Si dice sia il lenzuolo che ha avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione. Tra fede e scienza, la Sacra Sindone divide e affascina gli uomini di ogni tempo col suo mistero immortale
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Tra i simboli della Passione di Cristo la Sacra Sindone è uno dei più emblematici e misteriosi. Anche se sembra fuori luogo parlare di misteri quando si parla della Morte di Gesù, si tratta del più grande mistero della storia dell’umanità. Di certo tra le reliquie tramandate da questo evento senza pari, la Sindone è una di quelle intorno a cui sono nati più miti e leggende, culti antichi e devozioni moderne.
Ma che cos’è la Santa Sindone, è perché è così importante per la storia della cristianità?
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Si tratterebbe del lenzuolo funebre di Gesù, il telo di lino in cui è stato avvolto il Suo corpo al momento della deposizione dalla Croce. Su questo antico lenzuolo a spina di pesce, che misura circa m. 4,41 x 1,13, è in effetti rimasta impressa la figura di un uomo a grandezza naturale, con segni di ferite e mutilazioni riconducibili a quelle inferte a Gesù negli ultimi tragici momenti della Sua vita, fino alla Crocefissione. L’immagine è doppia, fronte e retro, unita all’altezza del capo.
Nei Vangeli si fa cenno a questo lenzuolo. Matteo, Marco e Luca parlano apertamente di un lenzuolo (sindòn), con il quale Giuseppe di Arimatea avrebbe avvolto il corpo di Gesù prima di calarlo nella tomba, com’era costume funebre per gli ebrei del tempo. Infatti ai defunti venivano chiusi gli occhi, si legava il mento con un drappo annodato alla sommità del capo per tenere la bocca chiusa, poi il corpo veniva lavato, unto con oli profumati e rivestito con abiti di lino, o avvolto in un lenzuolo di lino, prima della sepoltura.
Esistono altre reliquie e oggetti sacri riconducibili alla Sindone o che mostrano tratti in comune con essa, come il Sudario conservato nella cattedrale di Oviedo, in Spagna, macchiato da quello che potrebbe essere il sangue di Cristo. Si pensa potrebbe essere il lenzuolo messo sotto la Sua testa al momento della deposizione; il Mandylion di Edessa, un fazzoletto di cui si sono perse le tracce che portava impresso il volto di Gesù; il velo della Veronica, la donna che asciugò il volto di Cristo mentre Egli saliva al Calvario, come raccontato in una delle stazioni della Via Crucis.
In molti si recano a visitare la Sacra Sindone a Torino, nelle occasioni in cui essa viene esposta alla venerazione pubblica. Le occasioni in cui avviene l’esposizione della Sacra Sindone sono note come ostensioni, dal latino ostendere, “mostrare”. Ma oltre a chi si reca in visita alla Sacra Sindone per questioni di fede, essa è da secoli oggetto di studi e analisi scientifiche da parte di studiosi di tutto il mondo e rimane uno degli oggetti sacri più dibattuti di sempre.
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Dove si trova la Sacra Sindone
La Sacra Sindone si trova nel Duomo di Torino, in Piazza San Giovanni, nell’ultima cappella della navata sinistra, sotto la Tribuna Reale. È contenuta in una speciale teca per la conservazione, chiusa a sua volta in una cassa metallica, e dunque non può essere vista se non in occasione delle già citate ostensioni pubbliche. Si può tuttavia visitare la cappella e raccogliersi in preghiera nei banchi posizionati di fronte alla cassa che contiene la preziosa reliquia.
La storia della Sacra Sindone
La prima testimonianza storica riguardo la Sacra Sindone risale al 1353. Si racconta che un cavaliere di nome Goffredo di Charny la portò dalla Terra Santa nella cittadina di Lirey dove viveva, e dove fece costruire una chiesa per custodirla. Già qui venivano fatte le prime ostensioni, per la devozione dei fedeli. Una sua discendente lo vendette poi ai duchi di Savoia che lo portarono nella loro capitale Chambéry in una cappella costruita appositamente.
Ma la storia del sacro lenzuolo è in un certo senso impressa nelle stesse fibre di cui è composto. Infatti tra di esse sono state trovate tracce di pollini di piante tipiche della Palestina, e la datazione del tessuto avrebbe permesso di farlo risalire al I secolo d.C. Custodito fino al 1532 nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire, a Chambery, mostra le bruciature causate dall’incendio che vi divampò e quasi lo distrusse. In particolare, si notano le tracce di argento fuso cadute dal reliquiario che lo conteneva.
Il duca Carlo III di Savoia portò via il lenzuolo da Chambéry e dopo vari spostamenti la preziosa reliquia venne portata a Torino nel 1563, dove venne sistemata prima nella Cappella della Sacra Sindone, situata tra il Duomo e il Palazzo reale, poi nella Cattedrale di Torino, nella cappella dove tuttora si trova.
Nel 2002 un intervento di restauro conservativo rimosse i teli di sostegno applicati dopo l’incendio di Chambery e le parti di tessuto bruciate, oltre a ripulire il lenzuolo.
Datazione della Sacra Sindone
Vista l’importanza simbolica della Sacra Sindone la sua autenticità è stata messa in dubbio fin dai tempi di Goffredo, colui che la portò dalla terra Santa in Europa. Dopo innumerevoli indagini fotografiche, spettrometrie, indagini chimiche sulle macchie di sangue e studi effettuati sempre alla presenza di testimoni e notai, nel 1988 un campione di tessuto della Sindone venne sottoposta a un sofisticato esame con la tecnica radiometrica del carbonio 14, eseguito da tre laboratori: Tucson, Oxford e Zurigo. Questo esame permise di datare il lenzuolo a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390, l’epoca in cui esso venne portato in Europa. Chi considera autentica la Sindone rifiuta questo risultato, rivendicando per essa origini più antiche e riconducibili alla storia di Gesù come noi la conosciamo.
Anche le analisi storiche archeologiche indicherebbero una data posteriore per il lenzuolo di Torino, perché i lenzuoli funebri usati nel I secolo nella cultura ebraica erano diverse per tessuto, tessitura e per il modo in cui veniva avvolto il corpo.
In tempi più recenti tuttavia sono state effettuate ulteriori misurazioni con una nuova tecnica di datazione chiamata Dispersione dei Raggi X a Grandi Angoli (WAXS) che ribalterebbe tutte le teorie accreditate finora: la Sacra Sindone potrebbe davvero risalire all’epoca della morte di Cristo. Lo dimostrerebbe l’invecchiamento della cellulosa del lino che secondo Liberato De Caro, fisico e ricercatore esperto della Sindone dell’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari, situerebbe la datazione della Sindone intorno a 2000 anni fa.
Di fatto il mistero della Sindone non ha ancora finito di affascinare e dividere il mondo scientifico e l’umanità intera.