I Re Magi esercitano da sempre un grande fascino, sebbene di loro non si sappia nulla di certo. Oggi vogliamo raccontarvi di un personaggio di cui si sa ancora meno: il quarto Re Magio.
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Prima di raccontarvi chi fosse il quarto Re Magio, è bene ricordare chi fossero i tre Re Magi ‘canonici’. Si dice che fossero Sapienti, giunti da Babilonia, o sacerdoti di Zoroastro. Alcune leggende li vogliono Re venuti da terre lontane, Arabia, India, perfino Cina. E tuttavia non vi è alcuna informazione certa sul fatto che essi fossero davvero sovrani. Giunsero seguendo una stella cometa, e dunque è presumibile che fossero astronomi, o comunque edotti nella scienza del cielo.
Dei Re Magi si è detto e scritto tutto e il contrario di tutto. Anche noi abbiamo dedicato loro un articolo molto esauriente.
Chi erano i Re magi e i loro nomi
Tutti conosciamo i Re Magi come i tre uomini che affrontarono un lungo viaggio inseguendo una stella con l’unico scopo di rendere…
Non si può parlare del Natale senza menzionarli. Sono protagonisti del Presepe, in un certo senso segnano il coronamento della venuta di Gesù Bambino, perché il loro arrivo davanti alla capanna, con i famosi doni, celebra il riconoscimento di Gesù non solo da parte di umili pastori, ma anche agli occhi del mondo degli uomini di sapere. La loro venuta coincide con la fine delle Feste, l’Epifania, e con l’inizio di una storia molto più vasta e importante.
Perché si Festeggia l’Epifania
La Befana è un personaggio del folklore italiano, e non solo, molto caro ai bambini e atteso con trepidazione ogni anno. Nella notte tra il 5 e il 6…
Oggi vi vogliamo raccontare una storia ancora diversa, parlarvi di un personaggio quasi mai menzionato, giusto per infittire ancora di più un mistero antico duemila anni. Eppure il quarto Re Magio è presente nella tradizione cristiana da molto tempo, sebbene non sia stato menzionato in nessun Vangelo. Molte leggende raccontano di questo quarto Re Magio, che non giunse mai a Betlemme, non incontrò mai Gesù, perché non arrivò in tempo all’appuntamento con i suoi compagni e si perse lungo la strada. Si dice che la sua ricerca vana sia continuata per sempre, che per tutta la vita lui abbia continuato a vagare alla ricerca di quel Bambino unico e speciale.
Ma facciamo un passo indietro.
Tre o quattro Re Magi?
Tra tutti gli evangelisti solo San Matteo menzionò i Re Magi nel suo Vangelo: Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo.” (Matteo 2,1-2)
In effetti nemmeno lui si espresse su quanti fossero i Re Magi, da nessuna parte è attestato che essi fossero soltanto tre. Solo le leggende successive ne hanno individuati tre, e hanno anche dato loro dei nomi, sebbene essi cambino di tradizione in tradizione: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
È presumibile che il numero dei Magi sia stato definito dalla volontà di codificare questi personaggi in base al loro valore simbolico. Il numero 3 ricorre spesso nelle Sacre scritture e come altri numeri è investito di un significato preciso. Come il numero 1 simboleggia per esempio l’unicità di Dio, il numero 7 la totalità e la completezza, il numero 12 la pienezza umana, così il numero 3 rimanda alla Santissima Trinità, e non solo. Come il numero 7 o il numero 10 anche il numero 3 è simbolo di perfezione e completezza. Tre furono i viandanti a visitare la tenda di Abramo. Tre sono i giorni che intercorrono tra la morte e la resurrezione di Gesù, e in questa accezione il numero 3 diviene simbolo di nuova vita, di una completezza intesa in un senso ancora più elevato.
Il quarto Magio, secondo le leggende, si sarebbe chiamato Artaban. Proveniva dalla Persia e come gli altri tre Magi scorse la Stella cometa nel Cielo e riconobbe in essa il segno di un grande prodigio.
I doni dei Magi
Tornando ai nostri Re Magi, sappiamo che offrirono al Bambino tre doni: oro, incenso e mirra. Anche per quanto concerne i doni la scelta non è dettata dal caso. L’oro era uno dei metalli più preziosi, esclusivo appannaggio dei Re, e con esso il Magio Melchiorre riconosceva la regalità di Gesù.
Oro incenso e mirra: perché questi doni a Gesù Bambino
L’incenso, offerto da Gaspare, il più giovane del Re Magi, è una resina ricavata dalla corteccia delle piante della famiglia delle Burseraceae…
Per quanto riguarda il dono di Gaspare, era abitudine comune utilizzare essenze e incensi per onorare gli dei, quindi l’incenso che lui offre a Gesù è un modo per affermarne la natura divina.
