La corona di spine di Gesù è uno dei simboli più emblematici della Passione. Scopriamo perché e che fine ha fatto nel corso dei millenni
Anticamente, quando un soldato romano compiva azioni di grande coraggio, tali da rendere un grande servizio a Roma e ai suoi abitanti, veniva insignito della corona civica o corona di quercia, destinata solo a chi avesse salvato la vita a un cittadino romano. Riceverla era un grande privilegio, e chi la indossava era coperto di onori. Questa corona era formata da un serto di quercia, e non possiamo fare a meno di pensare che fosse proprio a questa insegna onorifica che pensavano i soldati romani, quando posero sul capo di Gesù la corona di spine.
L’episodio, raccontato nei Vangeli di Matteo (27:29), Marco (15:17) e Giovanni (19:2), è il momento della Passione di Cristo successivo alla Flagellazione, quando i soldati romani, in procinto di portare Gesù al luogo del suo supplizio, vollero schernirlo adorandolo come Re dei Giudei. Per farlo, lo incoronarono con una corona di spine, gli posero una canna in mano a mo’ di scettro regale, e poi si inchinarono davanti a lui sbeffeggiandolo e salutandolo: “Salve, o re dei Giudei!” (Matteo 27:29; Giovanni 19:2-5). Un supplizio più umiliante che doloroso, nell’immenso carosello di sofferenza che è la Passione, in cui un simbolo di dignità e maestà come la corona è stato trasformato in uno strumento di denigrazione e violenza inaudite.
Il significato della corona di spine
Abbiamo visto cosa significava per i soldati romani la corona di spine di Gesù. Per i cristiani, invece, la coronazione di spine diventa simbolo dell’effettiva regalità di Gesù: anche nel dolore, nel patimento inflitto da coloro i quali è stato mandato a salvare, Egli si dimostra Re e Messia, Servo di Dio (Isaia 53) prostrato dai dolori per volontà dell’Altissimo, e che “ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori”, ma anche Re dei re e Signore dei signori, pronto a tornare dal cielo cavalcando un cavallo bianco, per giudicare e combattere con giustizia, con occhi come una fiamma di fuoco, avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio (Apocalisse 19).
Gesù, Re d’amore, Re di dolore, Re di sacrificio. Nella Sua umiltà sceglie consapevolmente gli indicibili dolori della Passione, l’umiliazione dello scherno e dell’irrisione crudele dei soldati e della folla, lo strazio della flagellazione, l’estremo dileggio dell’incoronazione di spine, l’agonia della crocifissione. Eppure, contemplando Gesù sulla croce, noi vediamo sì un uomo spezzato, vinto, battuto, ma che proprio nell’istante della sua caduta si eleva al di sopra di tutto e tutti e trionfa, come Re, e vince sui suoi oppressori, soggioga la morte, sbaraglia l’oscurità, sconfigge il peccato, ancora per amore e in nome dell’amore.
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Questo è il significato della corona di spine di Gesù, simbolo di un’umiltà e una sconfitta che diventano trionfo e grandezza regale, di una sofferenza vittoriosa che è messaggio di vita e speranza e salvezza per tutti.
La corona di spine custodita a Notre Dame
Tra i tanti e inestimabili tesori custoditi nella Sainte-Chapelle, la chiesa fatta costruire da Luigi IX di Francia come cappella palatina del palazzo reale, si contavano molte e preziose reliquie della Passione. Oltre a un frammento della Vera Croce di Gesù, alla spugna con cui Cristo è stato dissetato con l’aceto e al Mandylion, un velo che porta impresso quello che si dice essere stato il Suo volto, il pezzo più prezioso è certamente la Corona di spine, avuta dal Re francese dall’Imperatore di Costantinopoli come pegno per un prestito e portata a Parigi nel 1239. Dopo che la Chapelle è stata sconsacrata, le reliquie sono state trasferite nella Cattedrale di Notre-Dame.
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La corona di spine di Notre-Dame è costituita da un cerchio intrecciato tenuto insieme da un filo dorato con 70 spine attaccate. Viene esposta alla venerazione dei fedeli ogni primo venerdì del mese. Nel mondo ci sono molte spine considerate provenienti dalla corona di Gesù, ne sono state catalogate circa 700, ma molte di queste Sacre Spine sono reliquie ‘da contatto’, nel senso che non erano parte della corona, ma sono state appoggiate su di essa nel corso dei secoli. Anche in Italia molte chiese rivendicano il possesso di una Sacra Spina, oggetto di devozione popolare e di un culto fervido. Pensiamo alla Sacra Spina di Andria, alla Sacra Spina di San Giovanni Bianco o a quella di San Gaetano a Barletta.