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La morte di San Giuseppe: l’esempio perfetto di morte felice
22 Luglio 2021
Tempo di lettura: 3minuti
Si hanno poche notizie sul padre terreno di Gesù, ma esistono alcuni racconti riguardo alla morte di san Giuseppe, il santo patrono della buona morte.
Nonostante il suo ruolo importante nella storia del Vangelo, san Giuseppe, il padre di Gesù, rimane un personaggio di cui conosciamo ben poco. Nei capitoli dedicati alla nascita di Gesù e alla sua fanciullezza è un attore fondamentale: san Giuseppe prende in sposa Maria, incinta dello Spirito Santo, confermato in sogno dagli angeli; insieme si recano a Betlemme per il censimento e fuggono in Egitto per scampare alla persecuzione di Erode. Dopodiché tornano a Nazaret.
L’ultimo episodio nella storia di san Giuseppe è quello della perdita e successivo ritrovamento di Gesù nel Tempio di Gerusalemme. Anni dopo Gesù stesso viene identificato come “il figlio del falegname” dalle persone che conoscevano la sua famiglia, durante la predicazione di Gesù nella patria d’origine. Dall’episodio di Gesù nel Tempio, narrato in Luca 2, 41-50, non si hanno nei vangeli canonici altre notizie della vita di san Giuseppe e nemmeno della sua morte.
Morte di san Giuseppe
Dato che la figura di san Giuseppe non interviene mai, né è mai nominata, durante la predicazione di Gesù – mentre si parla di Maria e del suo intervento, come nell’episodio delle nozze di Cana – la maggior parte degli studiosi biblici pensa che Giuseppe sia morto prima della crocifissione di Gesù. Questo è confermato anche dal fatto che il padre putativo di Cristo non sia presente sotto la croce al momento della morte di Gesù, e che Gesù stesso affidi Maria a san Giovanni apostolo, perché la prenda in casa sua. Se Giuseppe fosse stato ancora vivo questo non sarebbe stato necessario.
Statua realizzata in legno d’acero e dipinta a mano
Altre notizie, più leggendarie che storiche, vengono dall’apocrifo “Storia di Giuseppe il falegname”, del VI sec. Stando a questo documento, Giuseppe sarebbe vissuto fino a 111 anni e poi, colpito dalla malattia, sarebbe morto tra le braccia dei suoi cari, Maria e Gesù.
La morte di Giuseppe è raccontata anche dalla Venerabile Madre Maria di Gesù di Agreda, mistica spagnola che scrisse di questo episodio. Secondo il suo racconto, Giuseppe si inginocchiò ai piedi di Gesù nel momento in cui sentiva la morte avvicinarsi, ma Gesù gli prese il capo tra le mani e lo strinse a sé. Giuseppe in quell’occasione espresse una preghiera fiduciosa e grata a Dio-Gesù, una preghiera di lode, ringraziamento e invocazione.
Gesù rispose con queste parole: “Padre mio, riposa in pace e nella grazia del mio Padre eterno e mia, e ai profeti e ai santi, che ti attendono nel limbo, porta la lieta notizia della prossimità della loro redenzione”. Giuseppe morì così, in compagnia di Gesù e Maria, custodito dalla famiglia più amorevole che sia esistita sulla Terra.
Proprio per questa morte dolce e buona, in compagnia di due persone tanto sante e perfette, san Giuseppe è considerato il santo della buona morte, invocato per accompagnare chi è prossimo alla morte e chiedere assistenza nel momento del passaggio a miglior vita.
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