui stabilito.

Ci sono molti proverbi legati a Sant’Ambrogio: “Senza la neve a Sant’Ambrogio, l’inverno sarà mogio”, “A Sant’Ambrogio il freddo cuoce”, “A Sant’Ambrogio abburratta (la farina) e cuocila”.

Sant’Ambrogio: la storia

Tra i patronati di Sant’Ambrogio ce n’è uno molto particolare: quello delle api e degli apicoltori. C’è una leggenda interessante a riguardo. Quando il Santo era solo un bambino in fasce e dormiva in una culla nel cortile di casa, uno sciame di api volò su di lui e prima che chiunque potesse intervenire gli si posò sul viso e le api gli entrarono nella bocca. La leggenda vuole che sia stata questa l’origine della sua meravigliosa eloquenza, poiché gli insetti laboriosi portarono tra le sue labbra una dolcezza di miele quando ancora egli non poteva parlare.

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Sant’Ambrogio, o meglio Aurelius Ambrosius, nacque nel 334-339 a Treviri, in Gallia, figlio di due membri delle più importanti famiglie senatorie romane. Infatti la madre apparteneva alla famiglia Aureliana, il padre alla famiglia Simmaco. Entrambi erano convertiti al Cristianesimo. Il padre di Aurelius era a Treviri in qualità di prefetto del pretorio e anche lui fin da bambino era stato destinato alla carriera politica e amministrativa. Quando il padre morì, Aurelius e la famiglia tornarono a Roma, dove il ragazzo proseguì i suoi studi e successivamente cominciò a partecipare alla vita pubblica cittadina.

Fu perseguendo la sua carriera politica che Aurelius giunse a Milano. L’incarico che gli era stato dato era di governatore dell’Italia Annonaria per la provincia romana Aemilia et Liguria, la cui sede era appunto a Milano, presso la corte dell’imperatore Valentiniano I. Come avvocato Aurelius si mostrò particolarmente abile soprattutto nel mantenere equilibrio e pace tra ariani e cattolici, nonostante i rapporti tesi tra le due fazioni. Merito della sua grande eloquenza, del suo senso di giustizia, del suo rigore che non gli impediva di dimostrarsi amorevole con tutti.

Il largo consenso da lui suscitato in città fece sì che, benché egli non avesse ancora ricevuto il Battesimo, venisse invocato a gran voce come Vescovo di Milano alla morte del vescovo ariano Aussenzio nel 374.

Ambrogio dapprima rifiutò, tentò di rovinare perfino la propria reputazione agli occhi dei suoi sostenitori, e infine cercò di fuggire dalla città. Ma i milanesi avevano fatto la loro scelta, e alla fine Aurelius si rassegnò al fatto che doveva essere quella anche la volontà di Dio. Accettò l’incarico, si fece battezzare e il 7 dicembre 374 divenne Vescovo di Milano.

Da quel momento Ambrogio fece del proprio meglio per colmare le proprie lacune nello studio della Sacre Scritture. Fu lui a introdurre in Occidente la pratica della lectio divina, la pratica di studio e preghiera che auspica l’Unione spirituale con Dio attraverso la lettura delle Scritture. Questo metodo divenne anche la base della sua predicazione. Fu grazie alla sua predicazione che Sant’Agostino, tra gli altri, si convertì al Cristianesimo.

Come vescovo Ambrogio condusse un’esistenza da asceta, donando tutti i propri beni ai poveri, e impegnandosi senza sosta per aiutare i cittadini più bisognosi.

Durante la sua carica vennero costruite diverse basiliche, tra cui quella che sarebbe diventata la Basilica di Sant’Ambrogio.

Festa Sant’Ambrogio a Milano

La messa che viene celebrata con rito ambrosiano il 7 dicembre nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano non è una messa qualsiasi. In essa la componente religiosa si mescola con quella popolare, in un evento molto sentito da tutti i milanesi, praticanti e non. L’arcivescovo di Milano celebra la messa secondo un rituale antico, rimasto immutato nei secoli.

La festa di Sant’Ambrogio a Milano precede l’Immacolata e segna l’inizio del periodo natalizio. Non è solo un mercatino di Natale, anche se la tradizionale Fiera degli Oh bej! Oh bej! richiama migliaia di persone per quattro giorni lungo le strade del centro, attorno ai giardini del Castello Sforzesco a partire dal 7 dicembre e fino al 10 dicembre. Il curioso nome della fiera deriverebbe da una leggenda. Nel 1510 Papa Pio IV inviò dei doni ai cittadini di Milano, tramite Giannetto Castiglione, primo Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. I bambini in particolare accolsero festosi tutti quei regali gridando Oh belli! Oh belli! 

La fiera ha anche grande rilevanza gastronomica, con dolci tipici, vin brulé per combattere il freddo, castagne affumicate.

Dagli anni ’50 la Festa di Sant’Ambrogio a Milano coincide con l’aperura della stagione lirica del Teatro della Scala di Milano.

Basilica di Sant’Ambrogio

Abbiamo già accennato alle tante basiliche fatte costruire per ordine di Ambrogio. La Basilica a lui dedicata è collocata a sud-ovest della città, e in origine era chiamata Basilica Martyrum. Infatti quando Ambrogio la fece erigere tra il 379 e il 386 la destinò ad ospitare le reliquie di molti Santi martiri (Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio).

Basilica di Sant'Ambrogio in Milano

Quando Ambrogio morì la Basilica cambiò nome e venne ampliata. È preceduta da un grande quadriportico, ed è dotata di due campanili, quello dei Monaci e quello dei Canonici. Tra le sue particolarità, l’Altare d’oro, o Altare di Vuolvino dal nome dello scultore che lo ha realizzato tra l’824 e l’859. Si tratta di uno splendido esempio di oreficeria di epoca carolingia, costituito da lastre d’oro e d’argento dorato, montate su una struttura lignea, e poi tempestate di pietre preziose e smalti. Poiché l’abside è posta su due livelli, l’altare funge da copertura alla cripta che ospita le reliquie dei santi Gervasio, Protasio e Ambrogio. Il livello superiore ospita invece il coro di legno.

Un’altra curiosità della Basilica di Sant’Ambrogio è la colonna del diavolo. Secondo la leggenda il diavolo, nel tentativo di indurre in tentazione Sant’Ambrogio, cercò di infilzarlo con le proprie corna, ma rimase incastrato nella colonna. A testimonianza del fatto sono rimasti due buchi affiancati, dai quali si dice che si riesca ad annusare l’odore di zolfo proveniente dallo Stige, il fiume infernale.