Il viaggio della Luce di Betlemme: una storia che riscalda il cuore e regala speranza
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Nella penombra sacra della Basilica della Natività a Betlemme, tra le pietre che profumano di secoli e di fede, arde una lampada a olio. Non è la stessa fiamma che brucia da mille anni, come sarebbe bello poter credere. Il fuoco, come la memoria e la devozione, ha bisogno delle mani dell’uomo per essere alimentato. Ma la luce di questa particolare lampada si rinnova da generazioni, tenuta viva dall’olio che le nazioni cristiane di tutto il mondo offrono a turno, e ogni anno, proprio da lì, scocca la scintilla di un viaggio straordinario: quello della Luce della Pace di Betlemme.
Questa piccola fiamma è vera, concreta, delicata, ma tangibile, non è un simbolo astratto. È accesa nella Grotta dove, secondo la tradizione, venne alla luce quel Bambino che, con il solo respiro, ha cambiato la storia dell’umanità. Quando arriva dicembre e si avvicina il Natale, dalla fiamma di quella lampada viene accesa una lanterna. La prende in custodia proprio un bambino, con mani emozionate e occhi spalancati sul mistero, e quella fiamma diventa un dono per il mondo.

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Negli aeroporti, tra le coperte di lana e gli zaini degli scout, la fiamma affronta un lungo viaggio: parte dalla Terra Santa, approda a Vienna, in Austria, e da lì si divide, genera altre fiammelle, che corrono lungo vie gelate, confini sepolti dalla neve, città brulicanti di attesa. Ovunque si ferma, prima di lasciarsi trasportare di nuovo lontano, la lanterna è protagonista di un cammino silenzioso, una processione di pace. Mani la sfiorano, si bisbigliano preghiere davanti alla danza della sua fiamma, chi la riceve le confida i propri sogni, perché li custodisca e li riveli al prossimo che la riceverà.
Il viaggio di questa luce dura da generazioni, ha attraversato paesi e città, passando di mano in mano fra scout, volontari, famiglie, parrocchie, ospedali, carceri. La sua fiamma ha illuminato luoghi abitati dalla sofferenza. Dove manca la pace, lei la porta, dove regna il buio, fa palpitare la luce della speranza, oltre muri e barriere, divorando distanze inconcepibili. Ovunque arriva, parla di speranza.

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Un sogno nato in Austria
La storia della Luce della Pace di Betlemme non nasce con un’antica leggenda. In realtà è molto recente, ma chi ha detto che il mondo non è più un posto per i miracoli? Nel 1986, la televisione nazionale austriaca ORF inventò la Licht ins Dunkel, una maratona di solidarietà natalizia che significa “Luce nel buio”. L’idea, all’inizio, era semplice: inviare un bambino in Terra Santa, fargli accendere una lanterna proprio dalla lampada nella Grotta della Natività, riportare quella scintilla a Linz, e donarla a chiunque volesse riceverla.
Così è cominciata. Da allora, ogni inverno, la luce della pace viene accesa a Betlemme e vola dall’Oriente all’Europa, portata da un bambino. La diffusione e la trasmissione di questa tradizione è stata possibile grazie alla rete mondiale degli scout. Nel 1988 è arrivata anche in Italia, portata ogni anno da ragazzi e ragazze che salgono fino al Brennero, per scambiarla con i loro coetanei oltre confine, e poi la portano in treno nelle piazze, nei sagrati delle chiese. Un pellegrinaggio silenzioso, una staffetta virtuosa in cui il testimone non è di carta né di metallo, ma di fuoco e di desiderio di condivisione e fratellanza.

Durante il viaggio la Luce della Pace diventa pretesto per gesti, incontri, sorrisi scambiati senza bisogno di parlare la stessa lingua. È un simbolo che non appartiene solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini, credenti o meno. La pace non ha confini né etichette.
Il pellegrinaggio delle lanterne
Dopo l’arrivo dalla Terra Santa a Vienna, la Luce della Pace di Betlemme viene accolta in una cerimonia internazionale. Scout e volontari da tutta Europa sono lì, pronti ad accendere un lumino, una piccola lampada, una candela. Poi ripartono: treni carichi di luce attraversano i confini tra Austria e Italia, la fiamma si moltiplica in staffette, celebrazioni, veglie e incontri. Dal Brennero, si espande a sud: Trento, Bolzano, Genova, Roma, Napoli. Un mare di luci palpitanti dilaga verso tutte le città italiane.
Ma non solo. La lanterna percorre le capitali europee, passa nei quartieri più dimenticati, entra negli ospedali e nelle carceri, raggiunge i bambini, gli anziani, chi vive la notte e chi aspetta il giorno. Ogni candela accesa diventa una preghiera a volte silenziosa, a volte cantata con tutta la gioia della giovinezza, un inno alla fraternità, all’inclusività.

