Fuga in Egitto: il viaggio della Sacra Famiglia per scampare al re Erode

Fuga in Egitto: il viaggio della Sacra Famiglia per scampare al re Erode

La fuga in Egitto è un episodio dell’infanzia di Gesù. Tra storia e fede ecco il primo viaggio del Salvatore

Non tutti i Vangeli canonici raccontano in modo preciso e puntuale i primi giorni della vita di Gesù. Per esempio abbiamo visto come solo Luca nel suo Vangelo (Lc 2,8-14) si sia soffermato sull’Adorazione dei pastori. In questo articolo parliamo invece della fuga in Egitto, un altro episodio saliente immediatamente successivo alla Natività, che vede come protagonisti la Sacra Famiglia, ma che viene riportato solo dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 2,13-23).

adorazione dei pastori

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La vicenda è nota a tutti: i Re Magi si recarono da Re Erode il Grande, padre di quell’Erode Antipa, futuro Tetrarca di Galilea, che un giorno sarà responsabile dell’esecuzione di Giovanni Battista. Stanno cercando il Re dei Giudei, la cui venuta è stata loro annunciata da una Stella cometa miracolosa. Messo in allarme da quell’annuncio, Erode interroga sacerdoti e scribi per scoprire dove sia nato questo bambino leggendario, e scoprendo che il luogo è Betlemme invia laggiù i Magi per saperne di più.

I tre sapienti si recano alla grotta in cui Gesù Bambino riposa nella mangiatoia, gli offrono oro, incenso e mirra e si prostrano ad adorarlo come un Re. Poi, avvertiti in sogno da un angelo di non tornare da Erode, volgono i propri passi verso casa. Sempre in sogno un angelo appare anche a Giuseppe intimandogli di fuggire in Egitto, perché Erode vuole la morte di Gesù. Così Giuseppe e Maria si rimettono in cammino, portando al sicuro il Salvatore.

La vicenda del viaggio della Sacra Famiglia in Egitto ha comunque un epilogo tragico: Erode, furioso per il tradimento dei Magi e ossessionato dal proposito di uccidere il piccolo Re, scatena i suoi soldati contro tutti i neonati di Betlemme. È l’episodio tristemente noto come la Strage degli innocenti.

Tanto la Fuga in Egitto quanto la Strage degli innocenti hanno ispirato artisti di ogni tempo. Per il primo episodio pensiamo all’affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, o al capolavoro di Caravaggio; per il secondo all’affresco di Domenico Ghirlandaio nella basilica di Santa Maria Novella a Firenze, o alle opere di Guido Reni o del Beato Angelico. Le due vicende sono narrate anche nei racconti della Vita della Vergine e della Vita di Cristo.

Solo dopo la strage degli innocenti e la morte di Erode il Grande Giuseppe e la sua famiglia fecero ritorno a Nazareth. Luca nel suo Vangelo ignora completamente queste vicende, facendo tornare la Sacra Famiglia a Nazareth subito dopo la circoncisione di Gesù e i riti della purificazione di Maria a Gerusalemme, circa un mese dopo la Natività.

Rileggendo la storia della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia e della Strage degli innocenti è inevitabile pensare al dramma dei profughi e dei migranti in fuga dai loro paesi, dei rifugiati e richiedenti asilo che cercano salvezza da guerra e violenze, per ritrovarsi spesso rifiutati, perseguitati, ridotti in schiavitù proprio da chi avrebbe dovuto aiutarli. Eppure Dio è con tutti loro, come lo è stato con Giuseppe e Maria, è vicino a chi soffre e cerca un luogo in cui vivere in pace, con dignità, rimpiangendo la patria lontana, ma custodendo la propria vita e quella dei propri cari come un bene prezioso.

La strage degli innocenti

Come molti episodi delle Sacre Scritture anche la Strage degli innocenti è stata per secoli oggetto di studio e diatribe riguardo la sua veridicità storica. Sappiamo da fonti storiche che Erode fu, come molti dei suoi contemporanei, un re crudele e spietato, che non esitò a trucidare la propria moglie, tre dei suoi figli e altri parenti, temendo volessero usurpare il suo potere. Niente di più facile che abbia ordinato anche il massacro dei bambini di Betlemme, dunque. Ma potrebbe anche essere solo un racconto simbolico per ricollegare la nascita di Gesù a quella di Mosè.

I bambini uccisi nella strage degli innocenti sono ricordati dalla chiesa come martiri e la loro memoria liturgica cade il 28 dicembre, come Festa dei Santi Innocenti (Die sanctorum Ignoscentum). Questa festività rientra nell’Ottava di Natale, i giorni di festa immediatamente successivi al Natale che celebrano la memoria di uomini che furono particolarmente vicini a Cristo, i Comites Christi, il “seguito di Cristo”.