Con l’incontro con la Samaritana al pozzo Gesù svela la propria identità di Messia e pronuncia parole rivoluzionarie, anticipando l’opera di evangelizzazione dei discepoli
Indice articolo
La storia di Gesù e la Samaritana al pozzo è narrata nel Vangelo di Giovanni (Gv4,5-42). Mentre è in viaggio dalla Giudea alla Galilea, Gesù incontra una donna samaritana presso il pozzo di Giacobbe, nella regione della Samaria. Ne nasce un dialogo tra i più rivoluzionari del Nuovo Testamento, che fa dell’incontro con la Samaritana non una parabola nel senso tradizionale, ma un racconto ricco di significati simbolici e metaforici che illustrano l’inclusività del messaggio di Gesù, la Sua offerta di salvezza e vita eterna attraverso la fede in Lui e l’importanza di un rapporto personale con Dio.
Vangelo della Samaritana
Il Vangelo della Samaritana è un passo del Nuovo Testamento, precisamente il capitolo 4, versetti 1-42 del Vangelo secondo Giovanni.
Questa narrazione è spesso chiamata “Il Racconto della Samaritana” o “Il Dialogo di Gesù con la Donna Samaritana al Pozzo”. In breve, Gesù si reca attraverso la regione della Samaria e si ferma presso un pozzo, dove incontra una donna samaritana e intraprende una discussione significativa con lei riguardo alla sua sete fisica e spirituale. Durante questo incontro, Gesù rivela alla donna la Sua identità di Messia e la sua missione di portare la vita eterna a coloro che credono in Lui.
Le donne nella Bibbia: Gesù e il rapporto con le sue discepole
Qual è stato il ruolo delle donne nella storia della Salvezza? Scopriamo il rapporto di Gesù con le sue discepole nel Vangelo…
Chi era la Samaritana
Non viene fornito il nome della donna nel testo, ma è nota comunemente come “la donna samaritana” o “la Samaritana”. Vista la sua origine, la donna rappresentava una doppia minoranza agli occhi degli ebrei dell’epoca, in quanto donna, e perché i samaritani erano considerati emarginati dagli ebrei. Nella Sua interazione con lei Gesù rompe tutte le barriere sociali e culturali parlandole e addirittura rivelandole la Sua identità di Messia. Dopo l’incontro con Gesù, la donna samaritana, scossa da un grande sovvertimento spirituale, corre in città e testimonia la sua esperienza, portando molti altri a incontrare Gesù e a credere in Lui come il Salvatore del mondo. Così, nonostante la sua origine sociale e culturale, la donna samaritana diventa un esempio di fede e testimonianza in Cristo, dimostrando come Egli sia venuto per tutti, indipendentemente dalla loro origine o condizione sociale.
Le differenze tra ebraismo e cristianesimo
Quali sono le differenze tra Ebraismo e Cristianesimo? Il Dio degli Ebrei è lo stesso dei Cristiani…
Parabola della Samaritana significato
Ecco dunque i punti fondamentali del racconto evangelico e la loro interpretazione.
5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c’era il pozzo di Giacobbe.
Non è un caso che l’incontro tra Gesù e la Samaritana avvenga presso il pozzo di Giacobbe, menzionato sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento. Questo luogo ha infatti una profonda valenza simbolica e storica. È associato al patriarca Giacobbe, figlio di Isacco, che secondo la tradizione biblica, lo scavò vicino alla città di Sichem (o Sichar). Da allora divenne un punto di riferimento importante e un simbolo di legami familiari e di eredità spirituale per gli Israeliti. L’uso del pozzo di Giacobbe nel racconto evangelico serve a collegare il messaggio di Gesù alle radici dell’ebraismo nel Vecchio Testamento. Questo dimostra la continuità tra la promessa del Vecchio Testamento e il suo compimento in Cristo nel Nuovo Testamento.
