Il giardino dell’Eden nella Genesi

Il giardino dell’Eden nella Genesi

Il giardino dell’Eden rappresenta il primo, immenso dono che Dio fece all’uomo e alla donna. Perduto in seguito al Peccato originale, rimane un luogo emblematico, simbolo di innocenza ritrovata e di speranza inesausta. Scopriamo di più a riguardo.

Abbiamo già avuto modo di parlare del Giardino dell’Eden in un precedente articolo dedicato alla storia di Adamo ed Eva. Infatti è nel Giardino dell’Eden, chiamato anche Paradiso terrestre, che Dio creò il primo uomo e la prima donna, i progenitori di tutta l’umanità. A loro l’Onnipotente fece dono di quel luogo meraviglioso e di tutti gli animali e le piante che lo popolavano, perché godessero dei loro frutti e vivessero in assoluta felicità.

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L’assoluta felicità… Questa è una delle caratteristiche del Giardino dell’Eden: un luogo di pace, armonia, dove tutte le razze di animali convivono pacificamente, dove nessun fiore è velenoso. La sofferenza ne è bandita, e così la fatica, la malattia, il dolore. La morte non può entrare nel Giardino dell’Eden, nel quale fiorisce dà frutto, tra gli altri, l’albero della vita, a cui abbiamo dedicato un ulteriore articolo. Dio ha posto questo albero miracoloso proprio in mezzo al giardino dell’Eden, accanto all’albero della conoscenza del bene e del male, e Adamo ed Eva possono mangiarne i frutti a sazietà. In questo modo essi sono immortali, immuni allo scorrere del tempo, alla vecchiaia, alle malattie, alla morte.

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Ma qual è l’origine del giardino dell’Eden? Esso corrisponde a un luogo geografico reale? E, se sì, dove era situato?

Intanto analizziamo i termini. La parola ebraica “pardés”, la cui radice ci rimanda a ‘paradiso‘, significa ‘giardino‘. Il termine composto “Gan ‘Eden”, ‘giardino delle Delizie’ (Genesi 2,8-14), veniva usato per definire sia il paradiso terrestre, sia quello celeste. La parola “Eden” viene invece dal sumero, e significa ‘steppa, pianura’. Alcuni studiosi hanno congetturato che Dio abbia scelto una zona occupata da vegetazione steppica per farvi sorgere il Suo Paradiso, il suo giardino delle delizie. Un’altra teoria collega il giardino dell’Eden con una località più volte citata nella Bibbia chiamata Eden, o Edin. Si trattava di una regione sotto il dominio degli Assiri, posta nel medio Eufrate, citata anche in molte fonti sumere.

Quando pensiamo al Paradiso terrestre non dobbiamo immaginare un luogo incolto e selvaggio. Infatti nell’antichità i giardini erano luoghi recintati e nei quali la vegetazione era regolata in modo razionale. Quindi anche la scelta di creare un giardino e dare vita al suo interno al primo uomo rientrerebbe nel piano preciso di Dio.

Ma dove si trovava il Giardino dell’Eden?

Per quanto riguarda l’ubicazione del giardino dell’Eden, nella Genesi leggiamo: “E l’Eterno Iddio piantò un giardino in Eden, in oriente, e quivi pose l’uomo che aveva formato… E un fiume usciva d’Eden per adacquare il giardino, e di la si spartiva in quattro bracci. Il nome del primo è Pishon, ed è quello che circonda tutto il paese di Havila, dov’è l’oro; e l’oro di quel paese è buono; quivi si trovan pure il bdellio e l’onice. Il nome del secondo fiume è Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese di Cush. Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è quello che scorre a oriente dell’Assiria. E il quarto fiume è l’Eufrate.” (Genesi 2, 8-14).

