L’ambone in chiesa: da dove viene annunciata la Parola di Dio

L’ambone in chiesa: da dove viene annunciata la Parola di Dio

L’Ambone è un elemento architettonico fondamentale all’interno di una chiesa. Rappresenta un punto di connessione tra i fedeli e la Parola di Dio, un simbolo della presenza divina che si manifesta attraverso l’annuncio della Parola

Tra i vari arredi sacri ed elementi architettonici tipici delle chiese cristiane, può capitare di sentir nominare l’Ambone. A volte confuso col più famoso pulpito, l’Ambone della chiesa è in realtà un elemento architettonico imprescindibile all’interno dei luoghi di culto cattolici. Da esso, infatti, viene proclamata la Parola di Dio durante le celebrazioni liturgiche. Per comprenderne l’importanza basti pensare che nelle chiese paleocristiane gli amboni erano addirittura due, uno più piccolo, a destra dell’altare, destinato alla lettura dell’Epistola, e uno a sinistra, riservato alla proclamazione del Vangelo.

L’Ambone e il pulpito, pur essendo entrambi elementi architettonici presenti nelle chiese e utilizzati per la comunicazione, presentano differenze significative sia dal punto di vista funzionale che storico. L’Ambone è molto più di un semplice pulpito; rappresenta un punto di connessione tra il popolo di Dio e le Sacre Scritture, un simbolo della presenza divina che si manifesta attraverso l’annuncio della Parola.

Vediamo prima di tutto che cos’è l’Ambone e quale è il suo significato liturgico.

L’Ambone è una struttura rialzata, realizzata in marmo, pietra o legno, chiusa su tre lati da un parapetto e accessibile tramite una scala situata sul quarto lato. Anticamente, l’ambone era spesso caratterizzato dalla presenza di due scale, una per salire e una per scendere. Questa caratteristica era particolarmente diffusa nell’architettura romanica e gotica.

Il termine “Ambone” deriva dal greco ambon, “superficie convessa” o “panciuta”. Un sinonimo di Ambone è pergamo, derivato dal greco pergamon, che significa “luogo elevato”.

L’Ambone ha origini antiche e si ricollega quasi sicuramente alla cultura e ai rituali ebraici. Anche nelle sinagoghe la Parola veniva annunciata da una posizione sopraelevata, in modo che ricadesse sul capo dei fedeli in ascolto. Quando i cristiani poterono finalmente costruire edifici di culto, grazie all’editto di Milano emesso da Costantino nel 313 d.C., imitarono l’architettura delle sinagoghe, creando un luogo sopraelevato da cui potesse essere diffusa degnamente la Parola di Dio. Nacquero così i primi Amboni. Nell’Alto Medioevo, l’Ambone acquisì una forma più definita, spesso costruito in marmo o pietra, decorato con bassorilievi che rappresentavano scene bibliche o simboli cristiani, come il pesce (Ichthys) o l’agnello. Durante il Medioevo, in alcune chiese l’Ambone era posizionato a metà della navata, anziché accanto all’altare maggiore.

Il significato di Ambone

Più che un semplice arredo, l’Ambone rappresenta un punto di incontro tra il divino e l’umano, il luogo da cui Dio comunica la sua Parola e guida il suo popolo. Attraverso l’Ambone, la comunità dei fedeli viene nutrita dalla Parola di Dio, che illumina e orienta il cammino della fede. Dal punto di vista simbolico, l’Ambone è visto come il luogo da cui Dio stesso parla alla sua comunità.

Questo concetto si riflette nella sua collocazione all’interno della chiesa: l’Ambone è generalmente posto vicino all’altare, simbolo della presenza reale di Cristo, e alla sede del celebrante. La vicinanza tra questi tre elementi esprime l’unità tra la proclamazione della Parola, la celebrazione eucaristica e la guida pastorale.
L’Ambone è spesso paragonato alla montagna da cui Gesù proclamava il Vangelo, come nel famoso discorso della montagna. In questo senso, rappresenta anche un luogo di elevazione spirituale, da cui la Parola di Dio scende sul popolo per illuminarne le vite. Il fatto che l’Ambone sia sopraelevato non è solo una questione pratica, ma ha un valore spirituale: l’idea è che la Parola di Dio, annunciata dall’alto, possa raggiungere tutti i fedeli, ispirandoli e guidandoli.

