Proverbi sulla Candelora le tradizioni legate alla festività

Proverbi sulla Candelora le tradizioni legate alla festività

I proverbi sulla Candelora appartengono al patrimonio folkloristico del nostro paese, ma attingono anche dalle origini stesse di questa festa, tra religione e paganesimo

Sono noti a tutti i proverbi sulla Candelora. Meno nota, forse, origine di questa festa, che cade il 2 febbraio, quaranta giorni dopo Natale, e celebra la purificazione di Maria dopo il parto e soprattutto la Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme (Lc 2,22-39), com’era prescritto dalla Legge ebraica per tutti i primogeniti maschi.

Come molte altre feste religiose, la Candelora è stata mutuata da un’antecedente feste pagana, i Lupercali. Fu Papa Gelasio I intorno all’anno 474 d.C. a decretare l’abolizione dei Lupercali, antica festa romana che si celebrava a metà di febbraio, e che prevedeva l’utilizzo di fiaccole, candele e riti di purificazione.

La luce riveste un ruolo molto importante anche nella Candelora, che dalle candele che vengono benedette in questa ricorrenza prende il suo nome.  Le candele e la loro luce simboleggiano Gesù Cristo, che proprio in occasione della sua visita al Tempio venne definito dal vecchio Simeone “luce per illuminare le genti” (Luca 2:32).

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Il 2 febbraio si festeggia la presentazione di Gesù al tempio. Conosciuta anche come festa della purificazione di Maria, o Candelora.

Un’altra delle tradizioni religiose alle origini della Candelora è l’antico rito giornaliero del Lucernario, che nella chiesa primitiva prevedeva, in occasione delle preghiere della sera, l’accensione di una lampada al tramonto. La luce della lampada sfidava le tenebre incipienti, e simboleggiava Cristo che aveva sconfitto la morte il peccato.

Sempre la luce era protagonista delle antiche feste pagane che celebravano la fine dell’inverno, il ritorno della luce e del calore dopo il freddo buio invernale, la speranza di una primavera ancora distante, ma che si sapeva sarebbe arrivata presto. Per i Celti questa ricorrenza prendeva il nome di Imbolc o Imbolic e Oimelc, e cadeva il 1º febbraio, punto mediano tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera.

Questa varietà di suggestioni alle origini della festa ci fa comprendere perché i proverbi sulla Candelora siano così numerosi. La commistione tra religione e paganesimo, tra sacro e profano, la forte influenza esercitata dalla tradizione popolare, soprattutto del mondo contadino, che allo scorrere delle stagioni era così indissolubilmente legato, ha creato una serie di modi di dire suggestivi e dalla storia affascinante, diversi di regione in regione.

L’infanzia di Gesù

Poco sappiamo dai Vangeli canonici dell’infanzia di Gesù, di quegli anni perduti (così vengono definiti) che intercorrono tra la Sua nascita miracolosa e l’inizio della Sua predicazione in Palestina.

Alla Nascita a Betlemme, citata nei Vangeli di Matteo e Luca, segue l’Epifania, ovvero la visita dei Re Magi (Matteo 2,1), accompagnata dal tragico evento della Strage degli innocenti, ordinata da re Erode per eliminare il piccolo Gesù. La Sacra Famiglia dovette rimettersi subito in cammino e fuggire in Egitto

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Dopo questo viaggio terribile, perdiamo le tracce della Sacra Famiglia e di Gesù. Sappiamo dall’evangelista Luca che essi fecero ritorno a Nazareth, e che “il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.” (Luca 2,39-40).
Oltre alla già citata presentazione di Gesù al Tempio, un altro episodio dell’infanzia di Gesù raccontato nel Vangelo di Luca è quello dello smarrimento e ritrovamento di Gesù al Tempio (Luca 2,42-43), in occasione del Suo bar mitzvah. Secondo la tradizione ebraica quando un bambino giungeva al dodicesimo anno di vita entrava nell’età adulta e doveva essere portato al Tempio dai genitori.

