La Pasqua è ormai vicina, con il suo carico di suggestioni solenni e simboli densi di spiritualità. La croce pasquale, i ceri pasquali, l’agnello. Non semplici tradizioni, ma oggetti di devozione e rinnovamento spirituale. Conosciamoli insieme.
Se dovessimo spiegare a un bambino che cosa si festeggia a Pasqua e che cosa significano tutti gli elementi che fanno di questa festa quella che tutti conosciamo, sarebbe abbastanza facile.
Intanto dovremmo spiegargli che a Pasqua festeggiamo la Resurrezione di Gesù, e che molti dei simboli legati a questa festa, ovvero l’ulivo, la colomba, l’uovo, l’agnello, le campane, i conigli, la luce, rimandano proprio a questo evento miracoloso, così importante per tutti i credenti.
Così a Pasqua mangiamo e regaliamo le uova di cioccolato, ma anche quelle di gallina, perché l’uovo è un simbolo universale che descrive la nascita di una nuova vita, ma anche la rinascita. La Pasqua per i Cristiani è proprio questo, la festa della rinascita.
L’Uovo come simbolo della Pasqua
Se pensiamo alla Pasqua, è probabile che, il primo pensiero che viene in mente siano le uova di cioccolato…
Anche i coniglietti pasquali richiamano al simbolismo della lepre, che nei primi tempi del Cristianesimo era associata a Gesù. Infatti, come la lepre cambia colore del pelo a seconda della stagione, così Gesù muore e risorge, da uomo a Dio. Dunque possiamo considerare anche i conigli un simbolo della Risurrezione.
La luce dei ceri pasquali è un altro importante simbolo della Resurrezione. Come essa disperde le tenebre, così Gesù è la luce che illumina il mondo e che, con la Sua morte e la Sua Resurrezione, sconfigge l’oscurità nel cuore degli uomini.
La Colomba invece è segno di pace tra gli uomini e anche tra uomo e Dio. Fu grazie a una colomba, mandata a cercare segnali di vita dopo il Diluvio, che Dio Onnipotente fece sapere a Noè di non essere più arrabbiato con gli uomini. La colomba simboleggia anche Gesù, che sacrificandosi sulla Croce, ha gettato le basi per un nuovo mondo fatto di pace e di amore.
Anche l’ulivo con cui Gesù venne accolto a Gerusalemme è simbolo di pace e festa, così come le campane che, nel giorno di Pasqua, suonano a festa per annunciare la Resurrezione.
Per quanto riguarda l’Agnello pasquale, vogliamo soffermarci un po’ di più sulle tradizioni a cui è legato e sul suo simbolismo, e cercare di capire insieme perché esiste l’usanza di mangiare agnello a Pasqua.
L’agnello a Pasqua: simbolo e tradizione
Al solito bambino di qui sopra potremo dire che l’agnello è un simbolo che viene sempre associato a Gesù. Infatti Lui viene sempre paragonato a un agnello gentile e mite, che si è sacrificato per tutti gli uomini.
La simbologia dell’Agnello è naturalmente più complessa, ed era già presente nella Bibbia prima dell’avvento di Gesù. Infatti da sempre l’agnello rappresenta la vittima sacrificale più pura e bella, destinata a essere immolata come offerta a Dio.
Nel Nuovo Testamento la figura di Gesù si fonde con quella dell’agnello. Come l’agnello sacrificale, così Cristo si sacrifica per la salvezza dell’Umanità, e come l’agnello Egli è innocente, puro.
Innocenza e mancanza di colpa sono alla base del simbolismo dell’agnello nella religione cristiana. Infatti questo animale rappresenta altrove anche gli apostoli e in genere tutti i martiri.
Cristo dunque risorge e nella Resurrezione conosce il Suo trionfo. Da qui l’iconografia medievale dell’Agnello trionfale, rappresentato con il capo rivolto all’indietro, a guardare con amore e attenzione il proprio gregge, e lo zoccolo destro posato sull’emblema della croce, come a chiamare a raccolta chi volesse seguirlo nel suo cammino di Fede e Salvezza.
Non a caso la Chiesa ha scelto l’agnello come emblema di Gesù: sotto questo vessillo i deboli e gli umili sono destinati a essere innalzati al di sopra dei potenti e dei forti.
L’Agnello è anche un simbolo di luce spirituale. È proprio questa luce che guida il gregge dei fedeli attraverso l’oscurità della notte.
Perché a pasqua si mangia l’agnello?
Premettiamo dicendo che per molti fedeli mangiare l’agnello a Pasqua non è una tradizione cristiana. Infatti nei Vangeli non si trova menzione a sacrifici rituali che possano giustificare l’uccisione di questo animale. L’unico a sacrificarsi, a fare di se stesso l’agnello immolato per la salvezza di tutti, è proprio Gesù.
La tradizione di mangiare agnello a Pasqua viene invece dall’ebraismo. Per gli ebrei la Pasqua era una festa che celebrava la liberazione dalla schiavitù. La tradizione ebraica di mangiare agnello si rifaceva al sangue di agnello che, usato per segnare gli stipiti delle porte degli ebrei prigionieri in Egitto, protesse i primogeniti dal passaggio dell’angelo sterminatore”. Per la Pasqua ebraica, dunque, l’agnello aveva una valenza sacrificale, ma con un significato molto diverso rispetto a quello che troviamo nel Nuovo Testamento. Per i sacrifici al Tempio, gli ebrei preferivano un capro. Il sacrificio ebraico dell’agnello a Pasqua era simbolo della liberazione degli ebrei dall’Egitto. È anzi probabile che l’usanza di uccidere e mangiare l’agnello a Pasqua sia diventata parte della cultura ebraica solo in un secondo tempo. La Pasqua ebraica prevedeva l’offerta di un agnello il giorno 14 del mese ebraico di Nisan. La carne dell’animale doveva poi essere consumata quella stessa notte per il sacrificio di Pesach (Pasqua). “In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere” (Esodo 12, 8)
È tuttavia indubbio che l’agnello fosse un simbolo di purezza e della fragilità della vita presso molti popoli, compreso quello ebraico. Con esso il vero credente offriva a Dio qualcosa di bello, puro e prezioso.
Le differenze tra ebraismo e cristianesimo
Quali sono le differenze tra Ebraismo e Cristianesimo? Cerchiamo
di scoprire insieme che cosa divide (e unisce) due delle religioni.
Il Cristianesimo invece identifica Gesù con l’agnello pasquale. Sono gli stessi evangelisti che ce lo presentano così. “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1,29). Così Giovanni Battista riconosce Gesù incontrandolo, e profetizzando già il suo destino, il suo ruolo sacrificale. I cristiani celebrano la morte e la Resurrezione di Cristo sacrificando un agnello, e cibandosi della sua carne. In questa accezione l’agnello che essere considerato il corpo del Cristo. Dunque per i cristiani mangiare l’agnello a Pasqua è un modo per accogliere dentro di sé Cristo e il Suo sacrificio.
Concludendo, esiste una congiunzione tra l’agnello pasquale degli ebrei e quello del Nuovo Testamento, che coincide con la figura di Gesù. Non a caso la morte di Gesù ha luogo il giorno precedente la Pasqua ebraica, quando secondo la tradizione ebraica l’agnello veniva immolato.