Il tempo di Avvento

Il tempo di Avvento

L’Avvento è uno dei momenti più importanti dell’anno per i cattolici di tutto il mondo. È il periodo in cui ci si prepara alla venuta di Cristo, al rinnovarsi della sua nascita miracolosa, che verrà celebrata a Natale, ma non solo. L’Avvento è anche il periodo liturgico in cui i fedeli ribadiscono la loro speranza, l’attesa della seconda venuta di Gesù, quella che decreterà la fine del mondo come noi lo conosciamo, la fine dei tempi.

La parola Avvento viene infatti dal latino adventus, ‘venuta’, ma anche ‘attesa’. Deriva indirettamente dal greco parousía, o epipháneia, termini con cui, nel linguaggio degli antichi culti, si voleva indicare la discesa della divinità nel tempio per incontrare i propri fedeli, la sua manifestazione sul piano di esistenza degli uomini.

Dunque, celebrando l’Avvento, da un lato ci prepariamo al Natale, alla solennità della prima venuta di Gesù fattosi uomo, sceso tra i mortali e nato in una mangiatoia dal grembo di una fanciulla comune, con un falegname come padre putativo e, nello stesso tempo, esprimiamo la nostra speranza, l’attesa gioiosa della Sua seconda venuta, la cosiddetta parusia, quando Egli scenderà di nuovo tra gli uomini avvolto nella gloria e nella potenza dei Cieli.

Un momento di gioia e speranza, non di penitenza, come la Quaresima che precede la Pasqua, e che tuttavia prevede un’attenzione spirituale quotidiana, la presa di coscienza progressiva dell’evento che sta per giungere.

Origini della celebrazione

Gli autori cristiani, fin dai primi secoli dopo la nascita di Gesù, descrissero la Sua venuta nei loro testi, indicando sia il mistero della Sua incarnazione nel grembo di Maria, nella carne mortale, sia la promessa, celata nel Suo farsi uomo, di quella che sarebbe stata la Sua seconda, definitiva venuta. A differenza degli dei pagani, Gesù decise di disertare i templi eretti dagli uomini, le loro colonne di pietra, e di farsi uomo Lui stesso, di avvolgersi di un tempio di carne e sangue, mortale e suscettibile al dolore, alle privazioni, alla sofferenza.

L’Avvento iniziò a essere onorato in Occidente all’incirca dal VI secolo, sebbene, almeno al principio, esso avesse una valenza più vicina a quella della Quaresima: celebrando la nascita di Gesù in realtà si celebrava la sua Resurrezione. Per questo le settimane dell’Avvento erano caratterizzate, oltre che dalla preghiera, anche da digiuni e penitenze.

Le celebrazioni dell’Avvento

L’Avvento inizia quattro settimane prima di Natale, indicativamente tra il 27 novembre e il 3 dicembre. Nel Rito ambrosiano le settimane sono invece sei. L’avvento ha inizio con i Vespri della prima domenica e si conclude con i Vespri di Natale.inizio avvento vespri Prevede un percorso di preghiera che coinvolge sia i giorni feriali sia le domeniche, ma è soprattutto in queste ultime che si concentra la devozione dei fedeli. Ognuna delle quattro domeniche dell’Avvento è indicata con un nome tradizionale preso dalle prime parole dell’Introito, l’Antifona che introduce alla Messa: Ad te levavi (Prima Domenica, da Ad te levavi animam meam “A te innalzo l’anima mia”, Salmo 24); Populus Sion (Seconda Domenica, da Populus Sion, ecce Dominus veniet ad salvandas gentes “Popolo di Sion, ecco il Signore verrà a salvare i popoli”, Isaia 30,19.30); Gaudete (Terza Domenica, da Gaudete in Domino semper “Rallegratevi nel Signore sempre”, Filippesi 4,4.5); Rorate (Quarta Domenica, da Rorate, coeli desuper, et nubes pluant iustum “Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia”, Isaia 45,8).

Nel corso delle settimane dell’Avvento i sacerdoti indossano paramenti liturgici viola, che nella terza settimana possono essere anche rosa, colore che simboleggia la gioia per l’imminente venuta di Cristo.

La liturgia delle prime tre domeniche, fino al 16 dicembre, è incentrata sull’attesa della parusia, la seconda venuta di Cristo, e prevede la lettura di alcuni brani dal Vangelo di Matteo (Matteo 24, 37-44: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”; Matteo 3,1-12: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”; Matteo 11, 2-11: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”). Nell’ultima domenica dell’Avvento si legge invece di come Gesù si sarebbe incarnato nel seno di Maria e sarebbe nato tra gli uomini (Matteo 1, 18-24), concentrandosi dunque sulla nascita di Gesù a Natale.

Dunque le prime tre settimane si concentrano sulla seconda venuta di Gesù, mentre, man mano che ci si avvicina al Natale, l’attenzione è riportata sul Suo concepimento miracoloso e sulla Sua nascita a Betlemme.

