Quando si chiude il Giubileo 2025: date e chiusura delle Porte Sante

Quando si chiude il Giubileo 2025: date e chiusura delle Porte Sante

Mentre Natale si avvicina è tempo di chiedersi quando si chiude il Giubileo del 2025. Una riflessione sull’Anno Santo che sta per chiudersi e le date di chiusura delle Porte Sante

Un altro anno volge al termine, un anno Santo, che ha visto innumerevoli pellegrini mettersi in cammino, intraprendere viaggi anche lunghissimi per poter partecipare a questo evento di Fede e comunione. E ora? Quanto tempo rimane prima che tutto torni alla normalità? E come avverrà? Il Giubileo 2025 non finirà all’improvviso. Il Giubileo 2025 non finirà di colpo. Si spegnerà piano, senza rumore. Iniziato nella notte di Natale del 2024, continuerà a essere celebrato fino agli ultimi giorni del 2025, e oltre. È per questo che molti si stanno chiedendo, ora: c’è ancora tempo? Quando si chiude il Giubileo del 2025? E fino a quando è possibile attraversare le Porte Sante?

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Per le Porte Sante delle principali Basiliche di Roma, la conclusione è fissata al 28 dicembre 2025. Da quel giorno, le porte verranno richiuse. Le Basiliche resteranno ovviamente visitabili, ma non sarà più possibile per i pellegrini ottenere l’indulgenza plenaria. Fa eccezione la Basilica di San Pietro, la cui Porta Santa resterà aperta fino al 6 gennaio 2026, giorno dell’Epifania.

Queste date non sono casuali. Il 28 dicembre si celebra infatti la memoria dei Santi Innocenti, il giorno in cui la Chiesa ricorda una violenza antica e senza difesa: quella perpetrata da Re Erode contro i bambini di Betlemme, uccisi nel vano tentativo di eliminare il piccolo Gesù. Questi piccoli, strappati all’abbraccio delle madri e trucidati senza saperne il motivo, sono stati riconosciuti come primi martiri del Cristianesimo. L’Epifania, invece, è la festa della rivelazione di Gesù, della Sua consacrazione ad opera dei Magi, che lo riconoscono come Re dei Re e figlio di Dio. Non a caso, dunque, si è stabilito di chiudere il tempo del Giubileo tra queste due commemorazioni: il ricordo di una ferita indelebile e dolorosissima e la manifestazione di luce e salvezza, che senza quel sacrificio non sarebbe stata possibile.

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Mentre gli ultimi giorni del Giubileo 2025 scorrono via come grani di un Rosario, ci preme ricordare che attraversare una Porta Santa non è mai stato un gesto neutro. È un passaggio che concentra secoli di attese, di ritorni, di promesse fatte sottovoce. Sapere che quelle porte stanno per richiudersi cambia il peso del cammino, rende più preziosi questi ultimi giorni. Non per urgenza, ma per consapevolezza. Non perché si ha fretta, ma perché si guarda meglio dove si mette il piede.

Le ultime celebrazioni del Giubileo 2025

Gli ultimi mesi di un Giubileo hanno sempre un tono diverso. Non c’è l’entusiasmo dell’inizio, ma qualcosa di più raccolto, più denso di significato. I Giubilei ordinari tornano ogni venticinque anni: per molti, questo è l’unico vissuto in un’età in cui si capisce davvero cosa significa varcare una soglia.

Tra le celebrazioni finali del Giubileo 2025, una resta impressa più delle altre. Il 14 dicembre 2025 è previsto il Giubileo dei Detenuti. In quel giorno, anche all’interno del carcere di Rebibbia, una Porta Santa verrà attraversata.

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Non è un gesto simbolico nel senso debole del termine. È un’affermazione precisa: il Giubileo non resta fuori dai luoghi chiusi, non si ferma davanti alle sbarre. Entra dove il tempo sembra immobile e concede lo stesso passaggio, lo stesso varco, la stessa possibilità di attraversare.

Poi arriverà il Natale del 2025, esattamente un anno dopo l’apertura della prima Porta Santa. Piazza San Pietro sarà illuminata come ogni Natale, ma quel giorno porterà con sé anche un ricordo preciso: l’inizio dell’Anno Santo, la notte in cui Papa Francesco si è chinato per aprire una porta rimasta murata per venticinque anni. Un gesto semplice, eppure destinato a restare, soprattutto perché uno degli ultimi compiuti dall’amatissimo Pontefice.

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La chiusura delle Porte Sante

A quel punto la domanda diventa inevitabile: quando si chiude la Porta del Giubileo 2025?
Come abbiamo scritto in apertura, per tre delle quattro basiliche papali la risposta è il 28 dicembre: parliamo di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Sarà una domenica particolare, l’ultima in cui sarà possibile attraversare quelle soglie, sapendo che il prossimo varco si aprirà solo tra altri venticinque anni.

La chiusura delle Porte Sante non è un atto formale. È un rito. C’è un ultimo attraversamento, poi i mattoni vengono posati, la malta stesa, e il silenzio torna a occupare lo spazio. La stessa porta che per un anno ha accolto milioni di passi viene richiusa, ma non è un atto che vuole cancellare ciò che è stato, piuttosto custodirlo, come se quel passaggio di piedi e preghiere e speranze sia ormai diventato parte integrante dell’edificio e di tutto ciò che simboleggia.

