San Lorenzo, il Santo patrono dei diaconi permanenti

San Lorenzo, il Santo patrono dei diaconi permanenti

San Lorenzo Diacono dedicò la sua vita al servizio degli ultimi e dei bisognosi. Nella notte delle stelle cadenti la Chiesa ricorda il suo martirio e la sua misericordia

Il 10 agosto, la Chiesa cattolica celebra San Lorenzo diacono e martire, Santo Patrono dei Diaconi Permanenti. In vita fu arcidiacono di Roma per conto del futuro Papa Sisto II, ovvero responsabile delle attività caritative della Diocesi di Roma e della sua Chiesa primitiva. Come diacono, era incaricato di guidare e coordinare gli sforzi volti ad assistere coloro che si trovavano in situazioni di bisogno e di povertà, come gli orfani e le vedove. La sua dedizione e la sua generosità nel servire gli altri sono diventate un modello di riferimento per tutti coloro che si impegnano nel campo dell’assistenza e della solidarietà.

Nella tradizione della Chiesa, San Lorenzo viene spesso raffigurato con una graticola, simbolo del suo martirio. Il suo culto è antico e si è diffuso rapidamente dopo la sua morte. Molte chiese e comunità celebrano la festa di San Lorenzo il 10 agosto con processioni, messe solenni e altre attività per onorarlo. Patrono di diverse città, tra cui Grosseto e Tivoli, è anche uno dei tre patroni di Perugia e compatrono di Roma. Il Duomo di Genova è intitolato a San Lorenzo Diacono. È considerato protettore dei bibliotecari, dei cuochi, dei librai, dei pasticcieri, dei vermicellai, dei pompieri, dei rosticcieri e dei lavoratori del vetro.

Nel paese di Amaseno è conservata un’ampolla contenente il suo sangue, che viene esposto ai fedeli in occasione della festa del 10 agosto e in quell’occasione di liquefà come quello di San Gennaro a Napoli, per poi tornare a coagularsi.

San Lorenzo diacono

Poco sappiamo della storia di San Lorenzo martire. Nato nel III secolo a Huesca, in Spagna, sin da giovane dimostrò grandi doti di scienza e virtù. Compì gli studi umanistici e teologici a Saragozza, dove conobbe il futuro Papa Sisto II, allora arcidiacono della Chiesa Romana, che divenne suo amico e mentore. Con lui raggiunse Roma ed entrò a far parte del clero della Chiesa primitiva. All’età di 17 anni fu ordinato accolito dal Pontefice Fabiano e sei anni dopo, quando Sisto divenne vescovo, ricevette a soli 27 anni gli ordini sacri di suddiacono e poi di diacono, avendo il privilegio di diventare uno dei sette diaconi di Roma. Il suo ruolo di arcidiacono lo poneva nella posizione di assistere il Papa nella cura delle necessità dei poveri e dei bisognosi.

Il Concilio Vaticano II ha definito le leggi e le modalità del Diaconato moderno, primo livello del ministero ecclesiastico. Oggi un diacono è un uomo che sceglie di vivere a metà strada tra lo stato laico e quello sacerdotale, non è un sacerdote, ma fin dai tempi degli apostoli sono documentate figure assimilabili a questo ruolo, spesso al servizio dei vescovi, proprio come San Lorenzo.

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I diaconi possono essere suddivisi in due categorie: i diaconi transeunti e i diaconi permanenti. I diaconi transeunti sono coloro che vengono ordinati diaconi in vista di una futura ordinazione come presbiteri. La loro ordinazione diaconale è quindi temporanea e li prepara per il loro futuro servizio come sacerdoti. D’altra parte, i diaconi permanenti, di cui San Lorenzo è patrono, sono coloro che scelgono di essere ordinati solo nell’ordine del diaconato, senza aspirare all’ordinazione presbiterale. Questi diaconi possono provenire sia dai battezzati celibi che da coloro che sono sposati e dedicano la loro vita al servizio della comunità cristiana senza la prospettiva di diventare sacerdoti.

