I vari usi degli incensi

I vari usi degli incensi

Gli incensi sono da sempre legati all’idea del sacro, del divino. Fin dai tempi più remoti il loro utilizzo è attestato presso le antiche civiltà, quasi sempre per utilizzi religiosi, ma non solo. Il loro profumo intenso e aromatico era considerato apprezzabile per gli Dei, come lo era per gli uomini, e l’usanza di bruciare cortecce e legni di piante particolarmente odorose è sempre stato molto diffuso.

L’incenso veniva bruciato durante le celebrazioni religiose, ma anche nelle case, per purificarle e tenere lontani gli spiriti maligni. I suoi vapori aromatici creavano una comunicazione con il divino, e con il regno dei morti.

Oltre all’utilizzo religioso, l’incenso è stato riconosciuto molto presto, soprattutto nei paesi arabi, come un ingrediente prezioso e utilissimo nella cura di molte malattie e disagi.

Anche in ambito cristiano l’incenso venne tenuto fin da subito in gran conto. Basti pensare che esso appare tra i doni che i Magi portarono a Gesù (in realtà appare due volte, perché la Mirra altro non è che un altro genere d’incenso). Gli ebrei lo utilizzavano per la fumigazione, una pratica che permetteva di avvicinarsi a Dio bruciando appunto l’incenso e respirandone i fumi, e così i cristiani seguitarono a utilizzare l’incenso nelle Chiese, bruciandolo durante le cerimonie e aspergendolo sui fedeli, ma anche per disinfettare gli ambienti e purificare l’aria.

Vale la pena scoprire qualcosa di più su questo prodotto antico e pieno di virtù nascoste.

Botafumeiro

Leggi anche:

Il Botafumeiro: l’incensiere più grande del mondo
Un nome buffo, esotico, che evoca in noi suggestioni di un passato lontano, memorie di una storia antica, raccontata al crocevia di…

Da dove viene l’incenso?

Con il termine “incenso” vengono indicate genericamente le oleoresine prodotte da diverse piante della famiglia delle Burseracee, originarie soprattutto della Penisola Arabica e nel Corno d’Africa, una zona posta ai confini del deserto, composta prevalentemente di terra e sassi, che prende il nome di “cintura dell’incenso”.

A produrre l’incenso sono in particolare la Boswellia sacra, da cui si ricava l’incenso olibano, e la Commyphora, dalla quale si ricava l’incenso di mirra. La corteccia di queste piante viene incisa e la resina che ne fuoriesce viene raccolta. Alcune piante secernono la resina direttamente, senza bisogno di essere incise. In entrambi i casi, la resina viene poi fatta cristallizzare: solitamente occorre un mese perché sia indurita a sufficienza. La raccolta della resina può essere effettuata fino a 12 volte l’anno, e questo garantisce una produzione costante agli uomini che vi si dedicano, in territori aridi e rocciosi dai quali è difficile ricavare altre forme di sostentamento. Infatti queste piante riescono a crescere anche in zone molto brulle e poco fertili, e le loro foglie offrono ombra e nutrimento a uomini e animali. Anzi, troppa acqua sarebbe fatale per le piante che producono incenso.

La Via dell’incenso

La raccolta e il commercio dell’incenso si diffuse fin dall’antichità. Tutte le civiltà del bacino del Mediterraneo, così come quelle dell’Asia minore, e molto più a Oriente, ne facevano uso, e la domanda era tale da far nascere una fitta rete di traffici commerciali. La “via dell’Incenso”, che esisteva fin dai tempi dei romani, collegava la Penisola arabica con il Mediterraneo. Le carovane che la percorrevano trasportavano le merci che giungevano dall’India e dall’Estremo Oriente attraverso il mare. Oltre a tessuti, metalli pregiati, pietre preziose, riso, zucchero e cereali, e innumerevoli altri prodotti, i mercanti portavano incenso, spezie, come il pepe, la noce moscata, i chiodi di garofano e il cinnamomo, ed essenze profumate, come il sandalo, il muschio, la canfora. Queste ultime fungevano spesso da ingredienti per la farmacopea e la cosmesi.

Assiri, Egizi, Cinesi, Indiani usavano l’incenso sia con scopi medicinali, sia devozionali. In Egitto era la base per un particolare tipo di Kajal, che non solo ornava gli occhi, ma li proteggeva dalle infezioni.

Immergersi nei fumi dell’incenso aiutava a combattere i dolori articolari e i reumatismi, con una potente azione antinfiammatoria.