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Con il Concilio Vaticano II (1962-1965), si è accentuata l’importanza della Parola di Dio nella liturgia, e di conseguenza è stato rivalutato anche il ruolo dell’Ambone. La riforma liturgica ha promosso l’uso di un Ambone ben visibile e decoroso, affinché possa esprimere adeguatamente la dignità dell’annuncio della Parola. Secondo le indicazioni del Messale Romano e della Institutio Generalis Missalis Romani, l’Ambone deve essere il luogo riservato alla proclamazione delle letture, del Salmo responsoriale e del Vangelo, nonché della preghiera dei fedeli.

Chi ha accesso all’Ambone?

L’accesso all’Ambone in chiesa è riservato a coloro che sono chiamati a proclamare la Parola di Dio. La persona che proclama la Parola di Dio dall’Ambone ha una responsabilità speciale. Non si tratta di una semplice lettura pubblica, ma di un vero e proprio ministero, in cui il lettore diventa strumento dell’annuncio divino. Quando la Parola è proclamata, secondo la teologia cattolica, Dio stesso parla al suo popolo, e per questo motivo è essenziale che il lettore o il diacono svolga questo servizio con consapevolezza e devozione.

Tradizionalmente, sono tre i ministri che hanno accesso all’Ambone durante la liturgia cattolica: il Lettore, il Salmista e il Diacono.

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La figura del Lettore è quella più strettamente associata all’Ambone. È il ministro incaricato di proclamare le letture bibliche durante la Messa. Il suo ruolo è fondamentale per trasmettere la Parola di Dio all’assemblea.

Il Salmista, spesso affiancato da un coro o da strumenti musicali, si reca all’Ambone per cantare i salmi responsoriali. Il salmo, in quanto preghiera ispirata, coinvolge attivamente l’assemblea nella liturgia della Parola.

Il Diacono, in quanto ministro ordinato, ha un ruolo più ampio e può svolgere diverse funzioni liturgiche, tra cui la proclamazione del Vangelo. L’Ambone è quindi un luogo a lui familiare.

In alcune circostanze, anche altri ministri straordinari (come gli accoliti) possono essere autorizzati a proclamare le letture, sempre sotto la guida del sacerdote.

Ambone o pulpito: quali sono le differenze

Entrambi presenti all’interno delle chiese, Ambone e Pulpito sono due elementi architettonici distinti, con funzioni e simbolismi diversi.

L’Ambone, come abbiamo visto, è stato concepito fin dalle origini come luogo elevato da cui si proclamavano le letture bibliche e si cantavano i salmi durante la liturgia. Data la sua centralità nella celebrazione, era posto all’interno del presbiterio, la parte della chiesa riservata al clero officiante, in prossimità dell’altare, in un punto ben visibile e accessibile a tutti i fedeli. Solitamente presentava due scale, una per salire e una per scendere, e un leggio per sostenere i testi sacri. La sua forma poteva variare, ma spesso era decorato con rilievi e sculture che rappresentavano scene bibliche.

Il Pulpito si è sviluppato in un periodo successivo, ed era principalmente destinato alla predicazione, ovvero all’esposizione e all’interpretazione della parola di Dio. Posizionato in una zona più visibile della chiesa, come la navata centrale o una cappella laterale, era dunque posto fuori dal presbiterio, in un punto che permettesse al predicatore di essere ben udito da tutti i fedeli.

Dunque l’Ambone è il luogo della Parola, legato alla liturgia, all’interno del presbiterio.
Il Pulpito è il luogo della predicazione, più orientato all’insegnamento, spesso fuori dal presbiterio.

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L’Ambone richiede anche un copri ambone, un tessuto liturgico utilizzato per coprire l’arredo sacro, anch’esso generalmente decorato con simboli religiosi o motivi liturgici. Il copri ambone cambia colore in base ai diversi tempi dell’anno liturgico (ad esempio, viola per l’Avvento e la Quaresima, bianco per il tempo di Pasqua, rosso per le feste dei martiri, ecc.). La funzione del copri ambone è sia estetica che simbolica, in quanto sottolinea la solennità della Parola di Dio e arricchisce l’arredo sacro della chiesa, adattandosi al contesto liturgico del momento.

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