Festa della Bruna: la tradizione legata alla Madonna protettrice di Matera

Festa della Bruna: la tradizione legata alla Madonna protettrice di Matera

Festa della Bruna: la tradizione legata alla Madonna protettrice di Matera

Il 2 luglio Matera festeggia la Festa della Bruna, una celebrazione antica che unisce devozione, folklore e tradizioni antichissime. Ecco perché il carro della Bruna viene distrutto ogni anno

La Festa della Bruna, dedicata alla Madonna della Bruna, patrona della città di Matera, è una delle più antiche e sentite tradizioni religiose e popolari della città della Basilicata. Si svolge ogni anno il 2 luglio e ha origini molto antiche, che mescolano riti sacri e tradizioni profane. La festa combina devozione religiosa e riti agrari di ringraziamento e invocazione per la fertilità della terra e il benessere degli armenti.
Fu Papa Urbano VI, arcivescovo metropolita di Acerenza e Matera nel 1363, a istituire la festa nel 1389. La scelta della data, 2 luglio, è da ricercarsi nel fatto che, allora, essa era anche la Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, per commemorare la visita di quest’ultima alla cugina Elisabetta, poco dopo aver ricevuto l’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele che le rivelava la sua prossima maternità. Successivamente, nel XX secolo, la Festa della Visitazione venne spostata al 31 maggio, ma Matera mantenne la sua usanza della Madonna della Bruna.

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La Madonna della Bruna

Le origini della Festa della Madonna Bruna affondano nel folklore di questa suggestiva regione. Esistono diverse versioni, tutte affascinanti, che si sono arricchite nel corso dei secoli di particolari sempre più pittoreschi.
Anche il significato del nome attribuito alla Festa, Madonna della Bruna, è soggetto a diverse interpretazioni. Una delle ipotesi più accreditate lo collega al termine longobardo brùnja, che significa corazza o armatura, simbolo di protezione. In questo senso, la Madonna sarebbe vista come difensore e protettrice della città di Matera. Un’altra teoria associa il nome alla città di Hebron in Giudea, luogo della visitazione della Vergine Maria a sua cugina Elisabetta, e suggerirebbe il collegamento tra la Festa della Bruna e quella della Visitazione. Infine, una meno accreditata, ma suggestiva, ipotesi fa riferimento al colore scuro del volto della Madonna nel ritratto che la raffigura, e che potrebbe forse ricollegarla alla tradizione delle Madonne Nere.

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Le origini della Festa della Madonna della Bruna sono avvolte in varie leggende. La più popolare racconta di un contadino che, mentre tornava a casa, s’imbatté in una donna misteriosa che gli chiese un passaggio fino a Matera. L’uomo, generoso, la fece salire sul proprio carro, ma giunti al rione Piccianello, la donna si rivelò come Maria Vergine, madre di Cristo. Al contadino sbalordito ella avrebbe affidato un messaggio per il Vescovo della città, che ogni anno i cittadini la conducessero lungo le strade su un carro addobbato. Quando il Vescovo corse nel luogo in cui il contadino aveva lasciato la donna, seguito da tutti gli abitanti di Matera, trovarono solo una statua che rappresentava la Vergine. Così, obbedienti alla richiesta di Maria, la caricarono su un carro addobbato e la condussero in città in trionfo.

Un’altra leggenda ricollega la Madonna della Bruna alle invasioni arabe in questa regione e spiega perché, a un certo punto della Festa, il carro che trasporta l’effige santa debba essere distrutto. Durante un terribile assedio da parte dei saraceni, non volendo che la statua della Vergine cadesse nelle loro mani, gli abitanti di Matera distrussero essi stessi il carro.

Come si svolge la festa della Bruna

Nove giorni prima della Festa del 2 luglio, il 23 giugno, inizia il novenario, una pratica devozionale rivolta alla Madonna, della durata di nove giorni, in preparazione delle celebrazioni. Gli abitanti di Matera completano la preparazione del carro, oggi realizzato in cartapesta dai migliori artigiani della città, che viene benedetto dal Vescovo. La preparazione del carro dura un anno intero.