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Con la chiusura delle Porte Sante di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura si conclude anche l’Anno Santo nelle diocesi di tutto il mondo. Il 28 dicembre 2025 segna la fine del Giubileo universale. Roma, però, trattiene ancora un’ultima soglia aperta, la più importante, la prima ad essere stata aperta. Quando si chiude il Giubileo 2025 a San Pietro? La data è il 6 gennaio 2026, giorno dell’Epifania. Sarà l’ultimo passaggio, l’ultima volta in cui quella porta verrà attraversata prima di essere sigillata. Ci saranno pellegrini arrivati da lontano e altri che hanno aspettato fino all’ultimo. Qualcuno passerà in silenzio, qualcuno si fermerà un istante in più. Poi la porta si chiuderà.

Le Porte Sante hanno una storia che attraversa i secoli. La tradizione risale al 1500, quando Papa Alessandro VI inaugurò per la prima volta questo rito. Da allora, ogni Giubileo ripete lo stesso ciclo: la porta viene aperta, attraversata, poi nuovamente murata. È un tempo che si apre e si richiude, come accade alle stagioni.

Durante il Giubileo 2025 le Porte Sante sono state quelle delle basiliche papali di Roma, a cui si è aggiunta quella particolare aperta nel carcere di Rebibbia. Ognuna diversa, per storia e atmosfera. Chi le ha attraversate tutte racconta esperienze differenti, non sovrapponibili.

San Giovanni in Laterano, madre di tutte le chiese, parla di origine e autorità. Santa Maria Maggiore, con i suoi mosaici e la memoria della nascita, ha un tono più raccolto. San Paolo fuori le Mura, lungo la via Ostiense, invita a una meditazione più silenziosa. San Pietro, infine, resta il cuore visibile della cristianità, dove la Porta Santa assume un valore che va oltre Roma e oltre il Giubileo stesso.

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Cosa succede dopo la fine del Giubileo

“Il Giubileo, quando finisce?” È una domanda che ne contiene subito un’altra. Cosa resta, quando le Porte si chiudono?

Dopo il 6 gennaio 2026, quando anche l’ultima Porta Santa verrà sigillata, il Giubileo non continuerà nei riti, ma nelle persone. In chi ha attraversato quelle soglie qualcosa sarà cambiato, anche solo di poco: un pensiero acquietato, rimesso in ordine, un peso lasciato andare, un nome pronunciato in silenzio, posto come un sigillo sul cuore. Non sempre si tratterà di cambiamenti vistosi. A volte saranno minimi, ma dureranno, nel tempo.

Il motto del Giubileo 2025Pellegrini di speranza, non si esaurisce con la chiusura delle porte. Non perché debba “continuare”, ma perché non si lascerà dimenticare così facilmente. La speranza non appartiene solo ai giorni solenni. Si infila in quelli feriali, nelle decisioni prese senza pubblico, nelle difficoltà che tornano uguali a prima. E solo il cielo sa quanto abbiamo bisogno di quella speranza, in questo mondo!

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Resteranno anche segni molto concreti. Roma ha cambiato volto per accogliere i pellegrini: spazi riaperti, percorsi più accessibili, zone finalmente restituite alle persone. Piazza Pia, l’area intorno al Vaticano, i camminamenti resi più sicuri. Tutto questo non scomparirà con la fine del Giubileo. Rimarrà nella vita quotidiana della città, come un’eredità silenziosa.

Ma il segno più profondo non è urbano. È l’idea stessa del mettersi in cammino. Il pellegrinaggio non finisce perché una Porta Santa si chiude. Non ha bisogno di date precise. Ogni giorno può diventare una soglia, ogni scelta un attraversamento.

Le Basiliche torneranno alla loro vita ordinaria. Le porte murate resteranno lì, visibili, come una traccia. Chi entrerà potrà riconoscerle subito: quel profilo chiuso racconta che, per un tempo limitato, lì è passata la preghiera di milioni di persone.
E poi c’è l’attesa. Perché ogni Giubileo, quando finisce, lascia dietro di sé anche questo: l’idea che il tempo si riaprirà. Il 2050 sembra lontano, quasi astratto. Eppure arriverà. Alcuni di noi ci saranno, altri no. Le porte, però, torneranno ad aprirsi. Il gesto si ripeterà. Le storie saranno nuove.

A chi sta pensando di recarsi a Roma in queste ultime settimane, a chi si chiede se abbia senso partire ora che il Giubileo sta finendo, la risposta non è un incoraggiamento. È una constatazione: proprio perché il tempo è poco, ogni passo pesa di più. Non servono itinerari perfetti. Non serve “fare tutto”. Basta arrivare, attraversare una sola Porta, o anche nessuna. Restare un giorno, o fermarsi di più. Quello che conta è il modo in cui si entra, non quanto si resta.

Il Giubileo 2025 sta per chiudere le sue porte. Il resto non si può sigillare. Quando il 6 gennaio 2026 anche l’ultima Porta Santa verrà richiusa, non sarà una fine. Sarà una pausa, un tempo trattenuto. In attesa di una nuova occasione.

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