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Giorno della Candelora

Abbiamo dunque visto come il giorno della Candelora, il 2 febbraio, coincida con la festa della presentazione di Gesù al Tempio e celebri in generale il trionfo della luce sulle tenebre, ma anche la fine simbolica delle festività natalizie e l’inizio del cammino pasquale.

Sebbene col Concilio Vaticano II la celebrazione sia stata associata prevalentemente alla Presentazione di Gesù al Tempio, nel calendario liturgico tridentino, istituito da Papa Pio V in applicazione del decreto del Concilio di Trento, era ricordata anche come la festa della Purificazione della Beata Vergine Maria. Ricordiamo che per la legge ebraica una donna era considerata impura per 40 giorni dopo la nascita di un figlio maschio e, superato quel periodo, doveva recarsi al Tempio per essere purificata.

Usanza comune dei cristiani in questa occasione, a prescindere dalle professioni religiose, è quella di portare le candele in chiesa per farle benedire.

Anche negli Stati Uniti e nel Canada il 2 febbraio ha una valenza particolare e consentirebbe di prevedere la fine dell’inverno. Ma gli americani si affidano alle previsioni di una marmotta! Infatti dal 1887 in queste nazioni il 2 febbraio si celebra il Giorno della marmotta (Groundhog Day): se la marmotta Punxsutawney Phil, mascotte del Giorno della Marmotta nella cittadina di Punxsutawney esce dal suo rifugio invernale e non riesce a vedere la propria ombra perché il cielo è nuvoloso, significa che l’inverno finirà presto. Ma se c’è il sole e l’animaletto vede la propria ombra l’inverno continuerà per altre sei settimane.

Proverbi della candelora

La maggior parte dei proverbi sulla Candelora riguardano le condizioni atmosferiche presenti e dell’immediato futuro. Secondo la saggezza popolare, se il giorno della Candelora, il 2 febbraio, piove o nevica o tira vento, questo determinerà l’arrivo precoce o meno della primavera. È affascinante come i modi di dire cambino da regione a regione, arrivando a contraddirsi apertamente.

In Veneto, in Lombardia e a Trieste, per esempio, si crede che se a Candelora c’è il sole, l’inverno sia quasi finito, mentre se piove o tira il vento debba durare ancora per un po’: Se ce sole a candelora del inverno semo fòra, se piove e tira vento del inverno semo dentro”.

Anche in Sicilia, dove la festa è nota come A Cannilora, si dice: “Ppà Cannalora a mmirnata ie fora ma se fora un iè, n’atri quaranta jorna cci n’è” (Per la Candelora l’inverno è fuori, ma se fuori non è per altri 40 giorni ce n’è). Sempre in Sicilia si dice anche. “Si nun chiovi pi la cannalora di l’invernu semu fora” (Se non piove per la candelora l’inverno si può ritenere passato).

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In Piemonte e Valle d’Aosta c’è un proverbio che rimanda un po’al citato Giorno della Marmotta americano: “Se l’ors a la Siriola la paia a fà soé a’nt l’invern tornoma a intré” 
(Se l’orso alla Candelora fa asciugare la paglia si rientra nell’inverno). Secondo la tradizione popolare l’orso lunare uscirebbe dalla propria tana nella notte del 1º febbraio e osservando la posizione della luna sa se la primavera sta arrivano. Per questo in certe località la Candelora è conosciuta anche come Giorno dell’orso.

Un altro proverbio sulla Candelora legato al mondo degli animali è quello citato a Calitri (in provincia di Avellino): “A maronna r’ a Cann’lora, meglij a bré u lup’ ca u sol’” (Alla madonna della Candelora, è meglio vedere un lupo che il sole). Per intendere che se il giorno della Candelora c’è il sole, l’inverno andrà avanti ancora un pezzo, quindi meglio vedere un lupo!

Altri proverbi sulla Candelora sono legati ad attività popolari e contadine. Così “Se per la Candelora il tempo è bello molto più vino avremo che vinello” significa che se in questo giorno il tempo è buono, il vino avrà una robusta gradazione alcolica e sarà migliore.

Ancora, “Pi la Cannillora figghia a vecchia e figghia a nova” (gallina vecchia e giovane fanno le uova) rievoca memorie di una vita semplice, a contatto con gli animali e la natura.