La Festa vera e propria comincia alle prime ore del 2 luglio, alle 4.30, con la messa all’aperto in Piazza San Francesco d’Assisi rischiarata dalla luce suggestiva di centinaia di ceri accesi.
Poi inizia la Processione dei Pastori, una tradizione che affonda le radici nel 1698 con la creazione della Confraternita dei Pastori, che dal 1698 si prende cura dell’altare della Madonna della Bruna e aiuta le ragazze povere. Oggi come allora, i Pastori portano il quadro della Madonna della Bruna in giro per la città, accompagnati da mortaretti, petardi e fuochi d’artificio fatti esplodere dai più giovani, numerosissimi lungo il percorso. La processione termina presso la chiesa di San Francesco da Paola, dove viene celebrata una seconda messa.

Nel pomeriggio ha luogo una seconda processione, dalla Cattedrale alla chiesa parrocchiale del rione Piccianello. I Cavalieri della Bruna scortano la carrozza che trasporta l’immagine di Maria Santissima della Bruna, e una seconda carrozza su cui viaggiano l’Arcivescovo e l’immagine di Gesù Bambino. Maria e il Bambino viaggiano separati per rievocare la Visitazione, momento in cui Gesù non era ancora nato, ma già cresceva nel grembo di Maria.
Giunte al rione Piccianello, le due effigi vengono deposte nella chiesa parrocchiale di Piccianello, poi portate separatamente al grande carro di cartapesta, sul quale vengono riunite tra l’esaltazione generale. Il carro viene portato a braccia fino a Piazza Marconi, e al tramonto viene trascinato da otto muli e accompagnato da una grande folla e da tutte le autorità, fino a Piazza Duomo. Qui, scortato dai cavalieri, compie tre giri intorno alla piazza. Infine, inizia la distruzione del carro in Piazza Vittorio Veneto. Prima che ciò avvenga, la statua della Madonna viene posta nuovamente nella Cattedrale, al sicuro. A questo punto inizia lo strazzo, la distruzione del carro: tutti i presenti si avventano sulla macchina devozionale e la fanno a pezzi, cercando di assicurarsene un frammento, come pegno di fortuna e prosperità.

La Festa della Bruna si conclude la sera, con i grandi fuochi d’artificio.

Il carro della Bruna

La tradizione del carro navalis, la grande macchina barocca utilizzata per trasportare la Madonna della Bruna, e che a un certo punto della festa viene distrutto, è uno degli elementi che si sono aggiunti, nei secoli, alla Festa della Bruna. Antiche tradizioni di origine greca erano già diffuse nel bacino del Mediterraneo in epoche remote, e vedevano carri trionfali, simili a navi su ruote, utilizzati nelle solenni celebrazioni.

Già nel XVI secolo un carro trionfale in legno veniva condotto lungo le vie della città, addobbato e accompagnato da cavalieri in abiti sgargianti. Il trionfo della Vergine veniva sottolineato da fuochi d’artificio e luminarie, come accade ancora oggi.

Oggi il carro trionfale è realizzato in cartapesta, usato per trasportare le statue della Madonna della Bruna e del Bambino in processione solenne per le vie della città, e, una volta giunto nella piazza, distrutto completamente.

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La distruzione del carro della Madonna della Bruna non è solo un momento di grande spettacolarità e partecipazione, ma rappresenta un simbolico ciclo di nascita, morte e rinascita. La costruzione del carro trionfale, realizzato con grande maestria e dedizione, rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo. Ogni anno, il carro viene creato con decorazioni uniche e artistiche, che simboleggiano una nuova fase di devozione e celebrazione. La distruzione del carro, che avviene durante lo strazzo in Piazza Vittorio Veneto, rappresenta la fase di morte. Questo momento drammatico e caotico, in cui il carro viene assaltato e smembrato dalla folla, simboleggia la fine di un ciclo e l’atto di lasciare andare l’oggetto della devozione. Dopo la distruzione, la festa continua con la preparazione per il nuovo ciclo dell’anno successivo. La rinascita è rappresentata dalla creazione di un nuovo carro e dal ritorno della Madonna della Bruna, che rinnova la speranza e la fede nella comunità.
Questo ciclo riflette antiche credenze e pratiche che vedono la distruzione come un passo necessario per la rinascita e la rigenerazione.