Infine Baldassarre portava la mirra, utilizzata per produrre un unguento prezioso usato a scopo estetico, ma anche per il culto dei morti. Essa rappresenta l’investitura di Gesù a Re e Dio, e in un certo senso la Sua eternità, poiché lo stesso unguento che gli viene donato alla nascita sarà quello con cui verrà composto il Suo corpo deposto dalla Croce.
E il quarto Re Magio che dono avrebbe portato?
Il quarto Re Magio, Artaban, portava con sé tre perle da donare a Gesù, grandi come uova di piccione e bianche come la luna, oppure, secondo altre tradizioni, una perla, uno zaffiro e un rubino.
Ma cosa accadde? Artaban non riuscì a incontrarsi con gli altri Re Magi all’orario stabilito per la partenza, così si mise in viaggio da solo per trovare Gesù. Ma lungo il cammino incontro molte persone povere e in difficoltà, e a loro fece dono del prezioso tesoro che avrebbe dovuto portare al Re dei Re.
Una perla la donò a un vecchio moribondo, dopo averlo assistito e curato.
Una perla la usò per riscattare una giovane donna resa schiava.
Una perla la uso per salvare un bambino che stava per essere ucciso da un soldato di Re Erode.
Il quarto Re Magio: Artaban
Uno degli autori che ha dedicato la propria attenzione alla storia di Artaban è Henry Van Dyke pastore della Chiesa presbiteriana, che nel 1896 scrisse il libro Artaban, il quarto Re.
In questo libro racconta la storia del quarto Re Magio e delle sue perle, accompagnandolo nel suo lungo e inesausto viaggio alla ricerca di Gesù.
Per tutta la vita Artaban continuò a viaggiare, raccogliendo indizi, cercando informazioni su quel Bambino a cui avrebbe voluto rendere omaggio, guidato da una stella.
Alla fine, dopo trentatré anni, Artaban ormai vecchio e sfinito dal suo peregrinare, giunse a Gerusalemme. Era il periodo di Pasqua, e la città era attraversata da un particolare fermento, perché un uomo, Gesù di Nazareth, stava per essere giustiziato per essersi proclamato Figlio di Dio. Così, quando ormai credeva di aver fallito, di aver dedicato tutta la propria vita ad inseguire un sogno irraggiungibile, Artaban si trovò davanti il Bambino che ha tanto cercato, e nel momento più alto e drammatico della Sua missione nel mondo.
Artaban, in punto di morte, dialoga così con una voce dolcissima che gli si rivolge nei suoi ultimi momenti:
Artaban: “Ah, Maestro, ti ho tanto cercato. Dimenticami. Una volta avevo preziosi regali da offrirti. Adesso non ho più nulla.”
Gesù: “Artaban, tu mi hai già dato i tuoi doni.”
Artaban: “Non capisco, mio Signore.”
Gesù: “Quando ero affamato, mi hai dato da mangiare, quando avevo sete, mi hai dato da bere, quando ero nudo, mi hai vestito. Quando era senza un tetto, mi hai preso con te.”
Artaban: “Non è così, mio Salvatore. Non ti ho mai visto affamato, e neanche assetato. Non ti ho mai vestito. Non ti ho mai portato nella mia casa. Per trentatré anni ti ho cercato, ma non ho mai visto il tuo volto
e non ti ho mai aiutato, mio Re. Non ti ho mai visto fino ad oggi.”
Gesù: “Quando hai fatto queste cose per l’ultimo, per il più piccolo dei miei fratelli – tu le hai fatte per me.”
È chiaro il riferimento a Matteo 25,35-40: 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Così finisce il viaggio di Artaban, il quarto Re Magio, che non giunse mai a Betlemme, ma che dimostrò per tutta la vita una generosità tale da rendere Gesù fiero di lui.
Altre tradizioni su Artaban lo vedono ramingo per il mondo, tormentato dalla vergogna per non aver saputo mantenere i doni per Gesù, ma anche in queste versioni alternative la voce di quest’ultimo prima o poi gli giunge in sogno per tranquillizzarlo e ringraziarlo per tutto il bene che ha saputo fare.
Il significato della sua storia non cambia: ogni gesto di generosità compiuto nei confronti di chi è povero, infelice, disperato è un gesto d’amore nei confronti di Gesù. Artaban, il quarto Re Magio, è un modello per tutti noi, e non solo a Natale.