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Il martirio di San Lorenzo

Durante l’impero di Valeriano, nel 258 d.C., venne emesso un editto che ordinava la confisca dei beni della Chiesa e l’uccisione di tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. San Lorenzo Diacono venne arrestato e, secondo la tradizione, anche Sisto venne imprigionato. Mentre quest’ultimo veniva brutalmente trascinato dai soldati, Lorenzo corse verso di lui con il volto bagnato di lacrime e disse: “Dove vai, Padre, senza il tuo figlio? Dove ti stai dirigendo, santo sacerdote, senza il tuo diacono?”. Sisto rispose: “Non ti lascio né ti abbandono, figlio mio, ma altri combattimenti ti attendono… Dopo tre giorni mi raggiungerai… Prendi le ricchezze e i tesori della Chiesa e distribuiscili a chi ritieni opportuno”. Lorenzo si mise subito all’opera, cercando poveri e chierici in ogni angolo di Roma, e distribuì loro tutte le ricchezze raccolte. Poi, dopo essersi congedato per l’ultima volta dai cristiani, si presentò a Valeriano, che l’aveva chiamato, e in risposta alla richiesta di consegnare i beni della Chiesa, promise di mostrarglieli entro tre giorni. Attraversò le strade della città, raccogliendo un gran numero di poveri, e li condusse dall’Imperatore dicendo: “Ecco qui i beni della Chiesa!”.  Con questa audacia decretò la sua condanna a morte.
Secondo la tradizione, San Lorenzo subì il martirio su una graticola ardente. Sempre secondo la leggenda, avrebbe mantenuto il suo coraggio straordinario e un umorismo contagioso fino alla fine, dicendo ai suoi aguzzini: “Sono abbastanza cotto da questo lato, giratemi sull’altro!”.

Il martirio di San Lorenzo avrebbe avuto luogo il 10 agosto, e viene citato per la prima volta nella Depositio martyrum, un documento risalente al 354 d.C., poi nella Passio Polychromi, un testo risalente ai secoli V-VII. Fin dall’inizio le vicende legate al suo arresto e alla sua morte si mescolano con elementi leggendari, che non hanno impedito che molti studiosi illustri e uomini di fede raccontassero la sua storia, basandosi sulle testimonianze precedenti. Così fece Sant’Ambrogio, uno dei quattro dottori della Chiesa più importanti, nel suo De officiis ministrorum.

Dopo la morte, il corpo di San Lorenzo fu posto in una tomba lungo la via Tiburtina, e qui già l’imperatore Costantino I fece costruire una basilica in quel luogo, che, restaurata a seguito dei danni causati durante la Seconda Guerra mondiale, continua a essere un importante luogo di venerazione per i fedeli. Nel luogo in cui San Lorenzo subì il martirio, fu eretta invece la chiesa di San Lorenzo in Panisperna, che deve il suo nome alla tradizione dei frati e delle clarisse di distribuire pane e prosciutto ai poveri il 10 agosto.

Il martirio di San Lorenzo è diventato anche uno degli episodi più iconici e rappresentati nell’arte cristiana. Molti maestri lo hanno raffigurato al momento dell’arresto e del martirio, come Bernardo Strozzi, Pietro da Cortona e Tiziano Vecellio.

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Il legame con le stelle cadenti

Ci sono diverse tradizioni che legano San Lorenzo Diacono alle stelle cadenti. Questo legame tra le stelle cadenti e il santo è stato immortalato nella poesia di Giovanni Pascoli, intitolata “X agosto”, in cui le stelle che cadono vengono interpretate come lacrime celesti. Dal punto di vista scientifico sappiamo che nei giorni intorno al 10 agosto la Terra attraversa lo sciame meteorico delle Perseidi. Questo rende visibile una vera pioggia di stelle cadenti nel cielo estivo. Giovanni Pascoli, rievocando la morte del padre, assassinato proprio la notte del 10 agosto 1867, vede nelle stelle che sembrano bruciare e cadere nell’aria tranquilla le lacrime celesti di un grande pianto che si accende nel vasto cielo.

San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Le stelle cadenti visibili nel cielo la notte di San Lorenzo sarebbero dunque le lacrime celesti, o, in alternativa, i lapilli sfuggiti al rogo del giovane Santo al momento del martirio.

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