San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, protettore di monaci, speleologi, architetti e ingegneri, fu un abate nato a Norcia in Umbria. Dopo aver compiuto i suoi studi a Roma, si ritirò a vivere come un eremita prima a Subiaco, poi a Cassino. Qui, circondato da numerosi proseliti, fondò un monastero e definì la sua regola, basata sulla preghiera e sul lavoro (‘Ora et labora’), divenuta probabilmente la più diffusa tra i monaci di tutto il mondo.
San Benedetto predicava l’alternarsi della preghiera, della lettura della parola di Dio, con il lavoro intenso, in un ambito di carità e servizio reciproco tra i fratelli e verso i fedeli tutti.
Uomo concreto, San Benedetto volle lasciare un modello di vita finalizzato alla perfezione e all’elevazione spirituale, ma non limitato alla trascendenza. Come Dio interviene nelle situazioni concrete della vita dell’uomo, di ogni uomo, così l’uomo stesso non deve dimenticare mai la sua presenza, glorificandola sì con la preghiera, ma anche con le azioni di ogni giorno, con il lavoro, appunto, e la carità. Azione e contemplazione, dunque, non solo per i monaci, ma per chiunque voglia accostarsi a Dio e vivere nella sua luce, nel suo cammino, seguendo le orme di Gesù Cristo, abbracciando con umiltà e gioia le fatiche e gli impegni quotidiani.
La statua di San Benedetto è oggetto di devozione cara ai fedeli di tutto il mondo cattolico. In essa il Santo è raffigurato con la sua regola in mano, sotto forma di libro o fogli.
In alcuni casi, nelle statue di San Benedetto ricorrono altri elementi simbolici legati alla vita e all’esperienza del Santo, come la coppa o il corvo. In entrambi i casi, fanno riferimento a due episodi in cui il monaco rischiò di essere avvelenato dai suoi nemici, ma la volontà di Dio lo salvò, preservandolo.
Esistono statue di San Benedetto di ogni dimensione, costruite in svariati materiali, dal legno, alla resina. In ogni caso forniscono un riferimento di vita e preghiera costante e prezioso per chiunque voglia abbracciare il suo modello e la sua scelta.