In India l’incenso Guggul veniva usato come rimedio nella medicina Ayurvedica, per favorire il sonno e placare l’ansia e in nervosismo. Sempre nell’ambito dell’Ayurveda, l’incenso veniva usato per la preparazione di unguenti contro le piaghe e le eruzioni della pelle. Era anche bruciato per accompagnare lo yoga e la meditazione.

La medicina tradizionale cinese utilizzava la tecnica della fumigazione con l’incenso.

Ovunque si riteneva che l’incenso purificasse gli ambienti interni tenendo lontani, nello stesso tempo, malattie e spiriti maligni. Aiutava la concentrazione e la meditazione, permettendo di entrare in contatto con il proprio io interiore e con la divinità.

Come si usano gli incensi

Come possiamo utilizzare l’incenso nella nostra casa? Esistono in commercio molti tipi di incenso, in varie forme, e non è facile orientarsi. Soprattutto, bisogna assicurarsi che l’incenso che acquistiamo sia puro, non tagliato con sabbia o additivi chimici, che ne falsano la qualità.

La forma più antica e originale utilizzata è quella in grani di resina.

L’incenso viene bruciato su dei carboncini, che possono essere accesi direttamente con un accendino o una candela e poi posti ad ardere su un piattino che contenga della sabbia o su un incensiere. Esistono incensieri di terracotta, utilizzati per bruciare i carboncini di incenso sopra i quali vengono poi versati i grani di incenso. Ma va anche bene un semplice pentolino o un piatto di metallo pieno di sabbia, come base per bruciare i carboncini. I carboncini durano circa 40 min. e possono essere

In alternativa si può utilizzare un bruciaresine, una specie di treppiede sotto il quale è posta una candela che scalda i cristalli posti nel piatto, trasformandoli in fumo aromatico, un po’come avviene con i diffusori di oli essenziali. Bastano pochi grani di incenso per volta, per ottenere una diffusione piacevole ed efficacie.

Vari tipi di incenso

Oltre all’incenso olibano, o Franchincenso, ottenuto dalla pianta di Boswellia sacra, esistono diverse varietà di incensi, utilizzati nelle varie epoche a seconda delle loro caratteristiche e proprietà.

Vediamone solo alcuni:

Incenso di Mirra

Anche la pianta della Mirra cresce nel deserto. Il suo nome è Mirra Commyphora. Portato in dono dai Magi a Gesù bambino, l’incenso di Mirra è da sempre oggetto di commercio al pari dell’incenso olibano. Secondo gli egizi scongiurava la pazzia, placava lo spirito, distendeva i nervi. In generale è considerata ricca di energia benefica e utile per combattere l’affaticamento e la confusione mentale.

Incenso di Benzoino

Originario dell’estremo Oriente, e in particolare dell’Indocina, l’incenso di Benzoino è la resina estratta dall’albero del Benzoe Siam. Troppo intenso e irritante da solo, solitamente viene miscelato con cannella e sandalo per un effetto rasserenante, o con incenso e cedro per elevare la mente e accedere ad altri piani spirituali.  Lo Shakti, una miscela ottenuta dal benzonino ha proprietà stimolanti sulla creatività, sull’amore e sulla sensualità

Incenso di Cedro

Originario della Mesopotamia, il cedro era considerato l’albero delle rivelazioni e associato all’albero dell’Eden. I fumi dell’incenso di Cedro portavano suggestioni sovrannaturali, forza interiore e autostima, oltre a purificare l’ambiente dalle energie negative.

Incenso di Ladano

Ottenuto dal Cistus reticus, un arbusto resinoso, l’incenso di Ladano è originario del bacino del Mediterraneo, in particolare di Creta. Rafforza la sensibilità e la percezione di sé, amplifica i ricordi, alimenta l’immaginazione. In generale aiuta a ritrovare stabilità e solidità interiori.

Incenso di Storace

Cespuglio originario della Mesopotamia che secerne un balsamo liquido, lo Storace era considerato il profumo delle feste, perché infondeva energia e vigore, sensualità. L’aroma dell’incenso di Storace ricorda l’ambra e oggi viene venduto sotto forma di “gomma storace”.

Incenso di Sandalo

È il legno dell’albero Santalum album, originario dell’India orientale. Bruciato, l’incenso di Sandalo rafforza l’energia vitale e combatte stress e nevrosi ed è efficacie contro il mal di testa.

Incensi-naturali

Leggi anche:

Profumare casa in modo naturale con gli incensi
Sostanze quasi leggendarie, amate dagli uomini, gradite dagli dei. Scopriamo i segreti degli incensi e impariamo a utilizzarli per…