Questa descrizione, apparentemente molto precisa, in realtà contiene riferimenti che sono quasi sicuramente più simbolici, che non geografici. Viene da pensare, a un primo esame, che il giardino dell’Eden fosse situato in una valle fluviale, da qualche parte a oriente, forse in Mesopotamia, almeno secondo la maggior parte degli studiosi. In effetti la regione, attraversata dai fiumi Tigri e Eufrate, e che occupava il territorio dove ora si estendono Iraq, Siria, Turchia e Iran, aveva una vegetazione a tratti molto rigogliosa, grazie alle inondazioni dei due fiumi, tanto da meritare il nome di mezzaluna fertile, a tratti tipica delle steppe, il che ci ricollega alla già citata parola ‘Eden’.

Altri studiosi pongono il Paradiso terrestre più a nord, partendo dal presupposto che se da esso uscivano quattro corsi d’acqua, la loro sorgente doveva essere post più a nord rispetto al corso del Tigri e dell’Eufrate. Indicativamente possiamo pensare alla parte settentrionale dell’Armenia.

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Il professor David Rohl, un famoso archeologo inglese, dopo anni di studi, scavi e ricerche, ha affermato che Giardino dell’Eden era situato in una valle vicina all’odierna Tabriz, nel nord dell’Iran, sull’altopiano a ovest del lago di Urmia. Lo stesso studioso, autore di un libro dal titolo esplicativo ”La Genesi aveva ragione”, sostiene che quanto viene raccontato nella Genesi è molto attendibile dal punto di vista storico e geografico. Dunque anche per Rohl il giardino dell’Eden sorgeva nell’antica Armenia, attorno ai bacini del lago Van e del lago Urmia, nella stessa regione dove si eleva il monte Ararat, sul quale l’arca di Noè si andò a fermare alla fine del Diluvio universale. L’arca sarebbe ancora visibile, in cima al monte, nelle giornate limpide…

Ancora, c’è chi pensa che il giardino l’Eden si trovasse nella Terra Santa, la terra di Israele. Secondo questa teoria, il fiume che scorreva nel Paradiso terrestre, per poi dividersi una volta uscito dal medesimo, sarebbe stato il Giordano. Ad avvalorare questa ipotesi c’è il fatto che senza dubbio, in quei tempi lontani, il corso del fiume era molto più lungo. In particolare, il Giardino poteva trovarsi a nord della Galilea, ai confini con la Samaria, a sud del lago di Tiberiade. Questa zona era in passato così importante dal punto di vista strategico e talmente fertile, grazie alle acque del Giordano e del fiume Harod, che gli antichi saggi ebrei solevano dire: “”Se il Giardino dell’Eden è nella terra d’Israele, allora il suo cancello è Beth-Shean“, riferendosi all’antica città che sorgeva in quella regione.

Altri studiosi collocano il Giardino dell’Eden in Egitto, e identificano i quattro fiumi con il Nilo, che rendeva fertile e ricca quella terra scorrendo per lunghi tratti sotto di essa, per emergere solo in alcuni punti.

Alcune interpretazioni, infine, escludono qualsiasi implicazione geografica, considerando il giardino dell’Eden solo nella chiave di lettura della cacciata di Adamo ed Eva da esso. Il giardino rappresenterebbe la Terra Santa e il Tempio di Gerusalemme, da cui il popolo di Israele, reo di idolatria, è stato cacciato, perdendo la comunione con Dio.

A prescindere dalla possibilità o meno di dare una collocazione geografica al Giardino dell’Eden, come viene descritto nelle Sacre scritture, la sua importanza resta prioritaria per ogni credente. Tutto ciò che in esso è accaduto, la tentazione della donna, la caduta dell’uomo, la cacciata di entrambi, rappresenta l’inizio dell’esistenza dell’umanità come la conosciamo, in una chiave teologica che giustifica e spiega l’origine di ogni male. Nel momento in cui Eva e Adamo hanno scelto di disobbedire, mangiando i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male, hanno perduto il diritto di cibarsi di quelli dell’albero della vita. In questo risiede l’inganno del Serpente, che aveva promesso loro che, invece, sarebbero stati uguali a Dio.

Dovremo attendere l’avvento di Cristo per trovare, nella sua Croce, il nuovo Albero della vita, fonte di salvezza e vita eterna.