Quando la fiamma non parte
A volte anche la fiamma deve cambiare strada.
Nel 2023, il viaggio della Luce di Betlemme sembrava destinato a infrangersi contro la follia della guerra. Nessun bambino austriaco ha potuto raggiungere la Grotta della Natività, come accade ogni anno. Eppure, proprio lì, tra le pietre antiche e il silenzio delle preghiere, una bambina palestinese cristiana di Betlemme, Pillar Jarayseh, di appena dodici anni, si è chinata davanti alla lampada a olio e ha acceso una lanterna. Quel piccolo gesto, fragile e grandissimo, ha dato inizio al viaggio della pace. La lanterna ha dovuto cambiare percorso: da Betlemme è passata per Amman, in Giordania, per aggirare i divieti sui voli diretti a Israele. Da lì ha proseguito verso l’Austria, dove un altro bambino, Michael Putz, dieci anni, scout e giovane pompiere, l’ha accolta con le mani tremanti e gli occhi pieni di luce. A Linz, durante una cerimonia semplice, ma intensa, le delegazioni di tanti Paesi hanno ricevuto quella fiamma. Poi, come ogni anno, è cominciata la staffetta: centinaia di mani, di volti, di storie diverse. Tutti uniti da un’unica scintilla.

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Anche nel 2024, la Luce della Pace non ha potuto essere accesa direttamente a Betlemme. Ma gli scout europei non si sono persi d’animo. Dal 2023 Steyr, città austriaca gemellata con Betlemme, conservava una fiammella accesa l’anno prima, mantenuta viva dai volontari con amore e dedizione. Contro ogni insensatezza umana, la luce non si è spenta, ma ha ripreso il suo viaggio, fra difficoltà e incertezze, verso i quartieri di Vienna, nei boschi del Tirolo, ai confini dell’Italia. Nel buio della notte più grande la Luce della Pace ha acceso di nuovo la speranza del Natale.
Valore e significato
Ma cosa significa davvero portare questa luce? La Luce di Betlemme è più di un simbolo religioso: è messaggera di fraternità tra i popoli, invito a uscire dalla propria solitudine, antidoto contro la disperazione.
La Pace, come la fiamma, ha bisogno di custodi. Non basta accenderla, bisogna proteggerla, difenderla dal vento del cinismo, dal gelo dell’indifferenza, offrirla di nuovo al prossimo. E ogni Casa, ogni Chiesa, ogni strada che l’accoglie, diventa luogo di comunione, anche per chi è lontano dalla fede, anche per chi non ha più parole da recitare. Basta una candela accesa, un momento di silenzio, un pensiero sincero: che quella piccola luce sia seme di pace nel mondo. Così quando vedremo una candela accesa, magari nella nostra casa, in un angolo remoto della città, nel tepore di una chiesa, rivolgiamo un pensiero alla Luce di Betlemme, al viaggio che ha compiuto quella fiamma. Pensiamo alle mani che l’hanno protetta, ai confini che ha attraversato, ai cuori che ha scaldato. La Luce della Pace di Betlemme ci ricorda che anche nel buio più fitto, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre una fiammella che continua a brillare. Se ciascuno di noi la protegge e la condivide, quella piccola luce può davvero illuminare il mondo intero.

Preghiera per la Luce di Betlemme
Quando la fiamma arriva, la si riceve senza parole grandi, in raccoglimento. Non ci sono formule fisse: la preghiera per la Luce di Betlemme è desiderio che ogni oscurità sia rischiarata, che la luce entri nelle case e nei cuori. Non esiste una preghiera “ufficiale” unica e universalmente valida per la Luce della Pace di Betlemme, ma esistono diverse preghiere tradizionali utilizzate nelle cerimonie di accoglienza e distribuzione della Luce:
Vieni in me con la tua Luce che risplende.
Accendi il mio cuore, fa che in esso arda il desiderio di servire i miei fratelli.
Accendi la mia mente, rendila capace di capire quello che devo fare.
Accendi i miei occhi, rendili capaci di vedere le cose meravigliose che fai sulla mia strada.
Accendi la mia vita, rendila capace di comunicare gioia alle persone che mi sono accanto.
Accendi la mia voglia di fare, rendila capace di collaborare alla costruzione di un mondo di pace.

