Le celebrazioni dell’Avvento prevedono l’intonazione di Inni, diversi per i vari periodi, e di sette antifone, dette Antifone Maggiori o anche Antifone O, perché tutte iniziano con il vocativo ‘O’: O Sapientia, O Adonai, e così via… Si tratta di sette antifone latine tipiche della Liturgia delle Ore. Esse vengono intonate ai Vespri, prima del Magnificat, durante le ferie maggiori dell’Avvento, dal 17 al 23 dicembre.

Il Gloria non viene più recitato fino alla Messa di Mezzanotte di Natale, dove diventa il vero simbolo del trionfo di Gesù che nasce.

Maria e l’Avvento

I brani evangelici letti nelle prime tre domeniche dell’Avvento fanno riferimento rispettivamente alla venuta del Signore alla fine dei tempi e a Giovanni Battista, mentre quello dell’ultima domenica agli eventi e ai personaggi che porteranno alla nascita di Gesù, prima fra tutti Maria. Non a caso la quarta domenica dell’Avvento è anche considerata tradizionalmente quella in cui quest’ultima fece visita a Santa Elisabetta, già incinta di Giovanni Battista, per darle la buona novella dell’imminente nascita di Gesù. Maria può essere considerata il simbolo stesso dell’Avvento, dell’umanità che, dopo tanto peregrinare, è pronta ad accogliere nuovamente Dio e la Sua promessa, accettandone con piena fede e speranza la volontà.

Maria è nello stesso tempo lo strumento della volontà divina e la portavoce degli uomini, poiché fu per libera scelta, senza forzature, che ella accettò il proprio destino e si mise al servizio del grande e meraviglioso piano di Dio. Il suo modello di umiltà e gioia attraversa i secoli, riscaldando anno dopo anno l’attesa di tutte le attese, del più grande dei misteri: di come una fanciulla, pienamente consapevole, aspettasse un bambino che sarebbe anche stato la salvezza per lei e per l’umanità tutta. Maria, strumento e madre amorevole di Dio, tiene viva la fiamma dell’alleanza, in attesa della nuova venuta di Gesù e del Suo trionfo tra gli uomini meritevoli.

Corona dell’Avvento

Il succedersi delle domeniche dell’Avvento viene celebrata in molte chiese e in molte case anche con l’accensione delle candele della Corona d’Avvento, un cerchio di rami sempreverdi, all’interno del quale sono poste quattro candele che vengono accese una a una per celebrare la vittoria della luce sull’oscurità e la speranza legata alla venuta del Messia.

Ognuna delle candele, infatti, rappresenta rispettivamente: Speranza, Pace, Gioia e Amore. La stessa forma circolare della corona rimanda all’eternità, all’unità del tutto, mentre i sempreverdi simboleggiano la speranza. Si tratta di una tradizione di origine germanica, che risale ai primi dell’Ottocento. Nelle prime corone dell’Avvento c’era una candela per ogni giorno dell’Avvento, mentre oggi, solitamente, ce ne sono quattro, al massimo cinque contando anche la candela che bisogna accendere a Natale.

Ogni candela ha un suo significato simbolico particolare: la prima, detta ‘del Profeta’, fa riferimento alle profezie riguardo la nascita di Gesù; la seconda, detta ‘di Betlemme’ ricorda la città in cui Lui è nato; la terza, detta ‘dei Pastori’, ricorda colori i quali per primi adorarono Gesù; la quarta, detta ‘degli Angeli’, celebra i messaggeri che portarono nel mondo la notizia della nascita miracolosa.

L’Avvento per i bambini

Anche per i bambini l’Avvento è un momento importante e dovrebbe essere una buona occasione per far comprendere loro il significato più profondo e spirituale del Natale.

Troppo spesso, infatti, nel mondo moderno questa festa così preziosa e sacra viene depauperata del suo effettivo valore, a favore di una dimensione più pagana e consumistica. I bambini dovrebbe comprendere che l’attesa non è solo quella dei regali di Natale, ma soprattutto quella della nascita di Gesù Bambino, venuto sulla Terra per noi tutti. Domenica dopo domenica si può rendere divertente e appassionante il percorso dell’Avvento, rappresentando con disegni e scenette i vari episodi del Vangelo, il messaggio che essi custodiscono.

Naturalmente va bene regalare ai piccoli un calendario dell’Avvento, con piccoli regali e cioccolatini da scoprire ogni giorno, ma si dovrebbe stare loro accanto mentre imparano a conoscere i momenti speciali che avvicinano a un evento così importante. Portare a casa una Corona dell’Avvento e far accendere ai bambini la candela ogni domenica potrebbe essere un altro modo per farli sentire coinvolti e consapevoli della grande festa che si sta allestendo, e di ciò che essa comporta per tutti gli uomini.