7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Ecco che emerge fin da subito la portata eversiva del dialogo tra Gesù e la Samaritana, il più lungo dei Vangeli. In contrasto con l’acqua del pozzo tradizionale, l’acqua che Gesù propone simboleggia la nuova Legge che Egli porta, che supera e sostituisce l’antica. Gesù offre l’acqua viva, simbolo di salvezza e fonte di vita eterna, liberamente, a chiunque ne abbia bisogno, senza distinzione di razza, genere o condizione sociale. Questo riflette la natura inclusiva del messaggio evangelico e l’amore di Dio che è disponibile per tutti. È un invito alla fede e alla vita spirituale abbondante che viene offerta a tutti coloro che credono in Lui. Inoltre, davanti alla perplessità della donna, su come pensa di poter attingere acqua da un pozzo così profondo, Gesù risponde:
13 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
Gesù afferma che chi beve dell’acqua viva non avrà mai più sete. Questo suggerisce che solo attraverso una relazione personale con Gesù Cristo è possibile trovare una vera soddisfazione spirituale. L’acqua viva rappresenta la piena sazietà delle esigenze spirituali dell’individuo. In altre parti delle Scritture, l'”acqua viva” è associata allo Spirito Santo. Quindi, nell’incontro con la Samaritana, Gesù potrebbe anche alludere ai doni dello Spirito Santo che sarebbero stati dati ai credenti dopo la sua ascensione. Lo Spirito Santo è colui che dà vita spirituale e guida i credenti nella verità.
I 7 doni dello Spirito Santo: quali sono e il loro significato
I doni dello Spirito Santo rendono l’uomo docile a seguire le ispirazioni divine e qualificano il suo rapporto con Dio…
Il dialogo prosegue. Gesù e la donna parlano dei luoghi in cui è giusto adorare Dio: i Samaritani sostengono che sia il monte Garizìm, i giudei che sia Gerusalemme. Anche in questo caso la risposta di Gesù va contro le opinioni diffuse all’epoca.
21 Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. […] 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».
Ai tempi di Gesù, vi erano due templi principali dove si adorava l’unico Dio: il rinomato Tempio di Gerusalemme e un altro situato in Samaria. Quest’ultimo fatto è cruciale per comprendere la domanda posta dalla donna samaritana riguardo al luogo appropriato per adorare Dio. La risposta di Gesù a questa domanda sottolinea che la vera adorazione non è legata a luoghi fisici o a rituali esterni, ma è una questione di relazione interiore e autentica con Dio. La vera adorazione richiede un coinvolgimento profondo dello spirito e una sincerità totale nel cuore. Dio non è limitato da confini geografici o da forme cerimoniali, ma desidera un rapporto autentico e sincero con coloro che lo cercano. In tal modo, Gesù invita la donna samaritana e tutti coloro che ascoltano il suo insegnamento a superare le divisioni religiose e a rivolgersi a Dio con sincerità e devozione spirituale.
25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia: quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». 26 Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
La dichiarazione di Gesù non potrebbe essere più esplicita. La donna esprime la sua convinzione che il Messia verrà, e Gesù le rivela apertamente di essere Colui che tutti stanno aspettando. I samaritani vedevano il Messia come un profeta umano, annunciato da Mosè nel Deuteronomio 18,15-18 e simile a Mosè stesso. La samaritana riconosce così Gesù come il profeta e il Messia atteso, e lo lascia per andare a condividere la sua scoperta con i suoi concittadini, una precursora del messaggio evangelico di cui si faranno portatori i discepoli dopo la morte di Cristo.
Chi erano i 12 apostoli e scopri la differenza tra apostoli e discepoli
Chi erano i 12 apostoli, compagni di Gesù nel breve arco…
35 Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36 E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. 37 Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. 38 Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
In questo passaggio della parabola della Samaritana, Gesù utilizza il termine “mietitori” o “mietitura” per far riferimento al processo di evangelizzazione e al raccolto delle anime nel Regno di Dio. Questo riferimento è simbolico e riflette il lavoro che attende i discepoli di Gesù nell’annunciare il Vangelo e portare le persone alla fede. Gesù esorta i discepoli a guardare i campi, che sono già maturi per la mietitura. Questa immagine della mietitura è un simbolo dell’opportunità di portare avanti l’opera di Dio nel mondo, in particolare attraverso l’evangelizzazione. Il riferimento alla mietitura indica che il momento è giunto per i discepoli di Gesù di diffondere il Vangelo e raccogliere coloro che sono pronti ad accettarlo. Questo richiama l’idea che il Regno di Dio è vicino e che i discepoli hanno il compito di portare la buona notizia a tutti coloro che sono pronti ad ascoltarla e a rispondere.